La classifica dei tifosi allo stadio in Serie A

Da ormai più di un mese si è conclusa la stagione 2022/23 e la Serie A se n’è andata in vacanza, lasciandoci soli nel calore torrido delle città.

Mentre partono i ritiri, i tifosi rinnovano l’abbonamento e non vedono l’ora di riempire gli stadi nel campionato che verrà. 

Una delle poche gioie che ci è rimasta di questo calcio, infatti, è seguire la propria squadra sugli spalti, sia quando si vince che quando si perde.

E quindi ci siamo chiesti: quali sono le squadre con più tifosi all’interno del proprio impianto nei match casalinghi? Abbiamo scovato la classifica su Transfermarkt e oggi ve la mostriamo.

Vi aspettavate che la Roma, pur avendo chiaramente una capienza più grande allo stadio, potesse stare davanti in classifica al Napoli Campione d’Italia? 

Quella volta in cui Maldini imbruttì Chiellini (VIDEO)

Da quando è tornato al Milan in veste di dirigente, Paolo Maldini è forse più presente sui giornali e sui social media di quanto non fosse da giocatore. L’intervista rilasciata pochi giorni fa a Muschio Selvaggio ha riacceso i riflettori sulla sua figura, dando modo di far tornare alla ribalta alcuni aneddoti passati che rischiavano di cadere nel dimenticatoio.

Uno dei passaggi più interessanti riguarda il famosissimo aplomb dell’ex capitano rossonero, capace di disputare con la casacca del Milan più di 1000 partite, racimolando in totale due sole e misere espulsioni, una nella stagione 1996/19977 e una nella stagione 2003/2004.

In una calda serata di maggio del 2009, in occasione di un sempre sentito Milan-Juventus, poi terminato con il punteggio di 1 a 1, il tranquillissimo Paolo Maldini perse letteralmente la testa, dando in escandescenze contro il malcapitato Giorgio Chiellini.

Anche andando a ricercare frame per frame l’azione incriminata, che diede poi il via a ciò che vi stiamo per raccontare, è difficile riuscire a capire cosa veramente accada nell’area bianconera. Ma di fronte alla voce della verità del diretto interessato, impossibile sottrarsi al suo racconto: con il punteggio già fissato sull’1 a 1 finale, il Milan beneficia di una punizione nella trequarti offensiva.

Il cross arriva in mezzo all’area, ma il pallone si perde sul fondo; sullo spigolo dell’area di rigore si accende però un parapiglia, che vede coinvolti Maldini e Chiellini. Quest’ultimo si vede improvvisamente preso per il colletto della maglia e sollevato qualche centimetro da terra; il viso terreo e furioso del capitano del Milan deve avergli fatto capire che non c’era nulla da scherzare, infatti Chiellini minimizza e non reagisce, mentre sua maestà Gigi Buffon interviene con il sorriso sul volto e la bestemmia sulle labbra. 

Dopo qualche istante di confusione, un giovanissimo Orsato, probabilmente impaurito nel compiere un atto di lesa maestà, ammonisce entrambi i contendenti, senza chiarire i motivi del recente accaduto.

Il racconto di Paolo Maldini è chiaro: in mischia avrebbe ricevuto una gomitata sul naso dal difensore bianconero e, poiché in carriera era già stato operato in quella zona per ben tre volte, parole sue: “non avevo voglia di rompermi il naso per la quarta volta”.

Tutto in apparenza risolto, anche perché nel corso delle sfide successive, per non rischiare nulla, immaginiamo che Chiellini abbia marcato l’altro centrale difensivo rossonero…

In un match di basket islandese è partito un coro contro la Juve (VIDEO)

Cosa ci fa un coro contro la Juventus nel bel mezzo di una finale di basket islandese? Non lo sappiamo, ma probabilmente qualcuno ha commesso un errore.

Sabato sera, nella sfida tra Valur Reykjavik e Tindastoll, doveva partire l’iconica (anche in Islanda) “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri, ma colui che aveva in mano la selezione dei brani del palazzetto si è confuso con la versione del coro contro la Juventus, facendo partire “E chi non salta è un gobbo juventino” tra i volti spaesati dei tifosi sugli spalti.

Ora però vogliamo sapere chi ha fatto partire la colonna sonora. (Video visto e preso dai canali social de La Giornata Tipo)

7 giocatori che hanno giocato per Napoli e Juventus

Si potrebbe trascorrere una nottata intera a discutere su quale tipo di tradimento calcistico sia il peggiore: c’è chi viene ricordato come Giuda per aver cambiato casacca all’interno della stessa città, chi si è ritrovato fra i piedi una testa di maiale prima di battere un calcio d’angolo dopo essersi trasferito da Barcellona a Madrid, chi ancora ha visto gente in lacrime fermarlo per strada supplicandolo di non accettare l’offerta di uno storico club rivale.

