Come nacque il meme “italiano” di Yakin (VIDEO)

Non ci siamo ancora ripresi da sabato, ovvero da quando la Svizzera ci ha buttato fuori dagli Europei umiliando la nostra Nazionale Italiana campione in carica.

Una sconfitta cocente, non tanto per l’eliminazione in sé, ma per come è arrivata.

Gli 11 di Spalletti sono scesi in campo sulle gambe, senza la determinazione e il fuoco negli occhi che caratterizza solitamente il gruppo azzurro durante le competizioni più importanti, o almeno quando ad esse ci qualifichiamo.

La Svizzera ha meritato ampiamente di qualificarsi a nostro discapito, merito sopratutto del suo CT Murat Yakin, che sta disegnando un calcio che fa sognare una piccola realtà che ora sogna di fare uno sgambetto anche ai nostri acerrimi rivali inglesi.

Molti di voi, però, non hanno notato che l’allenatore elvetico era già ben conosciuto ai nostri occhi per via di un episodio diventato virale negli anni. 

No, non si tratta di un gesto tecnico di quando giocava e nemmeno di una tattica rivoluzionaria per il mondo del calcio: parliamo infatti di un meme.

Quello che lo inquadrò mentre faceva un gesto tipicamente italiano, riconosciuto in tutto il mondo.

Se guardate la sua base sappiamo tutti di cosa stiamo parlando, ma vi ricordate perché Yakin reagì così e in quale partita?

Vi rinfreschiamo noi la memoria.

Era il lontano dicembre 2013 e il Basilea, allora allenato proprio dal tecnico elvetico, fu protagonista di un errore arbitrale che gli costò carissimo.

Durante l’ultimo match dei gironi di Champions League, infatti, lo Schalke vinse 2-0 con un gol di Matip in netto fuorigioco sugli sviluppi di un calcio di punizione.

E, guarda caso, l’arbitro era uno dei nostri; Tagliavento non disponeva della var e convalidò la rete, lasciando di stucco il povero Yakin, che reagì come un vero italiano all’estero.

Rivediamolo insieme.

A proposito di Svizzera, come finirà il match di questa sera contro l’Inghilterra?

RISULTATO ESATTO INGHILTERRA-SVIZZERA: 1-1

Planetwin365: 6,32

William Hill: 6,00

Snai: 6,00

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Com’era l’Italia l’ultima volta che perse contro la Svizzera?

Ragazzi ovviamente sappiamo già che questa sera dovremo mettercela tutta per passare il turno e arrivare ai quarti di finale per affrontare a testa alta l’Inghilterra.

Siamo anche consapevoli, però, che un po’ di scaramanzia non fa mai male in certe occasioni.

Quindi, toccando ferro, piuttosto che ricordare i magnifici successi della nostra Nazionale Italiana, vogliamo capire com’eravamo scesi in campo l’ultima volta che uscimmo sconfitti contro la Svizzera, che ha chiaramente in mano già il pass per il prossimo turno.

Per farlo dobbiamo spolverare l’album dei ricordi.

Ma prima vi facciamo un regalo: va bene gufare, ma dobbiamo credere nei nostri uomini.

PRONOSTICO SVIZZERA-ITALIA: X2

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* Le quote sono soggette a variazioni con l’avvicinarsi delle partite

Dicevamo, era il lontano 1993 quando gli Azzurri uscirono sconfitti da un match ufficiale contro gli Elvetici.

Durante la settima giornata delle qualificazione mondiali, giocammo a Berna una partita resa ancora più difficile dall’espulsione di Dino Baggio alla fine del primo tempo.

Fu un gol dell’irreprensibile Hottinger a mandarci al tappeto.

Rispetto agli ultimi 10 anni, però, alla fine strappammo comunque l’accesso al Mondiale di Usa 94 e sappiamo tutti come andò a finire.

Ma chi erano i giocatori in campo con la maglia azzurra quella sera?

Una formazione da sogno se paragonata all’attuale rosa di Spalletti, con un attacco che avrebbe fatto invidia a qualsiasi nazione, a tal punto che Arrigo Sacchi, pur di non rinunciare alla sua couple goals, decise di posizionare Beppe Signori esterno sinistro.

Vediamola insieme:

Italia (4-4-2): 

Pagliuca; Mannini, Vierchowod, Baresi, Maldini; Fuser, Zoratto, D. Baggio, Signori; R. Baggio, Mancini.

CT: Arrigo Sacchi

Se ci tenete tanto, vi lasciamo qui sotto pure gli highlights del match in questione.

46 secondi di Spalletti che cazzia gli azzurri durante Italia-Albania

Ieri l’Italia è riuscita a battere l’Albania, ribaltando la partita dopo essersela complicata appena poco dopo l’inizio del match.
I gol sono stati di Bastoni e Barella. Il Man of the Match che ha incasinato la difesa albanese è stato Chicco Chiesa.

