All’anagrafe Theo Bernard François Hernandéz per gli amici ‘Theo’, per i tifosi ‘Quel cazzo di TRENO sulla fascia sinistra‘. Oggi questo signorino qua compie 27 anni e quale miglior occasione per ricordare alcuni dei suoi migliori gol che hanno fatto bagnare nelle mutande ogni tifoso rossonero.
Lessgoski, less go con la lista.
#5 – Milan vs Spezia Palla recuperata a centrocampo, sgroppatina in scioltezza e rasoterra chirurgico sul secondo palo.
#4 Torino vs Milan Prima uno dei suoi golletti da fuori all’incrocio, poi il raddoppio con percussione centrale in mezzo alla difesa e pallonetto al portiere.
#3 Milan vs Lazio Per non far mancare nulla al repertorio, un gol di testa pesantissimo al 92esimo.
#2 Milan vs Udinese Sinistro al volo da fuori area. Un missile terra-aria che sbatte per terra al momento esatto in cui serve far perdere il riferimento al portiere. Tutto calcolato.
#1 Milan vs Atalanta L’apoteosi del delirio. Il coast to coast di 70 metri premiato come gol dell’anno dalla Lega di Serie A. Egoista? Sì. È sbagliato? Sì. Poi però li salti tutti, confezioni il diagonale vincente: COSA GLI VUOI DIRE? Spedito sul pianeta GODO gente come Leao, Tonali, Ibra e Maldini sugli spalti.
Al Pacino in “Ogni maledetta domenica” diceva che la vita, come il football, è un gioco di centimetri. Aggiungeva anche che il margine d’errore è ridottissimo, sottolineando la moltitudine di variabili che possono condizionare l’esito di una partita — come dargli torto.
Ora, senza scomodare Al Pacino, quanto viene detto nel film è applicabile ad ogni sport, anche al calcio. Abbiamo visto con i nostri occhi molte partite di cui il risultato è dipeso da piccoli episodi, accortezze, furbizie, centimetri.
Non bisogna per forza pensare a momenti eclatanti: Zidane che tira una testata a Materazzi, Maradona che segna di mano contro l’Inghilterra, no. Sono trucchi più sottili, azioni o casualità che, alla fine, fanno la differenza.
Una messa in pratica più recente delle parole del “fu”Tony Montana è avvenuta ad opera di Dimarco, il quale sa bene che mezzo passo fatto in anticipo o in ritardo, può cambiare tutto.
Durante Inter – Atalanta di pochi mesi fa, il terzino nerazzurro ha infatti segnato un gol grazie a un’intuizione, un cambio di schema: Lautaro sta per battere un rigore e, Dimarco, invece di posizionarsi oltre l’area alle spalle dell’attaccante, inizia a defilarsi lateralmente.
Lo vediamo allontanarsi dal gruppo di colleghi, non per disinteresse, ma per prendere la rincorsa. Non sta passando il tempo sperando che il compagno segni, sta già pensando al dopo, a quello che potrebbe succedere, a come potersi rendere utile — qualcuno direbbe solo che pensa male eh.
I fatti però gli danno ragione: la palla scagliata dal Toro contro la porta viene respinta dal portiere e, casualmente, si muove verso Dimarco, che ribatte in rete — calcolato.
Sapeva che è una questione di spazio, che allontanandosi, sarebbe arrivato più velocemente di tutti gli altri.
Come sottolineava Pacino — che scomodiamo un’ultima volta — , forse, nel calore del momento, tra il fragore del pubblico e il battito accelerato del cuore, ciò che fa davvero la differenza è quell’istinto di anticipare, quel piccolo spostamento, quei pochi centimetri conquistati che trasformano una semplice possibilità in un gol decisivo.
Il trucco di Dimarco è stato svelato, per questo magari gli avversari riusciranno a strappare un pareggio. Noi giocheremo questa bolla suPlanetwin365, che offre unaquota piuttosto alta e soprattutto un interessante bonus di benvenuto per i nuovi registrati. Vi ricordiamo che le quote possono essere soggette a variazioni con l’avvicinarsi delle partite. Di seguito vi mostriamo la comparazione dei bonus di benvenuto offerti dai vari bookmakers:
Nel corso della nostra vita ci sono frasi che, una volta ascoltate, difficilmente riusciremo a dimenticare: nostra madre che ci sveglia per andare a scuola con un è tardii, il professore che pronuncia il nostro nome per l’interrogazione e, infine, i deliri dei telecronisti che, in preda all’emozione, ci regalano enunciati destinati a rimanere nella storia.
