La cavalcata di Zanetti nel derby a 40 anni (VIDEO)

50 anni.

Si avete capito bene: Javier Zanetti oggi compie mezzo secolo, eppure a guardarlo sembra molto più giovane di noi che a quasi 30 anni ci addormentiamo sul divano guardando un noioso Lecce-Verona il lunedì sera.

Tra l’altro il Pupi è uno di quelli che a 40 anni suonati in campo sembrava ancora un pischello.

Ve la ricordate il coast to coast che fece in quel derby in cui il Milan disse addio allo Scudetto vedendo Antonio Conte e la Juventus festeggiare a Trieste?

Beh dai nel dubbio, essendo il suo compleanno, ce lo rivediamo insieme.

Quella volta che fu l’inter a fare il pasillo al Milan (VIDEO)

Una delle più grandi dimostrazioni di fair play calcistico — oltre al gesto di buttare la palla fuori dal campo quando qualcuno si fa male — è il pasillo d’onore: una tradizione d’origine spagnola che consiste nel far sfilare la squadra vincitrice di una competizione (coppa o campionato) davanti ‘agli sconfitti’. A primo impatto tutto ciò può sembrare sadico, non sono infatti mancati episodi in cui la squadra avversaria, ancora amareggiata dalla sconfitta, si rifiutasse di applaudire i vincitori — come accaduto durante il periodo di dominio in campionato della Juventus, anni in cui il pasillo ‘non si sa come mai’, non fu mai fatto.

Al contrario, ricordiamo con piacere quanto accaduto il 23 dicembre 2007 prima del Derby tra Inter e Milan: i nerazzurri accolsero infatti i rossoneri — vincitori della coppa Intercontinentale — disponendosi su due file, applaudendo con rispetto i rivali che entravano in campo. La partita fu vinta alla fine dagli interisti per 2-1 — karma.

Dato che in Italia non sono stati molti gli episodi di questo genere — fatta eccezione per l’omaggio della Sampdoria e la Fiorentina al Napoli di Spalletti e l’ironico pasillo fatto all’arbitro Rocchi — ci auguriamo che in futuro la tradizione iberica diventi un must anche in Italia.

Il giorno in cui Inzaghi lasciò di stucco il Camp Nou (VIDEO)

Vi ricordate quando da ragazzini toccava presenziare al cinquantesimo di qualche parente sconosciuto? Il primo aggettivo che associavate ad una qualsiasi persona di quell’età era inevitabilmente “vecchio”. 

Bene, da oggi anche Filippo Inzaghi detto Pippo entra a far parte di questa incredibile elitè di 50enni; che dite, non è che ora magari siete voi a sentirvi vecchi?

Ma su, non pensiamoci: pensiamo invece a come poter celebrare al meglio uno degli eroi del calcio degli anni ‘90 e 2000, in grado di vincere tutto il possibile e immaginabile con un bagaglio tecnico…beh, diciamo da rivedere.

Ora come ora Superpippo non se la sta passando bene: dopo aver rinnovato in estate il proprio contratto come allenatore della Reggina, rassicurato dall’ambiente amaranto sul futuro del club, la situazione è precipitata. A sorpresa infatti il TAR ha escluso la squadra calabrese dalla prossima Serie B e questo ha portato alle recentissime dimissioni del tecnico. La vicenda non è ancora chiarissima, ma ad oggi, Pippo Inzaghi, è alla ricerca di una panchina.

Sicuramente più dolci sono invece i ricordi di Inzaghi come calciatore, in particolare con la maglia numero 9 del Milan sulle spalle: la coppia con Sheva, i gol di rapina, la doppietta di Atene e l’ultimo gol segnato a San Siro contro il Novara.

E che dire del suo gol più bello? Realizzato non in una importante notte di Champions League, ma in un’amichevole estiva? Lo ricordate?

Si giocava al Camp Nou il Trofeo Gamper e il Milan stava cercando il pareggio contro i marziani blaugrana: la partita viveva un momento abbastanza statico, finché non è Inzaghi ad alzare il dito chiamando un movimento in profondità che solo il piede destro di Clarence Seedorf può accontentare.

Sventagliata di 40 metri, botta al volo di collo pieno con il sinistro e il magico Pinto immobile. Rispetto a quelle a cui ci aveva abituato, Inzaghi in questo caso ci regala un’esultanza sobria, con il dito alzato verso il cielo e uno sguardo quasi incredulo.

Perchè è vero: Pippo Inzaghi segnava pochi gol spettacolari, ma molti, anzi, moltissimi vitali per la propria squadra; in questa compilation sono raccolti i più belli e sì, per chi sta invecchiando insieme a lui, sono sempre un bel vedere.

Ma che gol ha fatto Luka Romero?! (VIDEO)

La tourneè americana del Milan è cominciata questa notte, con la prima sfida contro il Real Madrid. 

I rossoneri hanno sbloccato le marcature con un gol di Tomori e si sono portati sul 2-0 con un gol straordinario del neo arrivato Luka Romero.

