Ma quanto ca**o era devastante Krasic alla prima stagione con la Juventus? (VIDEO)

Poco dopo il suo arrivo alla Juventus era stato rinominato il nuovo Nedved, per via della chioma bionda e di alcune movenze che ricordavano il fuoriclasse ceco.

E l’appellativo non sembrava poi così sbagliato visto com’erano iniziate le cose: già alla terza presenza  in bianconero infatti, Milos Krasic mette a segno una tripletta che lo fa entrare di diritto nel cuore dei tifosi. Il gioco di Del Neri lo esalta. Eccome se lo esalta. Diventa praticamente imprescindibile. Tutto sembra andare alla meraviglia.

Una squalifica per simulazione e un infortunio muscolare riescono a fermarlo: Krasic chiude il resto della stagione 2010/2011 confermando l’ottima operazione di mercato mettendo a referto ben 9 gol e 9 assist. Non male per un “esordiente”.

Nell’estate del 2011, poi, il fattaccio. Alla Juve arriva Antonio Conte, che Krasic proprio non riesce a vederlo. Lo tiene spesso in panchina e lo fa partire da titolare appena 4 volte. Non è di fatto un giocatore utile ai suoi schemi di gioco. Il centrocampista termina la stagione con sole 7 presenze e 1 gol. Tutto il contrario di quanto era accaduto nell’annata precedete e di quali erano le aspettative sue e dei tifosi.

Lascerà Torino nell’estate del 2012, rammaricato per come erano andate le cose ma conscio del suo potenziale: la sua prima stagione in bianconero fu qualcosa di spettacolare e che i tifosi ancora ricordano.

Aurelio de Laurentiis smonta il calcio Italiano in 4 minuti (VIDEO)

“Dazn non è competente e non fa bene al calcio italiano, come non lo fa Sky. Il calcio italiano morirà grazie a questa offerta”.

Aurelio De Laurentiis ha interrotto l’assegnazione dei diritti tv per protestare così di fronte alle telecamere.

Il presidente ha sbottato perché sostiene che il pubblico italiano è l’elemento centrale della visione dei contenuti della Serie A e andrebbe tutelato.

Qui sotto trovate tutto il suo sfogo per intero.

Siete d’accordo con lui?

(Fonte: GOAL Italia)

Quella volta che fu l’inter a fare il pasillo al Milan (VIDEO)

Una delle più grandi dimostrazioni di fair play calcistico — oltre al gesto di buttare la palla fuori dal campo quando qualcuno si fa male — è il pasillo d’onore: una tradizione d’origine spagnola che consiste nel far sfilare la squadra vincitrice di una competizione (coppa o campionato) davanti ‘agli sconfitti’. A primo impatto tutto ciò può sembrare sadico, non sono infatti mancati episodi in cui la squadra avversaria, ancora amareggiata dalla sconfitta, si rifiutasse di applaudire i vincitori — come accaduto durante il periodo di dominio in campionato della Juventus, anni in cui il pasillo ‘non si sa come mai’, non fu mai fatto.

Al contrario, ricordiamo con piacere quanto accaduto il 23 dicembre 2007 prima del Derby tra Inter e Milan: i nerazzurri accolsero infatti i rossoneri — vincitori della coppa Intercontinentale — disponendosi su due file, applaudendo con rispetto i rivali che entravano in campo. La partita fu vinta alla fine dagli interisti per 2-1 — karma.

Dato che in Italia non sono stati molti gli episodi di questo genere — fatta eccezione per l’omaggio della Sampdoria e la Fiorentina al Napoli di Spalletti e l’ironico pasillo fatto all’arbitro Rocchi — ci auguriamo che in futuro la tradizione iberica diventi un must anche in Italia.

Vedremo sempre più maxirecuperi in Serie A: i motivi

Vi ricordate i minuti di recupero infiniti durante il Mondiale in Qatar? Bene, presto potremo vederli anche nella nostra tanto amata Serie A.

Ieri si sono riuniti i vari direttori di gara di tutta Italia per l’aggiornamento sulle nuove disposizioni del regolamento in vigore dalla stagione in arrivo.

La lente di ingrandimento si è posizionata sulla regola numero 7, ovvero quella legata alla “Durata di gioco” dei vari match di campionato.

Come riportato da Il Corriere dello Sport, da quest’anno le esultanze per i gol avranno un occhio di riguardo in più e influiranno sull’allungamento della gara, diventando motivo concreto di recupero non solo per le esultanze prolungate o le infrazioni di ogni tipo.

Questo significa che se una partita dovesse finire con 3 reti, a prescindere dalle varie perdite di tempo generali, potremmo assistere a match lunghi più di 100 minuti.

Già perché oltre alle esultanze, i tempi si sono dilatati per l’utilizzo del var, le sostituzioni e le riprese di gioco rallentate.