Non stiamo parlando di Fabio Caressa e Beppe Bergomi che urlano andiamo a Berlino Beppe o di Trevisani che al gol di Higuain esclama è un mostroo, di quelle se n’è già ampiamente parlato. Oggi vogliamo ricordarvi invece le leggendarie telecronache di Mauro Suma, giornalista e opinionista che, durante le partite della sua squadra del cuore — il Milan — ci ha fatto emozionare e divertire con i suoi commenti.
Vediamo le cinque volte in cui Suma è impazzito durante la telecronaca:
Milan – Bologna: durante i minuti finali del match di Serie A tra le due squadre, che vedeva i rossoneri avanti per 1-0, il sommo Suma, assalito dalla paura che il Milan potesse subire gol da un momento all’altro, iniziò a invocare l’ingresso in campo di Yepes. Cosa c’è di strano? Ripetè per ben UNDICI volte fate entrare Yepes, fate entrare Yepes, chiedendo a gran voce ai tifosi a casa — ma soprattutto a sé stesso — perché non entra Yepes. Insomma, in quello che possiamo quasi definire un delirio alcolico, alla fine il difensore non fu fatto entrare. Per fortuna (del telecronista) il Milan riuscì comunque a vincere.
Milan – Juventus: nel corso della partita un episodio in particolare ha mandato su tutte le furie Suma. In seguito alla traversa di Kalinic, avvenuta nei primi minuti di gioco, il telecronista iniziò a segnalare insistentemente un presunto fallo di mano da parte di Rugani. L’infrazione, come dimostrato dalla moviola in seguito, non c’era, ma ciò non fermò il j’accuse del buon Mauro che, di nuovo, cominciò a urlare manii, manii, ho visto un manii! Ho visto un manii — non proprio un’investigazione alla Sherlock Holmes ecco.
Milan – Genoa: San Siro era appena esploso con un boato di gioia in seguito al gol di Kevin Prince Boateng, quando iniziò a circolare la voce che, nel frattempo, il Cesena avesse pareggiato contro la Juventus — rivale nella corsa scudetto di quell’anno. Grazie a quel risultato i rossoneri avrebbero accorciato le distanze in classifica, portandosi a -1 dai bianconeri. È qui che Suma entrò in God Mode: ha pareggiato il Cesena, ha pareggiato il Cesena! Spoiler: non aveva pareggiato. In un’altalena di emozioni, Mauro, forse a causa dell’adrenalina, non si rende subito conto dell’evidente bufala. Anzi, dichiara anche che il gol in questione fosse stato annullato. Altro spoiler: la rete non era proprio avvenuta, ma ormai il pareggio del Cesena risuona ancora forte in tutti noi.
Milan – Juventus: un altro big match, un’altra occasione per entrare nella storia. Muntari, all’epoca tra le fila rossonere, incornò di testa a colpo sicuro la porta bianconera, iniziando subito ad esultare. Tutto sembrava lineare, era gol, ma Buffon respinse comunque il pallone in campo, cercando di mascherare l’impossibile. Eppure, come tutti sappiamo, non fu così: il gioco continuò a svolgersi normalmente e, come possiamo intuire, il gesto non passò inosservato dal nostro Mauro, che passò velocemente dall’esultare con un gol! Gol! Gol! Sulley! ad un cos’è? Ma non era gol? Ma non era gol? È ripartita la Juve in contropiede, in pochi secondi. Non contento — avendo intuito ormai che la rete non sarebbe stata assegnata — si rivolse direttamente a Gigi Buffon, come a chiedergli un’ammissione di colpa. Gigi, perché non l’hai detto?! Gigi, perché non l’hai detto?! Gigi! Guardami negli occhi, Gigi! Perché non l’hai detto, grande campione, Gigi?! Ma che roba brutta! Chissà se, in un tête à tête, i due avranno mai chiarito.
