Che fine ha fatto Cragno?

Possiamo partire con una citazione veramente dotta?

Sì, vero?

Beh, allora, al termine di una stagione che ha visto il Monza venire etichettato come una delle migliori squadre della lega, è proprio il caso di dire che “hanno ucciso (o meglio, panchinato) l’uomo Cragno”.

E questa, già di per sé, è comunque una notizia: Alessio Cragno, classe 1994, portiere nel pieno del suo prime e con alle spalle ottime stagioni in Serie A, sembrava veramente poter essere un valore aggiunto per i biancorossi; invece, ben presto, si è trasformato in una zavorra utile solo per arricchire di domande scomode le conferenze stampa del mister Raffaele Palladino.

Ma andiamo con ordine: all’inizio della stagione, con Giovanni Stroppa in panchina, Cragno parte da titolarissimo, con Michele Di Gregorio ben contento di essere il suo secondo.

La prima uscita, una sudata vittoria nel turno preliminare di Coppa Italia per 3 a 2, mette in luce quello che viene giustificato come un piccolo ritardo di condizione; l’esordio in campionato tocca dunque a Di Gregorio, che tuttavia mantiene i gradi da titolare anche nelle successive uscite.

Scoppia così il caso Cragno: uno dei portieri più considerati del panorama nazionale che si ritrova clamorosamente in panchina. Dopo un inizio stagione discretamente horror per l’intera squadra, l’avvicendamento Stroppa – Palladino teoricamente dovrebbe riportare in auge la figura del buon Alessio. 

E invece, come dicevano i greci, “panta rei”, tutto scorre: le domeniche si susseguono tutte uguali per l’ormai ex uomo Cragno, saldamente inchiodato alla panchina, mentre Di Gregorio vola a sventare pericoli, proiettando il Monza in zone alte della classifica difficilmente immaginabili.

La stagione per Cragno si chiude con un’unica, tristissima presenza in Serie A: una sconfitta per 3 a 0 contro la Salernitana che ha tutto il sapore di una resa incondizionata.

L’apertura del calciomercato ha riportato sulla cresta dell’onda il suo nome: si parla dell’Empoli, per sostituire il partente Vicario (ma forse l’opzione sarebbe un eccessivo downgrade per un portiere accostato a club più blasonati) e soprattutto la Fiorentina, in cerca di un portiere in grado di garantire quella sicurezza che Terracciano non è riuscito a dimostrare nel corso dell’anno.

Come andrà a finire? Chi se lo accaparrerà? E soprattutto, la sua voglia di rivalsa sarà sufficiente per vedere lo stesso Uomo Cragno che aveva stupito con la maglia del Cagliari?

A quanto ammonta il “paracadute” per le squadre che retrocederanno?

Tornare in Serie B non è un dramma sotto ogni punto di vista.

Da qualche anno la Lega ha infatti stanziato un fondo per le squadre che retrocederanno al termine della stagione, in modo tale da rendere meno pesante il loro atterraggio nella cadetteria.

Si tratta del cosiddetto “Paracadute” il quale permette alle società di intascare una cifra economica legata alla loro permanenza nella massima serie negli ultimi anni, da poter spendere sul mercato per tornare subito in A o per sistemare i conti del bilancio annuale.

Nella stagione 2022/2023 verranno elargiti 60 milioni di Euro alle tre malcapitate nella zona rossa della classifica, da distribuire secondo i seguenti parametri: 

10 Milioni di Euro per le società di fascia A, ovvero le neopromosse tornate in Serie B dopo una sola stagione 

15 Milioni di Euro per le società di fascia B, ovvero le squadre retrocesse dopo aver militato in Serie A per due stagioni anche non consecutive nelle ultime tre, compresa quella in cui è maturata la retrocessione dalla Serie A

25 Milioni di Euro per le società di fascia C, ovvero le compagini retrocesse che abbandonano la Serie A dopo aver militato in essa per almeno 3 stagioni (anche non consecutive) nelle ultime 4, anche qui è compresa quella in cui è maturata la retrocessione naturalmente.

La domanda dunque sorge spontanea: quanto guadagnerebbe ogni singola squadra nello specifico?

Facciamo un piccolo conto guardando al volo le zone calde della classifica!

Salernitana: 15 milioni di euro

Empoli: 15 milioni di euro

Lecce: 10 milioni di euro

Spezia: 25 milioni di euro

Hellas Verona: 25 milioni di euro

Cremonese: 10 milioni di euro

Sampdoria 25 milioni di euro

Al momento, quindi, la somma finale da spartire sarebbe 60 milioni di Euro tondi tondi, ma se retrocedesse lo Spezia al posto della Cremonese (per fare giusto un esempio) invece che recapitare 25 milioni ad ogni società, il budget sarebbe ridotto a 20 per ognuna di essa, in modo da non sforare i 60 stabiliti.

