Allegri: “Il mestiere dell’allenatore non si può insegnare”. E ha ragione.

Lo stile di gioco, i flop di alcuni suoi giocatori, la poca identità di gioco che riesce a trasmettere alle sue squadre e chi più ne ha, più ne metta. Da sempre (o quasi) Massimiliano Allegri è uno degli allenatori più discussi e criticati. Eppure, nonostante le parole dette e scritte su quanto giochino male le sue squadre, a parlare per lui sono i risultati.

Una promozione in Serie B una Supercoppa di Serie C1 con il Sassuolo. Il nono posto con il Cagliari. I 6 scudetti, le 4 Coppe Italia e le 3 Supercoppe Italiane conquistate con Milan e Juventus. Due finali di Champions League. Insomma, difficile essere troppo critici con un allenatore che riesce a raggiungere certi traguardi.

Anche perché, come dice lo stesso Allegri, fare l’allenatore non è poi così semplice. 
Allenare non è solo tattica. Non è solo schemi. Allenare è un insieme di fattori che non tutti riescono a gestire. Ci sono gli allenamenti dal lunedì al venerdì, c’è la preparazione della partita. E poi c’è la partita, quella della domenica, che tu puoi aver preparato come vuoi ma se dopo 5 minuti il tuo centrale viene espulso, saltano tutti i piani.

Fare l’allenatore è anche e soprattutto gestione. Gestione dei momenti e delle risorse umane, cioè dei calciatori. Per questo, è impossibile insegnare quel mestiere. Troppe varianti sono da tenere in considerazione, ma soprattutto sono tutte da imparare sul campo e non seduti al banco guardando una lavagna.

Per molti forse è troppo pragmatico, ma su questo punto c’è da ammettere solo una cosa: Allegri ha maledettamente ragione.

 

JUVENTUS – INTER: MULTIGOL 1-2

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Ma Paulo Dybala ha mai fatto gol brutti? (VIDEO)

“Chi non ama il mancino di Dybala ha problemi con i sentimenti”.

Del resto, anche da semplici appassionati, come si potrebbe non essere innamorati di quel mancino dopo che per anni Paulo ci ha incantato tra tiri a giro, punizioni, dribbling e gol decisivi all’ultimissmo secondo?

Oggi la Joya compie 30 anni (sì, siamo vecchi) e vi giuriamo che abbiamo provato in tutti modi a trovare un suo gol brutto, ma proprio non ci siamo riusciti. Cioè, anche quelli semplici o apparentemente normali, li fa sembrare a volte dei gol favolosi. C’è dell’estro, della classe e dell’eleganza in quel mancino che a volte sappiamo esattamente che tiro farà, eppure ci sorprendiamo sempre di più ogni volta.

Qui per voi i video dei suoi gol con Juventus, Palermo e Roma, che riassumono in maniera perfetta quello che abbiamo detto finora: il mancino di Paulo Dybala è un Patrimonio dell’umanità.

Tutte le magie di Dybala con la Juventus


Tutte le magie di Dybala con il Palermo


Tutte le magie di Dybala con la Roma

Quella volta che Del Piero firmò il contratto in bianco per amore della Juve (VIDEO)

Eh già, calciatori così non ne nascono più.

E non lo diciamo per dire, voi sapete che noi al concetto di “calcio romantico” preferiamo un bel calcione a tacchetti spianati sulla rotula, ma quando ogni tanto ripensiamo a certi idoli della nostra giovinezza, è impossibile non lasciarsi prendere dalle emozioni.

Perché diciamocelo chiaramente, nell’inverno del 2011 il tifoso medio juventino se l’era vista brutta: il capitano storico Alessandro del Piero era al centro delle trattative per il suo rinnovo di contratto. Che la sua carriera fosse agli sgoccioli era noto, ma lo spettro di un passaggio ad una storica rivale, anche solo per ripicca, si faceva più insistente ad ogni settimana passata senza la firma per la stagione successiva.

Del Piero, da sempre precursore in tutto, decide allora di registrare un video messaggio per i suoi tifosi, che funga da rassicurazione e che possa mettere a tacere ogni dubbio.

Location improvvisata, testo chiaramente scritto al pc e proiettato in modo da facilitarne la lettura, voce impastata dal sonno e si va in scena con le guglie della città di Torino a fare da sfondo.

È un Del Piero sorridente e istrionico (sì, non abbiamo idea di che cosa significhi questo aggettivo, ma faceva la sua figura) quello che smentisce con un sorriso tutte le falsità circolate sul suo conto; per poi raccontare al mondo intero la sua scelta: firmare in bianco con la Juventus.