Inter – Milan: concludiamo con il derby di Milano, una delle più rabbiose telecronache di Suma che, dopo il gol di Icardi al 93° minuto – che decise la gara – si lasciò andare, chiedendo un harakiri sportivo che ci limiteremo, per rispetto, a riportare: Voglio morire in questo momento, voglio morire adesso, senza pietà. Uscita a vuoto di Donnarumma, gol di Icardi. Voglio morire adesso. Una roba pazzesca, una roba che ci perseguiterà per tutta la stagione, Dio mio! Dal nulla, questi cavano fuori gol dal nulla. Danno una pesciata al pallone e noi poi svolazziamo per niente. Incredibile, incredibile! Sono incazzato come una bestia rara! Guarda che cosa facciamo. Guarda, palla nostra, guarda che cosa gli regaliamo. È tutto il campionato che regaliamo gol, e questo è il più crudele, il più brutto, il più beffardo. Vincere di regalo al 93′, pazzesco, pazzesco, pazzesco! Una roba più brutta che più brutta non si può, però la dobbiamo smettere di andare in giro a regalare gol per niente, ragazzi. La dobbiamo smettere di regalare gol per niente. È una roba di un brutto, e questi c’hanno un c*lo che è più grande di una casa. E noi siamo fessi, siamo polli. Siamo i polli più grandi del mondo!
L’estate del 2006 è rimasta impressa nella mente e nell’anima di tutti gli italiani, non tanto per la vittoria dei Mondiali in Germania, quanto per l’arrivo nel Belpaese di Takayuki Morimoto.
Il 23 luglio 2006 l’attaccante giapponese firmò infatti per il Catania, e da quel momento in poi conquisterà a suon di gol il cuore di tutti i tifosi rosso-azzurri.
Il suo debutto fu storico: entrato all’83°, Banzai impiegò solamente cinque minuti per siglare il suo primo gol, pareggiando così la partita contro l’Atalanta, che fino a quel momento già pregustava la vittoria.
Le prestazioni di Maremoto con la squadra sicula non passarono di certo inosservate, tanto che, a posare lo sguardo sul ‘giovane fuoriclasse’, fu niente poco di meno che Sir Alex Ferguson.
Sì, avete capito bene, nel 2009 la dirigenza dello United voleva a tutti i costi che Morimoto diventasse la nuova arma dei Red Devils.
Alla fine la trattativa sfumò e non se ne fece nulla, ma il solo immaginarci la coppia d’attacco Ronaldo-Morimoto, ci fa scendere una lacrimuccia.
Se per i difensori e i centrocampisti fare gol è un’emozione unica, per un attaccante è una missione — in alcuni casi, come per Inzaghi, quasi un’ossessione. Vedere la palla entrare in rete non è solo un atto atletico, è il culmine della soddisfazione calcistica: un evento carico di emozioni e significati che risuonano a livelli molto profondi, sia per il giocatore che per i compagni e i tifosi.
Anche se alla fine valgono sempre uno, non tutti i gol sono però uguali: oltre al peso specifico di ognuno — un gol all’ultimo minuto che fa vincere la squadra è ovviamente più significativo di una rete siglata quando magari si perde 4 a 0 — ogni giocatore assegna a quel momento un valore specifico.
Ne sa qualcosa il centravanti italo-argentino Retegui, che, tra i tanti gol importanti messi a segno, come quello in occasione del suo esordio in Nazionale, ha ben chiaro quale sia quello a cui è più legato: l’1-0 nel Clasico tra Estudiantes e Gimnasia. Questo gol è importante non solo perché è stato il primo con la maglia dell’Estudiantes, ma anche perché è stato siglato proprio davanti al suo idolo, Diego Armando Maradona.
All’epoca, Diego era l’allenatore del Gimnasia e Retegui soltanto una giovane promessa. Riflettendo sul momento, l’attaccante ha infatti detto: “Ne ho fatti tanti, ma per me quello resta il gol più importante della mia carriera. Ho fatto una bella foto con Diego quel giorno, anche se lui non era propriamente felice.”
Insomma, con quella rete, il bomber del Genoa è riuscito a compiere un’impresa non da tutti: ha lasciato di sasso il giocatore più forte di tutti i tempi.