Se fossero in meno invece, con il Lecce retrocesso al posto del Verona, la cifra eccedente (ovvero i 15 milioni inutilizzati, come accaduto lo scorso anno) verrebbe accorpata al pagamento dei diritti tv e ripartita in maniera equa a tutti i club del campionato.

Inoltre, come riportato da Calcio e Finanza, i soldi del paracadute vengono bonificati in due tranche: la prima (pari al 40% del valore) il giorno successivo all’ultima giornata del campionato e la seconda (ovvero il restante 60%) solo entro 15 giorni dopo l’inizio del campionato di Serie B successivo.

I 5 possibili scenari del Milan con il ritorno di Ibra

Stagione compromessa. Gruppo allo sbando. Mister Pioli con deliri di onnipotenza. Matteo Gabbia titolare ad oltranza. Non sappiamo onestamente quale di queste affermazioni sentite in settimana possa spaventare maggiormente un povero tifoso milanista: quello che è certo è che, nonostante l’esclusione dalla lista Uefa, papà Ibra sta tornando.

Fra un post su Instagram e un allenamento a Milanello, lo svedese sembra finalmente pronto a rimettersi in carreggiata, per riportare il Diavolo quantomeno in linea per una dignitosa qualificazione Champions, dopo che in un folle mese di gennaio tre quarti degli obiettivi stagionali sono sfumati.

Con il suo ritorno, cosa potrebbe cambiare?

#1: NIENTE – Sprofondo rossonero, totale: nemmeno il ritorno del capo popolo riesce ad invertire la rotta. Lo spogliatoio è irrimediabilmente spaccato: Leao non rinnova e se la prende apertamente con Ibra, reo di averlo minacciato attaccandolo all’armadietto dello spogliatoio. A tre giornate dal termine del campionato, con il Milan in zona Conference League, Pioli si dimette in lacrime, chiedendo scusa ai tifosi. Welcome back 2015/2016.

#2: LA SECONDA STELLA – Inizialmente Zlatan entra in un paio di partite per qualche minuto, giusto per riassaggiare il campo. Quando Pioli capisce di poterlo schierare titolare, Ibra panchina Giroud, Origi e Rebic in un colpo solo, caricandosi la squadra sulle spalle. E mentre il Milan si riprende, il Napoli crolla: si arriva allo scontro diretto del Maradona in un clima da guerriglia urbana, uno di quelli che galvanizzano Ibra, che infatti segna una doppietta e spiana la strada per una delle rimonte più storiche ed eccezionali della storia. Bello sto sogno eh? Vatti a cambiare il pigiama che ti sei svegliato tutto sudato.

#3: L’OTTAVA MERAVIGLIA – Pur fuori dalla lista Champions, lo svedese capisce ben presto che per raddrizzare una stagione sfortunata bisogna puntare al colpaccio: complice l’immediata esclusione del Manchester City a seguito degli ultimi scandali emersi, il Milan si ritrova la strada spianata e dopo una vittoria rocambolesca contro il Tottenham si ritrova in semifinale contro il Real Madrid di Carletto Ancelotti. Intenerito dalla situazione traballante della squadra che è da sempre nel suo cuore, il sopracciglio più famoso del mondo cede il terreno ai rossoneri, catapultando Pioli&co in finale. In gara secca può succedere di tutto: anche che Ibra forzi il regolamento della competizione per farsi riammettere eccezionalmente all’ultimo atto della competizione che da sempre gli è sfuggita. Gol decisivo al 90’ con uno scorpione volante e immediato inserimento nella Hall of Fame dei calciatori migliori di tutti i tempi. Ora forse è meglio smetterla con gli acidi.

#4: MISTER IBRA – Con Stefano Pioli ormai allo sbando, il comeback di Ibra è di quelli col botto: arriva infatti per sostituire il mister del diciannovesimo scudetto, esonerato dopo l’8 a 0 contro il Torino. Immediatamente nello spogliatoio del Milan il clima diventa quello del sobborgo di Goteborg dove Ibra è cresciuto, la squadra ritrova entusiasmo e le interviste del mister in conferenza diventano leggendarie: tono lapidario, caustico e in grado di caricare l’intero ambiente. Stagione salvata con la qualificazione in Champions League.

#5: CALHA GATE – E se in realtà l’obiettivo di Zlatan fosse molto più personale di quanto ci potessimo immaginare? Il suo rapporto teso con l’ex amico Calhanoglu potrebbe averlo completamente obnubilato. E se quindi tutti gli allenamenti, la sofferenza, le frasi motivazionali fossero state studiate ad arte solo per una sfida con il turco? Purtroppo per quest’anno i derby sono finiti, ma Milano non è poi così grande. Sarà lì, sui Navigli di Milano che lo scontro fra i due a mo’ di Street Fight avrà luogo. Chi uscirà vivo da quella lotta sarà l’indiscusso King di Milano.

 

Tornando coi piedi per terra, come finirà la sfida di stasera dei rossoneri? Noi purtroppo, dopo aver sognato il colpaccio nel derby, torniamo mestamente coi piedi per terra!

 

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