Cassano Jr ha la stoffa per diventare più forte e tamarro del padre (VIDEO)

Si può essere allo stesso tempo contenti e spaventati di fronte ad un contenuto calcistico? Se all’interno di questo contenuto è presente il cognome “Cassano”, allora sicuramente sì. Soprattutto se il protagonista di questa storia non è Antonio da Bari, ma il figlio Christopher.

Che, in barba a tutti gli sbatti e le polemiche che hanno legato il padre al calcio, pare aver deciso di seguire le sue orme, con un discreto successo.

Il baby Fantantonio, quasi 13 anni e nel pieno di quel clamoroso periodo di vita chiamato adolescenza, è un attaccante delle giovanili dell’Entella.

I più dotati di memoria ricorderanno che, proprio poche settimane prima del ritiro dal calcio giocato, Antonio Cassano si era dato un’ultima possibilità proprio nella squadra ligure, grazie all’amicizia fraterna con il presidente.

Fallita la missione, Cassano ha ben pensato che una società piccola, ma ambiziosa come l’Entella potesse essere una buona scelta per il figlio e pare veramente che Christopher stia facendo parlare di sé.

Come potete vedere dai video, di fronte ad energumeni con tanto di barba e baffi, il piccolo Cassano è costretto a mettere in gioco tutto il talento di cui dispone. 

Baricentro basso, conduzioni di suola e ottime letture sembrano alcune skill già presenti nel bagaglio tecnico del ragazzino che gioca come punta, proprio come il padre.

Da non sottovalutare poi, per noi che su questi dettagli ci abbiamo costruito un impero, il capello meshato già dalle scuole medie, che di solito è sinonimo di un avvenire ignorantemente luminoso.

Quindi: per tornare all’apertura dell’articolo, cosa ci rende felici e cosa ci spaventa del possibile futuro da calciatore di Christopher Cassano?

Ci entusiasma l’idea di poter vedere all’opera e di poter comprare al Fanta il figlio del più talentuoso calciatore italiano degli ultimi 50 anni; ma il giovane Christopher riuscirà a crescere lontano dagli eccessi del padre?

Questo, sicuramente, ci spaventa e solo il tempo potrà fare da giudice.

Ah, siamo anche terrorizzati da Fantantonio che interpella Adani sul proprio baby figlio fenomeno, con Lele che lo imbruttisce e Cassano che impazzisce sfasciando la BoboTV.

O forse sarebbe un sogno?

15 gol impossibili che solo Di Natale poteva realizzare (VIDEO)

In un’epoca storica in cui la metà della popolazione italiana maschile sarebbe pronta a offrire in sacrificio la propria dolce metà in cambio di un attaccante da 20 gol a campionato al fanta, questo articolo è un lusso.

Nel senso che, prendendo il senso del gol di Lautaro Martinez, mescolandolo all’agilità di Osimhen e aggiungendo una spruzzata di Olivier Giroud, ancora non saremmo arrivati alla grandezza di gol e prestazioni a cui ci ha abituato il calciatore di cui state vedendo le meraviglie su Youtube in coda all’articolo.

Già, perché abbiamo capito tutti troppo tardi quanto Antonio Di Natale fosse unico nel suo genere.

E non solamente per aver reso grandi e iconiche alcune squadre di provincia senza mai legarsi ad una big, ma proprio per l’estetica e la complessità dei gol che segnava.

Scorrendo il video, dalla posizione 15 fino ad arrivare al podio, possiamo trovare di tutto: stop elegantissimi con conseguente bordata sotto l’incrocio dei pali, slalom speciali con tanto di dribbling al portiere e pallonetti metafisici.

Ma vorremmo soffermarci un attimo sulle ultime due reti proposte nel video.

In entrambe, Di Natale decide di fare qualcosa di assolutamente senza senso, che porterà una sfera dal diametro di 24,8cm a sbattere contro una rete sorretta da tre pali.

Nel primo caso, al Bentegodi di Verona, il “Tucu” Pereyra semina il panico nella difesa avversaria, riuscendo a guadagnare una buona posizione per crossare. Il pallone che esce dal suo piede debole è però fiacco e non abbastanza potente per essere colpito al volo; inoltre Di Natale viene preso in controtempo e ha bisogno di inventare una magia: così stoppa il pallone con il sinistro alzandoselo nello stesso tempo, poi esegue una torsione pazzesca con il tronco per arrivare a colpire la palla in caduta con il destro con una potenza notevole.

Gol senza senso.