Impossibile in queste situazioni non parlare di calciatori che hanno vestito due maglie così agli antipodi, come quelle di Juventus e Napoli, che sia per la loro posizione geografica all’interno del nostro paese, sia per un modo a tratti clamorosamente opposto di guardare e vivere il calcio, rappresentano proprio due mondi diversi.

Ecco quindi alcuni dei più rappresentativi calciatori che hanno giocato per entrambe le squadre. Attenzione: abbiamo preferito calciatori più “iconici” nel presente, rispetto ad alcuni grandi campioni del passato. In nome dell’ignoranza, come vedrete.

#1: Fabio Cannavaro: fra la sua esperienza a Napoli e l’approdo a Torino, vanno ricordate anche le avventure con Parma e Inter. Ma vedere quello scugnizzo all’ombra della Mole Antonelliana, fu comunque un colpo per tanti. Anche perché è proprio con la maglia bianconera sulle spalle (anche se l’esperienza al Mondiale fu decisiva), che Cannavaro sollevò il Pallone d’Oro.

#2: Salvatore Aronica: qui è dove gli uomini piangono. Già, perché uno dei più famosi mastini capitanati da Mister Mazzarri, divenuto icona di un Napoli pieno di garra e fame agonistica, fece in tempo ad esordire da giovanissimo con la maglia della Juventus, collezionando un’unica presenza. Ma la cosa davvero assurda, è che grazie a quell’annata presente nella rosa bianconera, Aronica vinse Scudetto, Supercoppa Italiana, Coppa Intercontinentale e Supercoppa Uefa.

#3: Gonzalo Higuain: qui ci sarebbe un libro intero da scrivere. Il passaggio dal Napoli alla Juventus fu vissuto dalla piazza partenopea come un vero e proprio affare di cuore. Il Pipita era ormai divenuto a tutti gli effetti un “figlio di Napoli”: perciò il suo trasferimento fu così rumoroso, nonostante i 90 milioni di euro che l’argentino fece arrivare nelle casse del club di De Laurentiis. La magra consolazione per i tifosi napoletani fu che, nonostante i tre scudetti vinti, Higuain non riuscì mai a replicare in bianconero ciò che aveva fatto con la maglia azzurra.

#4: Emanuele Giaccherini: il fedelissimo di Antonio Conte, dopo essere stato messo alla porta da allenatori meno inclini a chiedere ai propri giocatori di spolmonarsi per 90’ sulla fascia destra, decise di accasarsi al Napoli. L’operazione sembrava corretta sotto tutti i punti di vista, peccato però che Giaccherinho all’ombra del Vesuvio non riuscirà a ripetere quanto di buono fatto sotto la guida del tecnico barese.

#5: Fabio Quagliarella: il trasferimento dell’attaccante italiano da Napoli a Torino, non ha solo motivazioni calcistiche. La storia che Quagliarella ha confidato qualche anno fa alle Iene, che parla di stalking, paure e problemi familiari, apre un po’ gli occhi su quello che effettivamente è il “minor” tradimento di tutti. Anche perché il buon Fabio è sempre riuscito a farsi amare da ogni tifoseria che ha rappresentato.

#6: Marcelo Zalayeta: il Panterone uruguagio è stato un attaccante che tendiamo a dimenticare. Eppure, nel suo prime, era davvero un ottimo comprimario per ogni attaccante di categoria. Dopo aver vinto (quasi) tutto con la maglia della Juve, scelse Napoli come una delle tappe conclusive della sua vita calcistica. Gli azzurri erano reduci dalla promozione in Serie A e trovarono in Zalayeta un attaccante e soprattutto un uomo su cui fare sicuro affidamento.

#7 (bonus track): Maurizio Sarri: qui davvero servirebbe il meme del cervello che scoppia. L’annuncio della firma di Sarri per la Vecchia Signora, gettò nel panico e nello sconforto un popolo intero. Lui, il comandante, il simbolo, il padre di un popolo intero, che sceglie di accasarsi presso il nemico giurato. E fu proprio il contrasto fra l’ideologia sarrista che aveva dominato Napoli nel biennio precedente e lo stile Juve che gettò le prime ombre su questo trasferimento. Le successive, culminate con l’esonero dopo una sola stagione alla guida della squadra, esplosero prepotenti nonostante la vittoria del campionato. Insomma, un matrimonio che non s’aveva da fare.

A proposito: e se fosse proprio Milik andare a segno nel big match di questa sera? Noi nel dubbio lo rischiamo

NAPOLI-JUVENTUS MILIK MARCATORE SI

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