Le parole di Alex, scherzi a parte, sono veramente bellissime, indipendentemente dalla fede calcistica che un tifoso possa avere: “per me i tifosi e la maglia sono concetti importanti”, oppure: “ho guadagnato tanti soldi e con altre scelte avrei potuto guadagnarne molti di più, ma per me il calcio non è solo denaro”, fino ad arrivare al momento clou, “ho firmato in bianco il primo contratto della mia vita con la Juventus, firmerò in bianco anche l’ultimo”.

Onestamente, che gli vuoi dire?

Veramente, Alex: chapeau.

 

JUVENTUS – CAGLIARI: GOL

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Ma quanto ca**o era devastante Krasic alla prima stagione con la Juventus? (VIDEO)

Poco dopo il suo arrivo alla Juventus era stato rinominato il nuovo Nedved, per via della chioma bionda e di alcune movenze che ricordavano il fuoriclasse ceco.

E l’appellativo non sembrava poi così sbagliato visto com’erano iniziate le cose: già alla terza presenza  in bianconero infatti, Milos Krasic mette a segno una tripletta che lo fa entrare di diritto nel cuore dei tifosi. Il gioco di Del Neri lo esalta. Eccome se lo esalta. Diventa praticamente imprescindibile. Tutto sembra andare alla meraviglia.

Una squalifica per simulazione e un infortunio muscolare riescono a fermarlo: Krasic chiude il resto della stagione 2010/2011 confermando l’ottima operazione di mercato mettendo a referto ben 9 gol e 9 assist. Non male per un “esordiente”.

Nell’estate del 2011, poi, il fattaccio. Alla Juve arriva Antonio Conte, che Krasic proprio non riesce a vederlo. Lo tiene spesso in panchina e lo fa partire da titolare appena 4 volte. Non è di fatto un giocatore utile ai suoi schemi di gioco. Il centrocampista termina la stagione con sole 7 presenze e 1 gol. Tutto il contrario di quanto era accaduto nell’annata precedete e di quali erano le aspettative sue e dei tifosi.

Lascerà Torino nell’estate del 2012, rammaricato per come erano andate le cose ma conscio del suo potenziale: la sua prima stagione in bianconero fu qualcosa di spettacolare e che i tifosi ancora ricordano.

Aurelio de Laurentiis smonta il calcio Italiano in 4 minuti (VIDEO)

“Dazn non è competente e non fa bene al calcio italiano, come non lo fa Sky. Il calcio italiano morirà grazie a questa offerta”.

Aurelio De Laurentiis ha interrotto l’assegnazione dei diritti tv per protestare così di fronte alle telecamere.

Il presidente ha sbottato perché sostiene che il pubblico italiano è l’elemento centrale della visione dei contenuti della Serie A e andrebbe tutelato.

Qui sotto trovate tutto il suo sfogo per intero.

Siete d’accordo con lui?

(Fonte: GOAL Italia)

Quella volta che fu l’inter a fare il pasillo al Milan (VIDEO)

Una delle più grandi dimostrazioni di fair play calcistico — oltre al gesto di buttare la palla fuori dal campo quando qualcuno si fa male — è il pasillo d’onore: una tradizione d’origine spagnola che consiste nel far sfilare la squadra vincitrice di una competizione (coppa o campionato) davanti ‘agli sconfitti’. A primo impatto tutto ciò può sembrare sadico, non sono infatti mancati episodi in cui la squadra avversaria, ancora amareggiata dalla sconfitta, si rifiutasse di applaudire i vincitori — come accaduto durante il periodo di dominio in campionato della Juventus, anni in cui il pasillo ‘non si sa come mai’, non fu mai fatto.

Al contrario, ricordiamo con piacere quanto accaduto il 23 dicembre 2007 prima del Derby tra Inter e Milan: i nerazzurri accolsero infatti i rossoneri — vincitori della coppa Intercontinentale — disponendosi su due file, applaudendo con rispetto i rivali che entravano in campo. La partita fu vinta alla fine dagli interisti per 2-1 — karma.

Dato che in Italia non sono stati molti gli episodi di questo genere — fatta eccezione per l’omaggio della Sampdoria e la Fiorentina al Napoli di Spalletti e l’ironico pasillo fatto all’arbitro Rocchi — ci auguriamo che in futuro la tradizione iberica diventi un must anche in Italia.

Vedremo sempre più maxirecuperi in Serie A: i motivi

Vi ricordate i minuti di recupero infiniti durante il Mondiale in Qatar? Bene, presto potremo vederli anche nella nostra tanto amata Serie A.

Ieri si sono riuniti i vari direttori di gara di tutta Italia per l’aggiornamento sulle nuove disposizioni del regolamento in vigore dalla stagione in arrivo.

La lente di ingrandimento si è posizionata sulla regola numero 7, ovvero quella legata alla “Durata di gioco” dei vari match di campionato.

Come riportato da Il Corriere dello Sport, da quest’anno le esultanze per i gol avranno un occhio di riguardo in più e influiranno sull’allungamento della gara, diventando motivo concreto di recupero non solo per le esultanze prolungate o le infrazioni di ogni tipo.