Ascoltando il parere degli analisti della CAN, in media vedremo due minuti di recupero nel solo primo tempo e dai 7 ai 10 nel secondo.

Nell’amichevole disputata al Tardini tra Parma e Sassuolo abbiamo assistito al primo esperimento in tal senso. Nel primo tempo, pur senza  eventi degni di nota, l’arbitro Tremolada ha concesso due minuti di recupero. Questo aspetto sarà costante a partire dalla prima giornata, con le partite che non dovrebbero più concludersi senza un periodo di recupero. Nella ripresa, invece, potrebbe essere consuetudine veder assegnati dai sei agli otto minuti, fino a un massimo di dieci.

Un passo concreto verso il passaggio al tempo effettivo?

La classifica dei tifosi allo stadio in Serie A

Da ormai più di un mese si è conclusa la stagione 2022/23 e la Serie A se n’è andata in vacanza, lasciandoci soli nel calore torrido delle città.

Mentre partono i ritiri, i tifosi rinnovano l’abbonamento e non vedono l’ora di riempire gli stadi nel campionato che verrà. 

Una delle poche gioie che ci è rimasta di questo calcio, infatti, è seguire la propria squadra sugli spalti, sia quando si vince che quando si perde.

E quindi ci siamo chiesti: quali sono le squadre con più tifosi all’interno del proprio impianto nei match casalinghi? Abbiamo scovato la classifica su Transfermarkt e oggi ve la mostriamo.

Vi aspettavate che la Roma, pur avendo chiaramente una capienza più grande allo stadio, potesse stare davanti in classifica al Napoli Campione d’Italia? 

Il quinto posto in Serie A può valere la Champions

La UEFA ha introdotto diverse novità nella riforma della Champions League a partire dalla stagione 2024/25.

La più eclatante di queste modifiche riguarda il numero delle squadre partecipanti, che passeranno da 32 a 36. Ma come verranno selezionate le quattro squadre aggiuntive che parteciperanno al torneo?

La stessa UEFA ha fornito spiegazioni in merito. Sulla base della lista di accesso alla UEFA Champions League per il ciclo 2021-2024, quattro posti aggiuntivi nel ciclo 2024-2027 saranno assegnati attraverso tre diverse modalità (come riportato da Calcio e Finanza).

Una delle squadre aggiuntive per la fase a girone unico sarà assegnata alla federazione che si posiziona al quinto posto nel ranking dei Paesi UEFA, senza perdere gli attuali accessi ma integrandone uno in più. In parole povere, una tra Francia e Olanda (che in questa stagione si contenderanno il quinto posto perché staccate di pochi punti nel ranking) avrà una squadra in più nella prossima Champions.

La seconda squadra in più sarà invece una squadra campione nazionale dei campionati minori, allungando dunque il numero di squadre già presenti ne “il percorso dei Campioni) da 4 a 5 e rimuovendo un turno preliminare.

Mentre ora capiamo perché il quinto posto in Serie A può valere la qualificazione diretta in Champions League.

Sì perché le altre due squadre aggiuntive verranno selezionate in base alla performance collettiva della stagione precedente nelle varie competizioni per club (quindi Champions+Europa League+Conference League).

Se le compagini italiane arriveranno lontano nelle varie coppe (come fatto nella passata annata, dove grazie soprattutto a Inter, Roma e Fiorentina ci siamo piazzati dietro solo all’Inghilterra per pochissimi punti) e riusciranno ad ottenere uno dei primi due posti nel Ranking Uefa stagionale, avranno diritto ad un posto in più in Champions in quella successiva tramite il quinto posto in campionato.

Ergo, niente uscite anticipate per concentrarsi sul campionato, rimboccatevi le maniche perché il percorso nelle coppe minori europee avrà più valore anche per voi.

Prima giornata e big match: il calendario della Serie A 2023/2024

La nuova stagione di Serie A è stata ufficializzata.

Alle 12 sono iniziati i sorteggi per il calendario del prossimo campionato, componendo il puzzle dell’ennesima annata della nostra vita in cui non ci perderemo un istante di gioco, nemmeno di Frosinone-Lecce il lunedì sera.

La prima giornata taglierà i nastri di partenza il 20 agosto, mentre il campionato terminerà il prossimo 26 maggio.

Qui sotto vi lasciamo gli appuntamenti della prima giornata, tutti i vari big match e le info sulle varie pause nazionali, oltre all’unico turno infrasettimanale.

Che fine ha fatto Cragno?

Possiamo partire con una citazione veramente dotta?

Sì, vero?

Beh, allora, al termine di una stagione che ha visto il Monza venire etichettato come una delle migliori squadre della lega, è proprio il caso di dire che “hanno ucciso (o meglio, panchinato) l’uomo Cragno”.