Ma era di fronte ai suoi tifosi che Totò dava il meglio; nell’ultima rete proposta, vediamo arrivare dalla destra un traversone senza infamia né lode, di quelli che solitamente la mezzapunta di turno mette giù, provando poi a puntare il terzino che scala verso di lui.

Ma quanta banalità.

Di Natale si coordina con quello che secondo la carta d’identità è il suo piede debole e colpisce con una frustata al volo che si infila all’angolino.

Che gli vuoi dire?

Nulla appunto. Se non, ci manchi, Totò. Non vedremo mai più un attaccante come te.

Peccato perché in Nazionale, ora come ora, servirebbe come il pane.

A proposito di Nazionale, riusciremo a vincere domani con Malta e metterci una posizione più tranquilla nelle qualificazioni ai prossimi Europei? Secondo noi si, ma senza dilagare.

ITALIA-MALTA UNDER 2.5

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Quando Nadal segnò una marea di gol a Casillas (VIDEO)

Che belli quegli eventi benefici in cui sono coinvolte le star dello sport, in cui magari puoi vedere un calciatore impegnato in un’altra disciplina o un ciclista famoso che tenta di infilare un pallone in porta.

In Spagna, poi, ci tengono particolarmente a questi “mix” sportivi, soprattutto quando le generazioni di fenomeni annoverano nomi veramente di rilievo.

Quella di cui vi stiamo per parlare, infatti, è una partitella di calcetto che vide coinvolto Iker Casillas, storico portiere del Real Madrid e della nazionale spagnola e Rafael Nadal, il più grande tennista spagnolo che abbia mai calcato i campi di ogni superficie.

Il mancino di Maiorca non ha mai nascosto la propria passione per il calcio, tanto che ci sono numerosi video in rete in cui Nadal si destreggia con i piedi utilizzando palline da tennis, ma di certo non era lecito aspettarsi ciò che trovate in questo video.

Già, perché Nadal, in sequenza terrificante, inizia a calciare scaldabagni contro la porta di Casillas. Primo gol, ok, il portierone la prende con sportività. Sul secondo affiora un ghigno beffardo, tipico di chi sta dicendo “ok, però questo è l’ultimo”.

Il problema, però, è che Nadal continua a dar prova di grande abilità, soprattutto nei tiri da fuori: infatti inanella un altro paio di bombe che finiscono dietro le spalle del portiere, prima di strafare.

Su una mezza palla a centrocampo, infatti, Rafa si produce in una ruleta perfetta, prima di tirare col mancino sotto le gambe di Casillas.

Il portiere crolla a terra tramortito: evidentemente non gli avevano detto che quello di fronte a lui era un attaccante consumato.

Già, perché fra numeri, palleggi e sinistri infuocati, siamo certi che quella giornata non fu particolarmente piacevole per il buon Iker, uno abituato a vincere anche a tresette.

Per contro, chissà se Nadal si sia chiesto cosa sarebbe successo, se da giovanissimo avesse optato per la carriera da calciatore. 

Chissà, magari entrambi sarebbero diventati leggende dei Blancos.

In Francia portiere para rigore e segna di testa nel recupero (VIDEO)

Nemmeno il tempo di gioire per il gol di Provedel con l’Atletico che Giroud ci delizia con un’altra follia tra i pali. In queste due settimane, il portiere della Lazio e l’attaccante del Milan si sono invertiti i ruoli, ma c’è chi nel mentre è riuscito a fare persino di meglio.

Stiamo parlando di Anthony Beuve, portiere dell’Avranches, squadra che milita nella “Serie C Francese” e che durante il match casalingo contro il GOAL (ovvero l’acronimo di Grand Ouest Association Lyonnaise FC) si è reso protagonista di una doppia impresa nel giro di 5 minuti.

Dapprima parando un rigore calciato col cucchiaio dall’avversario e poi mettendo in rete di testa su uno spiovente da calcio di punizione il gol dell’1-1 finale.

Rivediamoci le sue magie.

@sportitalia.tv 𝐔𝐧𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐟𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐀𝐧𝐭𝐡𝐨𝐧𝐲 𝐁𝐞𝐮𝐯𝐞😍 Succede tutto in terza divisione francese: il portiere dell’Avranches prima para un rigore, poi al 95’ segna l’incredibile rete che regala il pareggio alla sua squadra⚽️ #francia #beuve #avranches #sportitalia ♬ suono originale - sportitalia.tv

Il bellissimo gesto di Milik dopo il Derby (VIDEO)

2 gol nelle ultime 2 partite giocate in campionato per non far sentire l’assenza di Vlahovic. 

Arkadiusz Milik, come nella scorsa stagione, si fa trovare pronto nel momento del bisogno e sigla il 2-0 nel Derby della Mole più brutto degli ultimi anni, regalando alla squadra di Allegri tre punti fondamentali in ottica campionato.