Ma chi ha svoltato la partita è stato lui, Lucianone, che dalla panchina ha ringhiato sugli Azzurri in campo, per dare una sveglia generale a TUTTI.

46 secondi di pura poesia.

Quando Conte impazzì durante Italia-Spagna (VIDEO)

Italia-Spagna non è mai una partita come le altre.

E per nostra sfortuna, li incontriamo spesso i nostri cugini durante il percorso degli Europei o della Nations League. Contro le Furie Rosse abbiamo vinto una sola partita ufficiale negli ultimi 30 anni (se non consideriamo la vittoria ai rigori di Euro2021 che avvenne a tempi regolamentari e supplementari già conclusi). 

Era il 27 giugno 2016 quando la Nazionale Italiana guidata da un incontenibile Antonio Conte vinse 2-0 contro gli spagnoli grazie alle reti di Chiellini e Graziano Pellè.

Al di là della gioia della vittoria, di quel giorno ricordiamo bene un’altra cosa: le urla e le reazioni esilaranti del neo allenatore del Napoli. 

Se la prese con chiunque e pretese il massimo dai suoi ragazzi; iconica la scena in cui raccolse un pallone perso malamente da Giaccherini e lo cacciò via con tutta l’adrenalina in corpo del momento.

E poi il salto sopra al panchina… vabbè ma invece di stare qui a leggerle, rivediamocele insieme in questi highlights.

Non sappiamo come finirà invece la partita del girone di Euro 2024, ma siamo convinti perlomeno che non mancheranno i gol.

PRONOSTICO SPAGNA-ITALIA: OVER 0,5

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* Le quote sono soggette a variazioni con l’avvicinarsi delle partite

Taarabt ha rivelato perché il Milan non lo riscattò

In sei mesi si prese il Milan, se lo mise sulle spalle e fece letteralmente il cazzo che voleva.

Un giocatore dalla tecnica pazzesca e dall’estro spericolato, che sarebbe voluto rimanere in rossonero per dimostrare finalmente a tutti di poter diventare un campione.

Invece, poi, cadde in depressione.

La storia di Taarabt è una montagna russa di alti e bassi: di recente si è aperto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, raccontando tutta la verità sull’esperienza sotto i riflettori di San Siro.

In molti si chiedono come mai, dopo 6 mesi di fuoco, non venne riscattato dal QPR. E la risposta non è certo quello che i milanisti vorrebbero sentire…

“Seedorf mi voleva bene, io stavo da Dio. Dopo soli due mesi si parlò del riscatto, ma in estate cambiò tutto. Inzaghi disse ai piani alti di non voler puntare su di me perché preferiva Cerci. Lo rispetto, ma sentirmi dire una cosa del genere no. Ora tutti vedono che carriera sta avendo come allenatore. Suo fratello ha fatto bene, lui invece …”

Noi ve lo avevamo detto che era meglio non saperlo.

E, pur non essendo dei terapisti, abbiamo capito perché poi Adel cadde in depressione.

“C’ho messo 18 mesi a recuperare. Volevo mollare tutto. Immagina di indossare la maglia del Milan, giocare a San Siro, far sognare i tifosi e poi via, tutto finito. Quando sono tornato al QPR, un club che amo e rispetto, ero svuotato. Nella mia testa era impossibile giocare lì”.

Ovviamente stare al fianco di Balotelli in giovane età non lo ha aiutato.

“Una volta arrivò all’allenamento con la Ferrari e il suo rottweiler dentro, a duecento all’ora. Andava così forte che il cane era completamente stordito. Sembrava un gatto. Il dottore gli spiegò che per un cane era deleterio andare forte. Ma avrei mille storie: un’altra volta, prima di una gara contro il Chievo, disse a Pazzini di scendere in campo dall’inizio perché lui non voleva giocare. Ovviamente Mario segnò dopo pochi minuti. Era buono, ma totalmente matto”.

E infine, l’episodio che nessuno avrebbe mai potuto immaginare: la rissa con Kakà.

“So che sembra strano sentirselo dire perché Kaká è il ‘ragazzo perfetto’, ma è successo. Insomma, andò così: esercitazioni, attacco contro difesa, invece di servire Ricky passai il pallone a Balotelli, così lui iniziò a urlarmi addosso.

Rimasi stupito, ma non si fermava, quindi a un certo punto gli ho messo le mani al collo. Io capisco che sei Kaká, ma se urli io perdo la testa. Il giorno dopo, però, lui si scusò e mi portò fuori a pranzo. All’epoca lo spogliatoio aveva dei clan. Alcuni non volevano aiutare Seedorf, altri sì. Io ero nel mezzo”.

