Il primo viaggio della community di CALCIATORIBRUTTI a Manchester

Manchester è una città che respira calcio, con una delle rivalità più accese e appassionanti nel mondo dello sport: quella tra il Manchester United e il Manchester City. Queste due squadre di calcio hanno storie ricche e un seguito appassionato che anima gli stadi e le strade della città.Il Manchester United, noto affettuosamente come i “Red Devils,” ha una storia leggendaria nel calcio inglese e mondiale. Con uno degli stadi più iconici, Old Trafford, la squadra ha conquistato numerosi titoli nazionali e internazionali nel corso degli anni. L’eredità di giocatori leggendari come Sir Matt Busby, George Best, Eric Cantona e Sir Alex Ferguson ha contribuito a costruire un mito intorno a questa squadra. Dall’altra parte della città, c’è il Manchester City, conosciuto come i “Citizens.” 

Negli ultimi anni, il City ha vissuto una rinascita impressionante sotto la guida di allenatori come Roberto Mancini e Pep Guardiola. Con un gioco spettacolare e un talento eccezionale in squadra, il Manchester City ha conquistato numerosi titoli di Premier League e ha fatto il suo segno anche nelle competizioni europee. I tifosi di entrambe le squadre danno vita alle strade della città, creando un’atmosfera unica e coinvolgente. 

Oltre allo splendore delle partite, lo spirito competitivo tra il Manchester United e il Manchester City ha reso la città un epicentro del calcio mondiale, attirando appassionati da tutto il globo. In definitiva, la scena calcistica di Manchester è un racconto avvincente di tradizione, rivalità e successi, contribuendo a rendere questa città un luogo imperdibile per gli amanti del calcio.

Per tutte queste ragioni abbiamo organizzato il nostro primo viaggio della nostra community a Manchester insieme a Si Vola tra pub storici, calcio, musei e cultura locale. Quattro giorni per scoprire una delle città più importanti al mondo per questo sport, ma soprattutto per vivere un’esperienza unica: vedere nell’arco di 24 ore entrambe le squadre della città dal vivo, impegnate nella Carabao Cup!

Se vuoi partecipare al nostro prossimo viaggio mettete in lista qui: aggiungiti alla lista per il prossimo viaggio

Il viaggio che abbiamo organizzato a Manchester prevedeva:

  • Visita dei pub storici, sia calcistici sia storico-culturali, come quello più antico di tutta la città
  • Biglietti per vedere Manchester City-Chelsea, partita valida per la Carabao Cup
  • Biglietti per vedere Manchester United-Aston Villa, sempre in Carabao Cup
  • Visita al Museo del Calcio di Manchester, luogo mistico per gli amanti di questo sport;
  • Visita al negozio di maglie da calcio più grande (e fornito) al mondo;

È stata un’esperienza breve ma intensa e adesso abbiamo in mente altri viaggi in giro per il mondo. Se volete aiutarci o suggerirci quale luogo potrebbe essere perfetto per un viaggio calcistico, fatecelo sapere qui: iscriviti al prossimo viaggio.

Questo nostro primo viaggio è stato raccontato da Pietro Filacorda in un video su YouTube, così come il secondo viaggio a Rio de Janeiro insieme all’imperatore Adriano, trovate il racconto di quel viaggio qui. Ora però vi lasciamo alle emozioni del viaggio a Manchester: buona visione!

Quando Roy Keane stroncò la carriera al padre di Haaland (VIDEO)

Vi ricordate la vostra professoressa di storia delle scuole superiori? Azzardiamo: gonna lunga sotto il ginocchio, occhiali rettangolari, tinta dei capelli sbiadita e assoluta spietatezza nel momento di mettere l’insufficienza.

Oggi “vi va grassa”: perché siamo noi di Calciatori Brutti che vogliamo spiegarvi un po’ di Storia, ma quella con la S maiuscola, calcistica ovviamente. Perciò fate i bravi, non fingete di stare attenti per poi rollare qualcosa di sospetto sotto al banco come a 16 anni, perché oggi vogliamo raccontarvi di un antico episodio calcistico che sta avendo però ancora oggi ripercussioni importanti sul presente.

Roy Keane era il mastino del magico Manchester United di Sir Alex Ferguson: che ci fosse un malleolo da azzannare a centrocampo o un imberbe David Beckham da scortare lontano dai giornalisti, lui era lì.