E questa, già di per sé, è comunque una notizia: Alessio Cragno, classe 1994, portiere nel pieno del suo prime e con alle spalle ottime stagioni in Serie A, sembrava veramente poter essere un valore aggiunto per i biancorossi; invece, ben presto, si è trasformato in una zavorra utile solo per arricchire di domande scomode le conferenze stampa del mister Raffaele Palladino.

Ma andiamo con ordine: all’inizio della stagione, con Giovanni Stroppa in panchina, Cragno parte da titolarissimo, con Michele Di Gregorio ben contento di essere il suo secondo.

La prima uscita, una sudata vittoria nel turno preliminare di Coppa Italia per 3 a 2, mette in luce quello che viene giustificato come un piccolo ritardo di condizione; l’esordio in campionato tocca dunque a Di Gregorio, che tuttavia mantiene i gradi da titolare anche nelle successive uscite.

Scoppia così il caso Cragno: uno dei portieri più considerati del panorama nazionale che si ritrova clamorosamente in panchina. Dopo un inizio stagione discretamente horror per l’intera squadra, l’avvicendamento Stroppa – Palladino teoricamente dovrebbe riportare in auge la figura del buon Alessio. 

E invece, come dicevano i greci, “panta rei”, tutto scorre: le domeniche si susseguono tutte uguali per l’ormai ex uomo Cragno, saldamente inchiodato alla panchina, mentre Di Gregorio vola a sventare pericoli, proiettando il Monza in zone alte della classifica difficilmente immaginabili.

La stagione per Cragno si chiude con un’unica, tristissima presenza in Serie A: una sconfitta per 3 a 0 contro la Salernitana che ha tutto il sapore di una resa incondizionata.

L’apertura del calciomercato ha riportato sulla cresta dell’onda il suo nome: si parla dell’Empoli, per sostituire il partente Vicario (ma forse l’opzione sarebbe un eccessivo downgrade per un portiere accostato a club più blasonati) e soprattutto la Fiorentina, in cerca di un portiere in grado di garantire quella sicurezza che Terracciano non è riuscito a dimostrare nel corso dell’anno.

Come andrà a finire? Chi se lo accaparrerà? E soprattutto, la sua voglia di rivalsa sarà sufficiente per vedere lo stesso Uomo Cragno che aveva stupito con la maglia del Cagliari?

A quanto ammonta il “paracadute” per le squadre che retrocederanno?

Tornare in Serie B non è un dramma sotto ogni punto di vista.

Da qualche anno la Lega ha infatti stanziato un fondo per le squadre che retrocederanno al termine della stagione, in modo tale da rendere meno pesante il loro atterraggio nella cadetteria.

Si tratta del cosiddetto “Paracadute” il quale permette alle società di intascare una cifra economica legata alla loro permanenza nella massima serie negli ultimi anni, da poter spendere sul mercato per tornare subito in A o per sistemare i conti del bilancio annuale.

Nella stagione 2022/2023 verranno elargiti 60 milioni di Euro alle tre malcapitate nella zona rossa della classifica, da distribuire secondo i seguenti parametri: 

10 Milioni di Euro per le società di fascia A, ovvero le neopromosse tornate in Serie B dopo una sola stagione 

15 Milioni di Euro per le società di fascia B, ovvero le squadre retrocesse dopo aver militato in Serie A per due stagioni anche non consecutive nelle ultime tre, compresa quella in cui è maturata la retrocessione dalla Serie A

25 Milioni di Euro per le società di fascia C, ovvero le compagini retrocesse che abbandonano la Serie A dopo aver militato in essa per almeno 3 stagioni (anche non consecutive) nelle ultime 4, anche qui è compresa quella in cui è maturata la retrocessione naturalmente.

La domanda dunque sorge spontanea: quanto guadagnerebbe ogni singola squadra nello specifico?

Facciamo un piccolo conto guardando al volo le zone calde della classifica!

Salernitana: 15 milioni di euro

Empoli: 15 milioni di euro

Lecce: 10 milioni di euro

Spezia: 25 milioni di euro

Hellas Verona: 25 milioni di euro

Cremonese: 10 milioni di euro

Sampdoria 25 milioni di euro

Al momento, quindi, la somma finale da spartire sarebbe 60 milioni di Euro tondi tondi, ma se retrocedesse lo Spezia al posto della Cremonese (per fare giusto un esempio) invece che recapitare 25 milioni ad ogni società, il budget sarebbe ridotto a 20 per ognuna di essa, in modo da non sforare i 60 stabiliti.

Se fossero in meno invece, con il Lecce retrocesso al posto del Verona, la cifra eccedente (ovvero i 15 milioni inutilizzati, come accaduto lo scorso anno) verrebbe accorpata al pagamento dei diritti tv e ripartita in maniera equa a tutti i club del campionato.

