Gli 11 giocatori che hanno vinto Champions e Mondiale nella stessa stagione

La finale di Champions League incombe. Fra chi si è già tatuato il triplete sul polpaccio (sponda Ciy) e chi non dorme da quattro settimane per la tensione (sponda Inter); l’appuntamento è ormai imminente.

Julian Alvarez e Lautaro Martinez, che potrebbero decidere la finalissima con un gol, sono a caccia di un riconoscimento che pochissimi calciatori nella storia sono riusciti ad ottenere: quello di vincere nello stesso anno Mondiale e Champions League.

Accanto a Leo Messi che solleva la Coppa, infatti, c’erano anche loro due: il Toro e l’Arana. Ma chi prima di loro aveva raggiunto un traguardo così prestigioso?

1. Sepp Maier (portiere): nonostante non fosse biondo, trasudava “tedeschitudine” da tutti i pori: campione del Mondo con la Germania e d’Europa con il Bayern Monaco nel 1974

2. Paul Breitner: (difensore): nato come centrocampista, ha seguito per numerosi anni le grida del portiere sopracitato spostandosi poi sulla linea di difesa. Ha accompagnato Maier nel grande doppio trionfo del 1974.

3. Hans-Georg Schwarzenbeck (difensore): vorremmo dire che i tedeschi e in generale il binomio Bayern Moncaco – Germania del ‘74 hanno finito di occupare questa classifica, ma purtroppo staremmo dicendo solo una vile bugia. Eccone un altro, sempre sulla linea di difesa.

4. Franz Beckenbauer (difensore): questo almeno è una leggenda veramente inscalfibile. Da segnalare fra l’altro che i Mondiali vinti da questo difensore sono stati addirittura due, (1974 e 1990).

5. Uli Hoeness (attaccante): dai, ci siamo quasi, la generazione d’oro tedesca è quasi terminata, tenete duro. Questo almeno era uno che la buttava dentro e che non spaccava menischi a colazione, pranzo e cena.

6. Gerd Muller (attaccante): Der Bomber è da sempre ritenuto uno degli attaccanti più forti della storia del calcio. 730 gol in 788. Un Haaland dell’anteguerra, insomma.

7. Jupp Kapellmann (centrocampista): Alè, ci siamo, ce l’abbiamo fatta. Questo è l’ultimo del magico binomio Germania + Bayern Monaco del ‘74. Onesti? Non lo conoscevamo; ma scarso non lo era di sicuro.

8. Christian Karembeu (centrocampista): un incredibile passaggio alla Sampdoria è stato sicuramente formativo per farlo arrivare carico come una mina al 1998, anno in cui sollevò la Champions League con il Real Madrid e la Coppa del Mondo con la Francia.

9. Roberto Carlos (difensore): giocatore simbolo del Real Madrid e del Brasile dei fenomeni, per lui l’anno d’oro è stato il 2002: prestazioni indimenticabili, giocate sontuose e galoppate leggendarie. Di calciatori così, non ne nascono proprio più.

10. Sami Khedira (centrocampista): ritorna la vecchia scuola tedesca, ma questo quantomeno è uno di quei mastini di centrocampo che si ricordano bene. Ha vinto tanto anche con la Juve, ma sicuramente il suo anno fu il 2014: vittoria con la Germania e con il Real Madrid.

11. Raphael Varane (difensore): l’ultimo giocatore a raggiungere questo doppio grande traguardo è Raphael Varane, che nel 2018 ha sollevato la Champions da protagonista con i Blancos e il Mondiale con la Francia.

La nuova vita di Lulic

Tantissimi giocatori hanno indossato e onorato la storica maglia della Lazio, scrivendo pagine indelebili del gioco del calcio con lo stemma dell’aquila sul petto. Pochi, però, possono dire di aver raggiunto il livello di venerazione di cui gode Senad Lulic. Il suo gol decisivo nella finale di Coppa Italia del 2013 contro la Roma lo ha posizionato per sempre a livello “divinità” per tutti i tifosi della Lazio.

E quando al termine della stagione 2020/21, con 371 presenze all’attivo in maglia biancoceleste ha deciso di salutare la Capitale, era chiaro a tutti che sarebbe stato impossibile ricreare con un altro club ciò che era avvenuto con quello di Lotito. Dopo un anno di inattività, il centrocampista bosniaco ha quindi annunciato il suo ritiro ufficiale.

E ora?

Come tanti ex calciatori, Lulic ha intrapreso la strada che lo porterà verosimilmente a diventare un allenatore: al contrario di tanti, però, rimane con i piedi per terra, dedicando tanto tempo alla propria famiglia e lavorando con grande tranquillità sul fronte “futuro”. Chi lo ispira? A suo dire, tutti i migliori mister avuti negli anni di militanza nella Lazio: da Inzaghi a Reja, passando per Pioli e Petkovic.

Tornando invece al futuro più…prossimo, pare ormai certa la sua presenza in tribuna per la prossima gara di campionato, che vedrà la Lazio (già aritmeticamente qualificata alla Champions League) vedersela con la Cremonese (già aritmeticamente retrocessa).

Il motivo?

Proprio in quella giornata sarà celebrato il decennale del gol in finale di Coppa Italia che ha contribuito a renderlo un’icona biancoceleste.