Poi, però, i Blancos nel secondo tempo hanno ribaltato il risultato con una doppietta di Valverde nel giro di 2 minuti e la rete di Vinicius nel finale, il definitivo 3-2.

Qui sotto trovate gli highlights della partita (fonti: Sky Sport e Dazn).

Le 5 migliori skills di Ronaldinho

20 ani fa Ronaldo de Assis Moreira, quel fenomeno mondiale del futebol bailado che tutto il mondo avrebbe presto imparato a conoscere come Ronaldinho, arrivava a Barcellona. Furono proprio i blaugrana a renderlo un’icona del calcio mondiale; perché avere Ronaldinho in squadra voleva in parte dire divertimento, ma anche gol, quintali di assist e trofei in bacheca.

L’aspetto ludico del suo calcio rimane comunque un motivo per cui a Dinho sono legati grandi e piccini, perciò vi riproponiamo quelli che a nostro avviso sono i 5 migliori colpi della sua carriera.

#1: L’ELASTICO: accanto alle prime foto zozze, su ogni cellulare dei primi anni 2000 che si rispettasse, c’era la GIF dell’elastico di Dinho. Colpo che è diventato il suo marchio di fabbrica, spesso abbinato al conseguente tunnel sul malcapitato difensore, era sinonimo di umiliazione totale. Quante volte abbiamo provato a replicarlo nel campetto della scuola, quante caviglie slogate.

#2: LA ROVESCIATA: la straordinaria elasticità dell’attaccante brasiliano, rendeva il suo corpo una letale arma da guerra. E se un pallone vagante passava in mezzo all’area di rigore, Ronaldinho non aveva paura di fare brutte figure. In carriera ha segnato almeno una decina di gol in rovesciata, ma nessuno potrà eguagliare quello realizzato contro il Villareal, proprio per la lotta contro la forza di gravità. In una frazione di secondo, con la palla all’altezza non corretta, Ronaldinho si accartoccia in una posizione estremamente innaturale per arrivare a colpire il pallone, che poi puntualmente finisce all’incrocio dei pali. Magia.

#3: IL DOPPIO PASSO: che c’è di particolare qui? Chiederete voi. Domanda lecita: la particolarità del doppio passo del Gaucho stava tutta nel fatto che questa skill venisse eseguita dal brasiliano a velocità supersonica. Ne bastava uno per mandare al bar il più arcigno dei difensori (Sergio Ramos al Real ndr.). Insomma: colpo semplice, ma sempre efficace.

#4: LE TRE TRAVERSE: qui si entra nel campo del paranormale. Nella celebre serie di video targata “Joga Bonito” che si poteva scaricare da Emule a proprio rischio e pericolo, si poteva trovare una clip leggendaria, in cui Ronaldinho, senza mai far cadere il pallone a terra, colpiva per tre volte consecutive la traversa da fuori area. Negli anni si parlò di videomontaggio, tagli al video e quant’altro. Ma in fondo al nostro cuore siamo certi che Dinho una cosa del genere sarebbe stato in grado di farla.

#5: LA “PUNTAZZA”: allo stadio Stamford Bridge di Londra, in una gara di Champions League, Dinho mise in mostra un colpo che nessuno aveva mai visto prima. Bloccato sul limite dell’area nella morsa dei difensori Blues, con il piede sinistro ben piantato sul terreno, finta un paio di volte il tiro con il destro, poi colpisce il pallone con la punta, andando ad insaccare un gol allo stesso tempo strano, ma pesantissimo. Solo a pensarlo, un tiro del genere in una situazione simile, ci viene il mal di testa.

Il gol di tacco senza senso di Menez al Parma (VIDEO)

È di questi giorni la notizia del passaggio di Jeremy Menez dalla Reggina (dopo tre anni di permanenza) al Bari.

Il fantasista francese continuerà la propria carriera nel difficile campionato cadetto, gustandoci con qualche perla improvvisa in degli sterili sabati pomeriggi invernali.

Nel mentre, però, vogliamo fare un passo indietro e tornare con la mente ad una decina di anni fa, quando Menez trascinava un Milan campato in aria con gol fuori da ogni logica come questo.

La classifica dei tifosi allo stadio in Serie A

Da ormai più di un mese si è conclusa la stagione 2022/23 e la Serie A se n’è andata in vacanza, lasciandoci soli nel calore torrido delle città.

Mentre partono i ritiri, i tifosi rinnovano l’abbonamento e non vedono l’ora di riempire gli stadi nel campionato che verrà. 

Una delle poche gioie che ci è rimasta di questo calcio, infatti, è seguire la propria squadra sugli spalti, sia quando si vince che quando si perde.

E quindi ci siamo chiesti: quali sono le squadre con più tifosi all’interno del proprio impianto nei match casalinghi? Abbiamo scovato la classifica su Transfermarkt e oggi ve la mostriamo.

Vi aspettavate che la Roma, pur avendo chiaramente una capienza più grande allo stadio, potesse stare davanti in classifica al Napoli Campione d’Italia? 

10 minuti per capire quanto fosse forte Antonio Cassano (VIDEO)

In molti lo hanno conosciuto per via delle sue dichiarazioni fuori dagli schemi alla BoboTV, in pochi lo hanno davvero visto giocare nel suo periodo migliore.