Inoltre, come riportato da Calcio e Finanza, i soldi del paracadute vengono bonificati in due tranche: la prima (pari al 40% del valore) il giorno successivo all’ultima giornata del campionato e la seconda (ovvero il restante 60%) solo entro 15 giorni dopo l’inizio del campionato di Serie B successivo.

I 5 possibili scenari del Milan con il ritorno di Ibra

Stagione compromessa. Gruppo allo sbando. Mister Pioli con deliri di onnipotenza. Matteo Gabbia titolare ad oltranza. Non sappiamo onestamente quale di queste affermazioni sentite in settimana possa spaventare maggiormente un povero tifoso milanista: quello che è certo è che, nonostante l’esclusione dalla lista Uefa, papà Ibra sta tornando.

Fra un post su Instagram e un allenamento a Milanello, lo svedese sembra finalmente pronto a rimettersi in carreggiata, per riportare il Diavolo quantomeno in linea per una dignitosa qualificazione Champions, dopo che in un folle mese di gennaio tre quarti degli obiettivi stagionali sono sfumati.

Con il suo ritorno, cosa potrebbe cambiare?

#1: NIENTE – Sprofondo rossonero, totale: nemmeno il ritorno del capo popolo riesce ad invertire la rotta. Lo spogliatoio è irrimediabilmente spaccato: Leao non rinnova e se la prende apertamente con Ibra, reo di averlo minacciato attaccandolo all’armadietto dello spogliatoio. A tre giornate dal termine del campionato, con il Milan in zona Conference League, Pioli si dimette in lacrime, chiedendo scusa ai tifosi. Welcome back 2015/2016.

#2: LA SECONDA STELLA – Inizialmente Zlatan entra in un paio di partite per qualche minuto, giusto per riassaggiare il campo. Quando Pioli capisce di poterlo schierare titolare, Ibra panchina Giroud, Origi e Rebic in un colpo solo, caricandosi la squadra sulle spalle. E mentre il Milan si riprende, il Napoli crolla: si arriva allo scontro diretto del Maradona in un clima da guerriglia urbana, uno di quelli che galvanizzano Ibra, che infatti segna una doppietta e spiana la strada per una delle rimonte più storiche ed eccezionali della storia. Bello sto sogno eh? Vatti a cambiare il pigiama che ti sei svegliato tutto sudato.

#3: L’OTTAVA MERAVIGLIA – Pur fuori dalla lista Champions, lo svedese capisce ben presto che per raddrizzare una stagione sfortunata bisogna puntare al colpaccio: complice l’immediata esclusione del Manchester City a seguito degli ultimi scandali emersi, il Milan si ritrova la strada spianata e dopo una vittoria rocambolesca contro il Tottenham si ritrova in semifinale contro il Real Madrid di Carletto Ancelotti. Intenerito dalla situazione traballante della squadra che è da sempre nel suo cuore, il sopracciglio più famoso del mondo cede il terreno ai rossoneri, catapultando Pioli&co in finale. In gara secca può succedere di tutto: anche che Ibra forzi il regolamento della competizione per farsi riammettere eccezionalmente all’ultimo atto della competizione che da sempre gli è sfuggita. Gol decisivo al 90’ con uno scorpione volante e immediato inserimento nella Hall of Fame dei calciatori migliori di tutti i tempi. Ora forse è meglio smetterla con gli acidi.

#4: MISTER IBRA – Con Stefano Pioli ormai allo sbando, il comeback di Ibra è di quelli col botto: arriva infatti per sostituire il mister del diciannovesimo scudetto, esonerato dopo l’8 a 0 contro il Torino. Immediatamente nello spogliatoio del Milan il clima diventa quello del sobborgo di Goteborg dove Ibra è cresciuto, la squadra ritrova entusiasmo e le interviste del mister in conferenza diventano leggendarie: tono lapidario, caustico e in grado di caricare l’intero ambiente. Stagione salvata con la qualificazione in Champions League.

#5: CALHA GATE – E se in realtà l’obiettivo di Zlatan fosse molto più personale di quanto ci potessimo immaginare? Il suo rapporto teso con l’ex amico Calhanoglu potrebbe averlo completamente obnubilato. E se quindi tutti gli allenamenti, la sofferenza, le frasi motivazionali fossero state studiate ad arte solo per una sfida con il turco? Purtroppo per quest’anno i derby sono finiti, ma Milano non è poi così grande. Sarà lì, sui Navigli di Milano che lo scontro fra i due a mo’ di Street Fight avrà luogo. Chi uscirà vivo da quella lotta sarà l’indiscusso King di Milano.

 

Tornando coi piedi per terra, come finirà la sfida di stasera dei rossoneri? Noi purtroppo, dopo aver sognato il colpaccio nel derby, torniamo mestamente coi piedi per terra!

 

MILAN-TORINO: UNDER 1.5

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