Il centravanti polacco si è dimostrato cinico in campo e generoso fuori. Si perché nel post gara di sabato si è reso protagonista di un bellissimo gesto, donando la propria maglia ad un tifoso bianco nero di vecchia data, scoppiato in lacrime dopo l’incontro ravvicinato con il suo campione.

Perché a volte basta poco per scaldare il cuore dei tifosi.

@juventus A champion on and off the pitch 🥹🤍🖤 #juventus #fan #emotional ♬ another love - ✨️

Sergio Ramos e il saluto perfetto: schiocca la mano in modo impeccabile (VIDEO)

Il ritorno di Sergio Ramos al Siviglia è stato romantico.

Chiunque si sarebbe emozionato a vedere un giocatore milionario del suo calibro rifiutare l’offerta assurda dal mondo arabo per riabbracciare la squadra che lo ha lanciato.

Peccato per la dichiarazione infelice prima della gara del Barcellona, dove aveva affermato di voler segnare contro i blaugrana ed è finito per farsi autogol.

Non tutto gli riesce sempre alla perfezione purtroppo, ma c’è una particolare situazione in cui non sbaglia veramente mai: la stretta di mano. 

Il difensore spagnolo, infatti, è in grado di far schioccare in modo impeccabile lo scambio con qualsiasi persona incontra e saluta rispettosamente.

Vedere per credere.

La furiosa lite tra Conte e Boban (VIDEO)

Cosa c’è di peggio che perdere uno scudetto per un torto arbitrale? Forse perdere uno scudetto per due torti arbitrali nella stessa partita? Sicuramente. Ma anche ritrovarsi poi in zona mista a dover discutere sugli episodi e non arrivare ad una conclusione soddisfacente non deve essere da meno, soprattutto se sei un vecchio lupo di mare del pallone come Zvonimir Boban e di fronte a te, con sorriso sornione e polemica da italiano medio, c’è mister Antonio Conte.

Ma andiamo con ordine.

Ci troviamo a rivangare per l’ennesima volta l’assurdo gol non convalidato a Muntari in quel Milan – Juventus 1 a 1 che ha dato origine ad una delle polemiche arbitrali più forti degli ultimi 10 anni.

Conte, allora mister bianconero, arriva in mix zone sapendo che dovrà rispondere ad un certo numero di attacchi, ma quello con cui Boban parte è una vera e propria mitragliata.

L’ex rossonero parte piano, andando a chiamare in causa l’allora assente tecnologia, dicendo che è inammissibile un errore come quello sul gol di Muntari. 

Ma il pacatissimo Antonio non ha intenzione di attendere un secondo di più; con arroganza si riprende la parola che gli spetta e inizia a contrattaccare con parole come “inaccettabile” e “inammissibile”; tanto che Zvone, sbigottito e palesemente risentito, adotta la stessa tecnica che utilizzavamo da bambini, iniziando a replicare: “non hai ragione, non hai ragione…” pur di non far concludere il ragionamento al mister.

A quel punto, il delirio.

Come nelle peggiori scuole elementari di Pizzo Calabro, Conte e Boban si parlano sopra, sputacchiano al microfono e si minacciano pubblicamente rievocando un passato comune sul campo da gioco. Ilaria d’Amico fa quello che può per contenere i due gladiatori, ma la foga ormai ha raggiunto livelli difficilmente sostenibili e il momento topico è ormai vicino.

Conte, rassegnato, ma non domo, gioca la carta dell’angioletto, cercando di chiudere la partita: “vabè c’hai ragione tu Zvone”, chiuso da un perfetto sorriso sornione.

Boban non arretra di un centimetro e ribatte: “sì ho ragione io”.

Conte, colpito al cuore dalla sua stessa tattica, ora è furibondo e cerca un colpo basso con un “togliti la maglietta prima di fare certi commenti” che riporta l’ex Milan alle battaglie del passato.

Insomma, il degenero totale.

Il video si chiude poi con un bagno di umiltà dei due protagonisti, che però nei minuti precedenti ci hanno regalato una delle risse verbali più famose ed iconiche della storia della nostra Serie A.

Antonio Conte, ci manchi, torna presto.

Tutti i momenti d’arroganza di Zlatan Ibrahimovic (VIDEO)

Per alcuni il figlio di Dio è nato il 25 dicembre a Betlemme, per altri invece il 3 ottobre a Malmo. 

E dunque oggi dobbiamo celebrare come si deve il Natale del loro messia, a pochi giorni dalla chiusura di questo 42esimo anno dopo Zlatan.