In fondo, Adel, ti abbiamo voluto tutti un gran bene e sognavamo che potessi prenderti in mano il Milan nella sua rinascita, ma purtroppo il destino decise che doveva annà così fratellì.

Milan che scenderà in campo per l’ultima volta in questa stagione a San Siro domani sera. E non essendoci più nulla in palio, contro la Salernitana, auspichiamo di vedere una partita piena di gol.

 

MILAN-SALERNITANA: OVER 4.5

Planetwin365: 2,64

William Hill: 2,50

Snai: 2,55

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Il segreto di Dimarco per segnare sulla ribattuta da calcio di rigore (VIDEO)

Al Pacino in “Ogni maledetta domenica” diceva che la vita, come il football, è un gioco di centimetri. Aggiungeva anche che il margine d’errore è ridottissimo, sottolineando la moltitudine di variabili che possono condizionare l’esito di una partita — come dargli torto.

Ora, senza scomodare Al Pacino, quanto viene detto nel film è applicabile ad ogni sport, anche al calcio. Abbiamo visto con i nostri occhi molte partite di cui il risultato è dipeso da piccoli episodi, accortezze, furbizie, centimetri.

Non bisogna per forza pensare a momenti eclatanti: Zidane che tira una testata a Materazzi, Maradona che segna di mano contro l’Inghilterra, no. Sono trucchi più sottili, azioni o casualità che, alla fine, fanno la differenza.

Una messa in pratica più recente delle parole del “fu” Tony Montana è avvenuta ad opera di Dimarco, il quale sa bene che mezzo passo fatto in anticipo o in ritardo, può cambiare tutto.

Durante Inter – Atalanta di pochi mesi fa, il terzino nerazzurro ha infatti segnato un gol grazie a un’intuizione, un cambio di schema: Lautaro sta per battere un rigore e, Dimarco, invece di posizionarsi oltre l’area alle spalle dell’attaccante, inizia a defilarsi lateralmente.

Lo vediamo allontanarsi dal gruppo di colleghi, non per disinteresse, ma per prendere la rincorsa. Non sta passando il tempo sperando che il compagno segni, sta già pensando al dopo, a quello che potrebbe succedere, a come potersi rendere utile — qualcuno direbbe solo che pensa male eh.

I fatti però gli danno ragione: la palla scagliata dal Toro contro la porta viene respinta dal portiere e, casualmente, si muove verso Dimarco, che ribatte in rete — calcolato.

Sapeva che è una questione di spazio, che allontanandosi, sarebbe arrivato più velocemente di tutti gli altri.

Come sottolineava Pacino — che scomodiamo un’ultima volta — , forse, nel calore del momento, tra il fragore del pubblico e il battito accelerato del cuore, ciò che fa davvero la differenza è quell’istinto di anticipare, quel piccolo spostamento, quei pochi centimetri conquistati che trasformano una semplice possibilità in un gol decisivo.

FROSINONE – INTER X:

Planetwin3654,20

William Hill: 4,00

Snai: 4,00

Il trucco di Dimarco è stato svelato, per questo magari gli avversari riusciranno a strappare un pareggio. Noi giocheremo questa bolla su Planetwin365che offre una quota piuttosto alta e soprattutto un interessante bonus di benvenuto per i nuovi registrati. Vi ricordiamo che le quote possono essere soggette a variazioni con l’avvicinarsi delle partite. Di seguito vi mostriamo la comparazione dei bonus di benvenuto offerti dai vari bookmakers:

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Quando Antonio Conte provò la carriera da telecronista (VIDEO)

Negli anni ci siamo ormai abituati a vederlo sbraitare a bordo campo, che fosse per dare indicazioni ai propri giocatori, o per esultare ai gol della sua squadra o per lamentarsi di qualche decisione arbitrale. Ci siamo anche abituati alle sue conferenze stampa e dichiarazioni post partita, sempre pungenti e talvolta sarcastiche. Insomma, lo abbiamo inquadrato per quello che è: un allenatore vincente, che trova sempre il modo di far parlare di sé.

Eppure, pochi sanno (o si ricordano) che Antonio Conte per un momento tentò addirittura di intraprendere un’altra carriera: quella del commentatore. La partita in questione è Fiorentina-Cagliari del lontano 2009. Antonio Conte, per conto di Sky, affiancò Riccardo Trevisani in telecronaca e in un video, ancora oggi presente sui social media, lo si sente commentare il gol di testa di Alberto Gilardino.

Dopo una serie di elogi, il tecnico pugliese si sbilancia, in quello che alcuni definirebbero come un paragone “Agghiaggiande” e altri invece potrebbero addirittura dargli ragione: “Questo Gilardino mi ricorda Batistuta”.