Tutto rose e fiori fra Lulic e Lotito, quindi?

Non proprio: infatti il bosniaco qualche mese fa, nel corso di un’intervista, si è mostrato risentito per il trattamento ricevuto dalla società nel momento del suo addio: il calciatore infatti, aveva stretto i denti a quasi 36 anni per una stagione intera, giocando con infiltrazioni alla caviglia a causa di un’infezione avvenuta per colpa di un’infezione batterica.

Il mancato rinnovo di contratto, comunicato da Tare in maniera asettica e impersonale, fu definito dalla stampa parte del progetto di “svecchiamento” della rosa.

Verissimo, per carità, anche se poi pochi mesi dopo il sostituto acquistato fu Pedro, di un paio di anni più anziano di Lulic.

Insomma: con la Lazio e il suo presidente non si può mai stare tranquilli. Ma siamo sicuri che sabato, in occasione della partita, entrambi riusciranno a sotterrare l’ascia di guerra, memori di quello storico pomeriggio che rimarrà per sempre impresso nella mente di tutti i tifosi laziali.

Cosa fanno oggi i giocatori del Leicester che vinse la Premier?

Ci sono tanti fattori che, nel 2023, possono far soffrire un uomo: c’è chi comincia a dover fare i conti con gli acciacchi dell’età, chi si ritrova a dover pagare gli alimenti a quella che appena un paio di anni prima pareva la donna giusta, chi ha già ipotecato il prossimo stipendio per giocare il nogol+over 1,5 dell’Empoli e chi più ne ha più ne metta.

Se però ora voi andate ad aprire una qualsiasi app di risultati calcistici, cliccando su Premier League, siamo sicuri che vedendo il terzultimo posto attuale del Leicester, sarete tutti colpiti al cuore da un’immensa nostalgia.

Dove sono finite le magiche Foxes, capaci di far sognare il mondo intero con la vittoria più impronosticabile della storia del calcio moderno? Beh, ecco cosa è accaduto all’11 titolare di quella favola.

SCHMEICHEL: Dopo 11 anni totali di militanza con la maglia del Leicester, si è trasferito a Nizza. Brutta vita? Noi non crediamo.

FUCHS: Dopo sei anni al Leicester, ha deciso di cambiare vita, accettando l’offerta americana del Charlotte F.C. dove ha trascorso due anni di piena attività.

MORGAN: Lo storico capitano della Premier League vinta, finché ha avuto fiato in corpo, ha sostenuto la propria squadra in ogni modo. Si è ritirato dal calcio dopo aver disputato anche la Champions League: se glielo avessero detto dieci anni prima, lui stesso non ci avrebbe creduto.

HUTH: Il titolo con il Leicester deve avere avuto per lui un sapore speciale, dopo i due vinti con la maglia del Chelsea, ma da assoluto comprimario. Proprio per questo rifiuterà successivamente ogni altra offerta, per chiudere la carriera con la maglia delle Foxes.

SIMPSON: Tutt’ora in attività, è sceso di categoria con il Bristol City, anche se nel corso di due stagioni ha racimolato solamente 7 presenze.

ALBRIGHTON: Dopo oltre 220 partite giocate con la maglia del Leicester, complice anche una stagione sciagurata, a gennaio ha scelto di passare in prestito al West Bromwich Albion, cercando un parziale riscatto dopo un’annata veramente complicata. In ogni caso, fedele alla causa.

KANTE’: pare che tocchi a lui risollevare le sorti del Chelsea di Frankie Lampard. Impresa epocale, vista la quantità enormi di problemi che il club di Londra sta attraversando; ma chi più farcela, se non lui?

DRINKWATER: forse il più grande “bluff” della favola Leicester. Il buon Danny non è riuscito più a riconfermarsi e dopo alcune esperienze fallimentari, oggi è svincolato.

MAHREZ: lui è uno che davvero troverà il suo nome scritto nei libri di storia di questo sport. Plasmato dalla lungimiranza di Pep Guardiola, ha vinto e si appresta a vincere numerosi altri titoli, anche se nessuno avrà forse il sapore di quello vinto sotto la guida di Sir Claudio.

OKAZAKI: classico calciatore giramondo, che dopo la vittoria della Premier ha giocato al Malaga, nell’Huesca, nel Cartagena e ora si trova in Belgio, al Saint Truden.

VARDY: gli anni passano anche per lui e in questa stagione la carta di identità sta presentando il conto. Ma se c’è un uomo che può avere il guizzo decisivo per la salvezza del Leicester, quello è proprio Jamie Vardy.

MISTER RANIERI: Sir Claudio non ha perso il fascino delle sfide difficili e così in questa stagione ha accettato la guida del Cagliari: una di quelle squadre apparentemente ingovernabili. Ad oggi la squadra sarda è in zona play off. Quindi potenzialmente ad una sola stagione dalla vittoria della Serie A.

BONUS TRACK: INLER&BENALOUANE: la strana coppia con il passato italiano è rimasta nella storia del Leicester, pur giocando poco e niente. Lo svizzero oggi è un centrocampista dell’Adana Demirspor, in Turchia; mentre l’algerino si sta guadagnando la pagnotta in Serie C, al Novara.