Questo significa che se una partita dovesse finire con 3 reti, a prescindere dalle varie perdite di tempo generali, potremmo assistere a match lunghi più di 100 minuti.

Già perché oltre alle esultanze, i tempi si sono dilatati per l’utilizzo del var, le sostituzioni e le riprese di gioco rallentate.

Ascoltando il parere degli analisti della CAN, in media vedremo due minuti di recupero nel solo primo tempo e dai 7 ai 10 nel secondo.

Nell’amichevole disputata al Tardini tra Parma e Sassuolo abbiamo assistito al primo esperimento in tal senso. Nel primo tempo, pur senza  eventi degni di nota, l’arbitro Tremolada ha concesso due minuti di recupero. Questo aspetto sarà costante a partire dalla prima giornata, con le partite che non dovrebbero più concludersi senza un periodo di recupero. Nella ripresa, invece, potrebbe essere consuetudine veder assegnati dai sei agli otto minuti, fino a un massimo di dieci.

Un passo concreto verso il passaggio al tempo effettivo?

La classifica dei tifosi allo stadio in Serie A

Da ormai più di un mese si è conclusa la stagione 2022/23 e la Serie A se n’è andata in vacanza, lasciandoci soli nel calore torrido delle città.

Mentre partono i ritiri, i tifosi rinnovano l’abbonamento e non vedono l’ora di riempire gli stadi nel campionato che verrà. 

Una delle poche gioie che ci è rimasta di questo calcio, infatti, è seguire la propria squadra sugli spalti, sia quando si vince che quando si perde.

E quindi ci siamo chiesti: quali sono le squadre con più tifosi all’interno del proprio impianto nei match casalinghi? Abbiamo scovato la classifica su Transfermarkt e oggi ve la mostriamo.

Vi aspettavate che la Roma, pur avendo chiaramente una capienza più grande allo stadio, potesse stare davanti in classifica al Napoli Campione d’Italia? 

Il quinto posto in Serie A può valere la Champions

La UEFA ha introdotto diverse novità nella riforma della Champions League a partire dalla stagione 2024/25.

La più eclatante di queste modifiche riguarda il numero delle squadre partecipanti, che passeranno da 32 a 36. Ma come verranno selezionate le quattro squadre aggiuntive che parteciperanno al torneo?

La stessa UEFA ha fornito spiegazioni in merito. Sulla base della lista di accesso alla UEFA Champions League per il ciclo 2021-2024, quattro posti aggiuntivi nel ciclo 2024-2027 saranno assegnati attraverso tre diverse modalità (come riportato da Calcio e Finanza).

Una delle squadre aggiuntive per la fase a girone unico sarà assegnata alla federazione che si posiziona al quinto posto nel ranking dei Paesi UEFA, senza perdere gli attuali accessi ma integrandone uno in più. In parole povere, una tra Francia e Olanda (che in questa stagione si contenderanno il quinto posto perché staccate di pochi punti nel ranking) avrà una squadra in più nella prossima Champions.

La seconda squadra in più sarà invece una squadra campione nazionale dei campionati minori, allungando dunque il numero di squadre già presenti ne “il percorso dei Campioni) da 4 a 5 e rimuovendo un turno preliminare.

Mentre ora capiamo perché il quinto posto in Serie A può valere la qualificazione diretta in Champions League.

Sì perché le altre due squadre aggiuntive verranno selezionate in base alla performance collettiva della stagione precedente nelle varie competizioni per club (quindi Champions+Europa League+Conference League).

Se le compagini italiane arriveranno lontano nelle varie coppe (come fatto nella passata annata, dove grazie soprattutto a Inter, Roma e Fiorentina ci siamo piazzati dietro solo all’Inghilterra per pochissimi punti) e riusciranno ad ottenere uno dei primi due posti nel Ranking Uefa stagionale, avranno diritto ad un posto in più in Champions in quella successiva tramite il quinto posto in campionato.

Ergo, niente uscite anticipate per concentrarsi sul campionato, rimboccatevi le maniche perché il percorso nelle coppe minori europee avrà più valore anche per voi.

Prima giornata e big match: il calendario della Serie A 2023/2024

La nuova stagione di Serie A è stata ufficializzata.

Alle 12 sono iniziati i sorteggi per il calendario del prossimo campionato, componendo il puzzle dell’ennesima annata della nostra vita in cui non ci perderemo un istante di gioco, nemmeno di Frosinone-Lecce il lunedì sera.

La prima giornata taglierà i nastri di partenza il 20 agosto, mentre il campionato terminerà il prossimo 26 maggio.

Qui sotto vi lasciamo gli appuntamenti della prima giornata, tutti i vari big match e le info sulle varie pause nazionali, oltre all’unico turno infrasettimanale.