Ora, Gila ha avuto una grande carriera e da allenatore con il Genoa sta dimostrando doti da vero leader, ma forse il paragone con Batigol in quella situazione fu un po’ azzardato. Fatto sta che Conte ha scelto un’altra strada, per sua fortuna (visti i successi ottenuti) ma sotto sotto un po’ di rammarico a noi è restato: con lui al commento tecnico ci saremmo potuti divertire e non poco.

 

LECCE – FIORENTINA: GOL

Planetwin365: 1,88

William Hill: 1,85

Snai: 1,85

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Ma che ca**o di gol ha fatto Pafundi contro la Svezia? (VIDEO)

Riceve palla. La addomestica con il piede sinistro. Se la sposta leggermente e quasi da fermo fa partire un tiro da circa 25 metri che sbatte contro la parte bassa della traversa all’altezza dell’incrocio dei pali ed entra in rete.

C’è poco da dire: Simone Pafundi, classe 2006, l’ha fatto proprio brutto. Nel 2-2 con cui l’U19 italiana è tornata dalla Svezia, il giocatore dell’Udinese è stato l’assoluto protagonista. Due gol (il secondo su rigore), tante giocate degne di nota e forse un grande rimpianto, quello di non vederlo giocare con questa frequenza in Serie A. 

Finora Pafundi ha disputato solamente 60 minuti nel nostro campionato. Troppo poco per un talento di questo tipo.

Anche perché, e questo gol lo dimostra, ha tutte le carte in regola per stare stabilmente tra i grandi.

Caressa ha rifatto la telecronaca del gol di Del Piero nel 2006 in pugliese (VIDEO)

La voce di Fabio Caressa che commenta i Mondiali del 2006 è forse una delle cose più iconiche che il calcio italiano abbia prodotto negli ultimi 20 anni. Tutti, ricordando quelle partite e quei momenti, almeno una volta abbia provato ad imitarlo, ripetendo le sue frasi ed estrapolando le telecronache dei momenti più concitati del torneo, dal gol di Del Piero alla Germania in semifinale fino al rigore calciato da Grosso che ha mandato a casa la Francia e noi sul tetto del mondo.

Di recente però, il buon Fabio ha imitato se stesso, rifacendo la telecronaca del gol del 2-0 contro la Germania in semifinale, ma con accento pugliese. 

Una scena che forse ci saremmo evitati ma della quale ora non riusciamo più a farne a meno, soprattutto per quel finale “Andiamo a Foggia, andiamo a prenderci la Coppa”.

La nuova avventura italiana di Schelotto

Ci sono notizie che non vorresti mai sentire: l’impianto dell’aria condizionata che si è rotto, Roberto Mancini in conferenza stampa che annuncia il rinnovo a vita con l’Italia o il ban degli antepost dai siti di scommesse.

Ma questa che stiamo per lanciarvi, è veramente una tragedia.

Lui sta tornando.

Lui che non segna un gol in gare ufficiali europee dal 2016.

Lui che continua imperterrito a non tagliarsi i capelli.

Lui che è stato maledetto da tutto il popolo milanista per il più assurdo dei gol subiti in un derby.

Lui.

Ezequiel “El Galgo” Schelotto ha fatto le valigie ed è tornato in Italia.

E così, se abitate a Barletta o dintorni, state pur sicuri che quello spilungone dall’aria un po’ triste, ma allo stesso tempo compiaciuta, è proprio lui.

Secondo la voce del suo procuratore, l’idea del calciatore argentino è quella di ambientarsi nuovamente nel nostro paese, per poi conseguire il patentino da allenatore. E quale campionato può essere più allenante e stimolante verso questo traguardo che la Serie D?

Nessuno, ovviamente.

Perciò da questa settimana Schelotto sarà un nuovo rinforzo del Barletta, che in stagione tenterà l’assalto alla Lega Pro.

Occorrerà sicuramente una bella sistemata dal punto di vista fisico, ma soprattutto mentale: e non solo per la qualità dei campi di provincia o la quantità dei calcioni negli stinchi, ma proprio perché Schelotto, nel corso delle ultime avventure calcistiche, si è dimostrato veramente in difficoltà.

Dopo la famosa (dis)avventura interista di ormai 10 anni fa e i prestiti a Sassuolo e Parma, è arrivata una buona esperienza allo Sporting Lisbona, seguita però dal nulla cosmico.

– 28 presenze al Brighton con 0 reti

– 4 presenze al Chievo Verona con 0 reti

– 5 presenze al Racing (Argentina) con 0 reti

– 3 presenze all’Aldosivi (Argentina) con 0 reti

– 23 presenze al Deportivo Moron (Uruguay) con una sola rete 

Insomma, il lavoro da fare non è poco. Ma per uno che ha addirittura vestito con orgoglio la maglia della Nazionale Italiana, nulla è impossibile.