Ci rivolgiamo chiaramente alle nuove generazioni e non ai nostri bro ormai trentenni, che di Cassano ricordano bene, oltre che le giocate, anche le peggiori sceneggiate in campo verso gli arbitri.

Quindi oggi, nel giorno del suo 41esimo compleanno, vi proponiamo (o propiniamo, dipende dai punti di vista) il classico video riassuntivo su Youtube che racchiude i migliori momenti della sua carriera, dai primi passi nel mondo dei grandi con la maglia del Bari agli ultimi passi di danza al Parma.

La lettera d’addio di Tonali al Milan

Il popolo rossonero aspettava le sue parole nel periodo in cui era ad un passo dalla firma con il Newcastle.

Tonali è invece uscito solamento oggi allo scoperto, salutando società e tifosi con questo video e parole su Instagram.

“Oggi mi ritrovo qui con un mix di emozioni nel cuore. Come sapete, ho deciso di intraprendere una nuova avventura e una nuova sfida.

Inizio con un ringraziamento alla società che mi ha accolto e dato la possibilità di far parte di questo club straordinario, che per me é e resterà sempre casa mia. Ringrazio chi ha fatto sì che io indossassi i colori della squadra del mio cuore e chi ha gestito con disponibilità e condivisione la situazione nelle ultime settimane. Ho imparato tanto in questi tre anni e ho trovato una famiglia calcistica tra società, compagni e staff tecnico, che mi ha sostenuto e guidato nel mio percorso. È grazie a voi se sono potuto migliorare come calciatore e come uomo.

Capisco che questo addio possa suscitare emozioni contrastanti ed è normale che ci siano quando si lascia un pezzo, grande, di cuore, ma è importante ricordare che nel calcio, così come nella vita, i cambiamenti a volte sono motivo di crescita per tutti.

Adesso voglio ringraziare la mia gente: voi che, come me, portate nel cuore i colori rossoneri. Non dimenticherò mai i cori della Sud, il 19esimo Scudetto, tutti i momenti meravigliosi condivisi insieme e l’amore per il nostro Milan.

Auguro a tutti voi, società e tifosi, il meglio per il futuro e sono sicuro che farete ancora grandi cose insieme.

Un caloroso abbraccio, con la speranza che non sia un addio, ma un arrivederci.

Forza Milan.
Sandro.”

Quella volta in cui Maldini imbruttì Chiellini (VIDEO)

Da quando è tornato al Milan in veste di dirigente, Paolo Maldini è forse più presente sui giornali e sui social media di quanto non fosse da giocatore. L’intervista rilasciata pochi giorni fa a Muschio Selvaggio ha riacceso i riflettori sulla sua figura, dando modo di far tornare alla ribalta alcuni aneddoti passati che rischiavano di cadere nel dimenticatoio.

Uno dei passaggi più interessanti riguarda il famosissimo aplomb dell’ex capitano rossonero, capace di disputare con la casacca del Milan più di 1000 partite, racimolando in totale due sole e misere espulsioni, una nella stagione 1996/19977 e una nella stagione 2003/2004.

In una calda serata di maggio del 2009, in occasione di un sempre sentito Milan-Juventus, poi terminato con il punteggio di 1 a 1, il tranquillissimo Paolo Maldini perse letteralmente la testa, dando in escandescenze contro il malcapitato Giorgio Chiellini.

Anche andando a ricercare frame per frame l’azione incriminata, che diede poi il via a ciò che vi stiamo per raccontare, è difficile riuscire a capire cosa veramente accada nell’area bianconera. Ma di fronte alla voce della verità del diretto interessato, impossibile sottrarsi al suo racconto: con il punteggio già fissato sull’1 a 1 finale, il Milan beneficia di una punizione nella trequarti offensiva.

Il cross arriva in mezzo all’area, ma il pallone si perde sul fondo; sullo spigolo dell’area di rigore si accende però un parapiglia, che vede coinvolti Maldini e Chiellini. Quest’ultimo si vede improvvisamente preso per il colletto della maglia e sollevato qualche centimetro da terra; il viso terreo e furioso del capitano del Milan deve avergli fatto capire che non c’era nulla da scherzare, infatti Chiellini minimizza e non reagisce, mentre sua maestà Gigi Buffon interviene con il sorriso sul volto e la bestemmia sulle labbra. 

Dopo qualche istante di confusione, un giovanissimo Orsato, probabilmente impaurito nel compiere un atto di lesa maestà, ammonisce entrambi i contendenti, senza chiarire i motivi del recente accaduto.

Il racconto di Paolo Maldini è chiaro: in mischia avrebbe ricevuto una gomitata sul naso dal difensore bianconero e, poiché in carriera era già stato operato in quella zona per ben tre volte, parole sue: “non avevo voglia di rompermi il naso per la quarta volta”.

Tutto in apparenza risolto, anche perché nel corso delle sfide successive, per non rischiare nulla, immaginiamo che Chiellini abbia marcato l’altro centrale difensivo rossonero…