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Si può essere allo stesso tempo contenti e spaventati di fronte ad un contenuto calcistico? Se all’interno di questo contenuto è presente il cognome “Cassano”, allora sicuramente sì. Soprattutto se il protagonista di questa storia non è Antonio da Bari, ma il figlio Christopher.
Che, in barba a tutti gli sbatti e le polemiche che hanno legato il padre al calcio, pare aver deciso di seguire le sue orme, con un discreto successo.
Il baby Fantantonio, quasi 13 anni e nel pieno di quel clamoroso periodo di vita chiamato adolescenza, è un attaccante delle giovanili dell’Entella.
I più dotati di memoria ricorderanno che, proprio poche settimane prima del ritiro dal calcio giocato, Antonio Cassano si era dato un’ultima possibilità proprio nella squadra ligure, grazie all’amicizia fraterna con il presidente.
Fallita la missione, Cassano ha ben pensato che una società piccola, ma ambiziosa come l’Entella potesse essere una buona scelta per il figlio e pare veramente che Christopher stia facendo parlare di sé.
Come potete vedere dai video, di fronte ad energumeni con tanto di barba e baffi, il piccolo Cassano è costretto a mettere in gioco tutto il talento di cui dispone.
Baricentro basso, conduzioni di suola e ottime letture sembrano alcune skill già presenti nel bagaglio tecnico del ragazzino che gioca come punta, proprio come il padre.
Da non sottovalutare poi, per noi che su questi dettagli ci abbiamo costruito un impero, il capello meshato già dalle scuole medie, che di solito è sinonimo di un avvenire ignorantemente luminoso.
Quindi: per tornare all’apertura dell’articolo, cosa ci rende felici e cosa ci spaventa del possibile futuro da calciatore di Christopher Cassano?
Ci entusiasma l’idea di poter vedere all’opera e di poter comprare al Fanta il figlio del più talentuoso calciatore italiano degli ultimi 50 anni; ma il giovane Christopher riuscirà a crescere lontano dagli eccessi del padre?
Questo, sicuramente, ci spaventa e solo il tempo potrà fare da giudice.
Ah, siamo anche terrorizzati da Fantantonio che interpella Adani sul proprio baby figlio fenomeno, con Lele che lo imbruttisce e Cassano che impazzisce sfasciando la BoboTV.
In un’epoca storica in cui la metà della popolazione italiana maschile sarebbe pronta a offrire in sacrificio la propria dolce metà in cambio di un attaccante da 20 gol a campionato al fanta, questo articolo è un lusso.
Nel senso che, prendendo il senso del gol di Lautaro Martinez, mescolandolo all’agilità di Osimhen e aggiungendo una spruzzata di Olivier Giroud, ancora non saremmo arrivati alla grandezza di gol e prestazioni a cui ci ha abituato il calciatore di cui state vedendo le meraviglie su Youtube in coda all’articolo.
Già, perché abbiamo capito tutti troppo tardi quanto Antonio Di Natale fosse unico nel suo genere.
E non solamente per aver reso grandi e iconiche alcune squadre di provincia senza mai legarsi ad una big, ma proprio per l’estetica e la complessità dei gol che segnava.
Scorrendo il video, dalla posizione 15 fino ad arrivare al podio, possiamo trovare di tutto: stop elegantissimi con conseguente bordata sotto l’incrocio dei pali, slalom speciali con tanto di dribbling al portiere e pallonetti metafisici.
Ma vorremmo soffermarci un attimo sulle ultime due reti proposte nel video.
In entrambe, Di Natale decide di fare qualcosa di assolutamente senza senso, che porterà una sfera dal diametro di 24,8cm a sbattere contro una rete sorretta da tre pali.
Nel primo caso, al Bentegodi di Verona, il “Tucu” Pereyra semina il panico nella difesa avversaria, riuscendo a guadagnare una buona posizione per crossare. Il pallone che esce dal suo piede debole è però fiacco e non abbastanza potente per essere colpito al volo; inoltre Di Natale viene preso in controtempo e ha bisogno di inventare una magia: così stoppa il pallone con il sinistro alzandoselo nello stesso tempo, poi esegue una torsione pazzesca con il tronco per arrivare a colpire la palla in caduta con il destro con una potenza notevole.
Gol senza senso.