Ibra è senza ombra di dubbio uno dei calciatori più iconici del terzo millennio.

Pur non avendo mai vinto la Champions League e il Pallone d’Oro, non possiamo non inserirlo nella top10 dei giocatori più forti di questa epoca, scusate “il più forte”, per i suoi credenti.

Un genio incredibile capace di segnare in rovesciata da 30 metri, di tacco su un cross in mezzo e persino attraverso lo “Scorpione” grazie alle sue grandi doti nel Taekwondo.

Spesso, però, ci dimentichiamo che il suo tratto distintivo maggiore non è stato il suo talento calcistico, bensì la sua cafonaggine. In più di 20 anni di carriera si è reso protagonista di episodi controversi, il più delle volte condannabili, rendendolo a tutti gli effetti un marchio di fabbrica.

Perché “puoi togliere il ragazzo dal ghetto, ma non il ghetto dal ragazzo” vi direbbe Zlatan.

E allora gustiamoci le sue peggiori gesta su un campo da calcio che lo hanno reso unico. 

Ci manchi Ibra.

Il gol di Chiricò che vedranno anche a Tonga (VIDEO)

Ci sono gol che rimangono impressi per sempre.

Se pensi ad una staffilata da centrocampo che si infila sotto la traversa a portiere battuto, penserai sempre che l’avranno vista anche a Tonga.

Perché quel gol di Mascara nel derby siciliano è eterno non solo per la magia del fantasista, ma anche per la telecronaca di Compagnoni che l’accompagna in rete.

Ed è per questo che sul gol da 60 metri di Chiricò con la maglia del Catania, 14 anni dopo quella perla di Beppe, abbiamo subito pensato avuto un flashback.

“Chiricò come Maradona e Beckham”

Quando Ancelotti disse a Gattuso “fai più piano” e lui perse la testa (VIDEO)

Avete presente quel programma in tv dal titolo “mille modi per morire”? Beh, siamo sicuri che se di fronte a Gennaro Ivan Gattuso la sera dell’episodio che stiamo per raccontarvici fosse stata qualsiasi altra persona oltre al mister e amico fraterno Carletto Ancelotti, sicuramente il numero delle morti impossibili sarebbe cresciuto di uno.

Ma andiamo con ordine.

È l’autunno del 2008, si sta giocando il derby di Milano fra rossoneri e nerazzurri con le squadre che vivono due stati d’animo diametralmente opposti: l’Inter ha vinto e convinto durante le prime uscite stagionali e si è già candidata ad essere una delle possibili vincitrici del campionato, il Milan invece sta faticando parecchio nonostante l’arrivo di un fenomeno come Ronaldinho.

C’è anche chi parla di esonero imminente per una leggenda come Ancelotti che, come al solito, ha però più vite di un gatto.

Quando infatti avviene l’episodio che stiamo per raccontarvi, il Milan sta conducendo per 1 a 0, proprio grazie al gol di Ronaldinho, su assist pennellato di Kakà.

Siamo al tramonto del primo tempo e il buon senso vorrebbe che i rossoneri se ne stessero buoni e tranquillidifendere il vantaggio accumulato.

Peccato però che quel peperino di Gattuso non la pensi così: quando “il Trivela” Quaresma riceve spalle alla porta un pallone assolutamente innocuo a pochi metri dalla panchina del Milan, il centrocampista rossonero gli piomba addosso come una furia.

Fallo sacrosanto, giallo da regolamento ed ecco che accade il patatrack. Di fronte all’inutilità del gesto, Ancelotti, favorito dalla vicinanza rispetto all’accaduto, si arrabbia platealmente con Gattuso, urlandogli di calmarsi.

Rino non la prende assolutamente bene e gli grida  di smetterla con un atteggiamento calabrese poco rassicurante. Il resto delle imprecazioni del numero 8 sono probabilmente in dialetto stretto, ma è facile intuire una figura retorica che paragona una delle principali divinità monoteiste con un quadrupede da compagnia e almeno un altro paio di moccoli lanciati ad arte.

Al diavolo le mani sulla bocca, al diavolo il politicamente corretto, Gattuso se la prende talmente tanto con il proprio allenatore che non ne vuole sapere di trattenersi.

Che la lotta sia continuata negli spogliatoi poco dopo o che si sia risolta a baci e abbracci rimane certamente un mistero, certo è che quella sera Ancelotti deve essersela vista proprio brutta.

Milan e Inter son scese in campo ieri, oggi tocca alla Roma di Lukaku e Dybala cercare la vittoria.

GENOA-ROMA 2 + OVER 1.5

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