Ma era di fronte ai suoi tifosi che Totò dava il meglio; nell’ultima rete proposta, vediamo arrivare dalla destra un traversone senza infamia né lode, di quelli che solitamente la mezzapunta di turno mette giù, provando poi a puntare il terzino che scala verso di lui.
Ma quanta banalità.
Di Natale si coordina con quello che secondo la carta d’identità è il suo piede debole e colpisce con una frustata al volo che si infila all’angolino.
Che gli vuoi dire?
Nulla appunto. Se non, ci manchi, Totò. Non vedremo mai più un attaccante come te.
Peccato perché in Nazionale, ora come ora, servirebbe come il pane.
A proposito di Nazionale, riusciremo a vincere domani con Malta e metterci una posizione più tranquilla nelle qualificazioni ai prossimi Europei? Secondo noi si, ma senza dilagare.
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Quanti di voi al buio hanno paura di compiere anche solo un centimetro in avanti non sapendo a cosa stanno andando in contro?
Ecco, ora vi facciamo vergognare ulteriormente mostrandovi come Cristiano Ronaldo, senza vedere nulla, sia comunque in grado di segnare.
Facile, direte voi, appoggiandola in rete colpendo il pallone al volo alla “cieca”, ma se vi dicessimo che è pure riuscito a buttarla dentro di spalletta senza veder nulla?
Non ci credete? Beh guardate (si fa per dire) qui.
Che belli quegli eventi benefici in cui sono coinvolte le star dello sport, in cui magari puoi vedere un calciatore impegnato in un’altra disciplina o un ciclista famoso che tenta di infilare un pallone in porta.
In Spagna, poi, ci tengono particolarmente a questi “mix” sportivi, soprattutto quando le generazioni di fenomeni annoverano nomi veramente di rilievo.
Quella di cui vi stiamo per parlare, infatti, è una partitella di calcetto che vide coinvolto Iker Casillas, storico portiere del Real Madrid e della nazionale spagnola e Rafael Nadal, il più grande tennista spagnolo che abbia mai calcato i campi di ogni superficie.
Il mancino di Maiorca non ha mai nascosto la propria passione per il calcio, tanto che ci sono numerosi video in rete in cui Nadal si destreggia con i piedi utilizzando palline da tennis, ma di certo non era lecito aspettarsi ciò che trovate in questo video.
Già, perché Nadal, in sequenza terrificante, inizia a calciare scaldabagni contro la porta di Casillas. Primo gol, ok, il portierone la prende con sportività. Sul secondo affiora un ghigno beffardo, tipico di chi sta dicendo “ok, però questo è l’ultimo”.
Il problema, però, è che Nadal continua a dar prova di grande abilità, soprattutto nei tiri da fuori: infatti inanella un altro paio di bombe che finiscono dietro le spalle del portiere, prima di strafare.
Su una mezza palla a centrocampo, infatti, Rafa si produce in una ruleta perfetta, prima di tirare col mancino sotto le gambe di Casillas.
Il portiere crolla a terra tramortito: evidentemente non gli avevano detto che quello di fronte a lui era un attaccante consumato.
Già, perché fra numeri, palleggi e sinistri infuocati, siamo certi che quella giornata non fu particolarmente piacevole per il buon Iker, uno abituato a vincere anche a tresette.
Per contro, chissà se Nadal si sia chiesto cosa sarebbe successo, se da giovanissimo avesse optato per la carriera da calciatore.
Chissà, magari entrambi sarebbero diventati leggende dei Blancos.
Nemmeno il tempo di gioire per il gol di Provedel con l’Atletico che Giroud ci delizia con un’altra follia tra i pali. In queste due settimane, il portiere della Lazio e l’attaccante del Milan si sono invertiti i ruoli, ma c’è chi nel mentre è riuscito a fare persino di meglio.
Stiamo parlando di Anthony Beuve, portiere dell’Avranches, squadra che milita nella “Serie C Francese” e che durante il match casalingo contro il GOAL (ovvero l’acronimo di Grand Ouest Association Lyonnaise FC) si è reso protagonista di una doppia impresa nel giro di 5 minuti.
Dapprima parando un rigore calciato col cucchiaio dall’avversario e poi mettendo in rete di testa su uno spiovente da calcio di punizione il gol dell’1-1 finale.