Ed era uno che le rivalità calcistiche le viveva, beh, con un certo trasporto; e da qui parte la nostra storia di oggi.

Nel corso di un Manchester United – Leeds, Roy Keane è incredibilmente lanciato verso la rete: due avversari gli si fanno sotto, ma solo uno, Alfie Haaland, padre di Erling, lo ferma con un fallo.

Keane, uno che odiava le simulazioni e soprattutto i simulatori, si accascia a terra dolorante, conscio che qualcosa non vada. L’avversario, di contro, gli si avvicina e manifesta la propria innocenza urlandogli nelle orecchie che quello non era fallo e che era il momento di rialzarsi.

La rottura del legamento crociato impedì sicuramente in quel frangente a Keane di alzarsi e prenderlo a sberle, ma il buon Roy, che avrebbe chiuso in anticipo la stagione proprio a causa di quel fallo, non era il tipo da dimenticare un’offesa del genere.

Lui simulatore?

Lui un buffone? Giammai.

E così, a 4 anni di distanza, i due si ritrovano.

Proprio per aggiungere pathos e tensione alla storia, Haaland nel frattempo si è trasferito al Manchester City e quello che si sta giocando in quel pomeriggio primaverile, è proprio un derby di Manchester.

A pochi minuti dal fischio finale della partita, Keane decide che è giunto il momento di prendersi la propria rivincita: mentre Haaland è in conduzione, l’irlandese lo colpisce con un tackle durissimo e soprattutto con il piede a martello che si schianta direttamente sul ginocchio dell’avversario, che si accascia in lacrime.

Non pago, Keane si avvicina ad Haaland e gli sussurra qualcosa nell’orecchio, probabilmente le stesse parole che il norvegese gli aveva riferito 4 anni prima. Il cartellino rosso che ne consegue è accolto con una risata da Keane, che per l’intervento killer rimedierà una squalifica record di 9 giornate e 200mila sterline di multa.

Ma sicuramente andò peggio ad Haaland, che terminò la carriera ad alti livelli proprio a seguito di quel contrasto.

Che dire? Vero che la vendetta è un piatto che va servito freddo, ma forse così è stato un tantino eccessivo, eh Roy?

7 cose che non sai su Rodri

Vi è mai capitato di vivere un periodo fortunato nella vostra vita? 

Sì, come esempio va bene anche una settimana in cui avete vinto più di due bollette o in cui non vi sia arrivata una cartella di Equitalia a casa.

Beh, pensate che al povero Rodri, nelle ultime settimane, è successo qualcosa di apparentemente simile.

Ma non affrettiamo i tempi: oggi vogliamo raccontarvi alcune cose su di lui che potreste non sapere.

#1: UN TERZO HERNANDEZ?: ha mosso i primi passi da calciatore in un piccolo club, il Rayo Majadahonda. Fin da subito le sue prestazioni incantarono i dirigenti del club, ma fin da subito si trovò a condividere le attenzioni con altri due ragazzini niente male, fratelli: Theo e Lucas Hernandez. Chissà se quel piccolo club aveva una clausola sulle percentuali di future rivendite dei propri gioielli.

#2: VITAMINE: Piedi e testa da mediano, in gioventù il resto del corpo non era proprio deciso a seguirlo: infatti quando si trovò ad un provino per vestire la maglia dell’Atletico Madrid, fu scartato a causa della scarsa altezza. Forse sarebbe bastato aspettare un po’: qualche anno dopo i Colchoneros lo acquistarono per 70 milioni di euro.

#3: PURE LAUREATO: Si dice ancora “quello è un buon partito?” Beh, in ogni caso, lo è. Mentre lottava per affermarsi come centrocampista totale, si è pure laureato in Business e Management. Maledetto Rodri, è colpa di gente come te se le donne ci schifano.

#4: SILVIO REAPPEARS: ricevuta l’ufficialità del trasferimento al City, Guardiola ne parlava così: “Sarà un acquisto incredibile. Rodri non ha tatuaggi, non ha orecchini, ha il classico taglio di capelli del mediano, che non deve pensare ad altro che al pallone”. Non vi ricorda un po’ il discorso di Berlusconi ai calciatori del Monza?

#5: SIX IN A ROW: Dicevamo, i premi vinti da Rodri in soli 9 giorni: MVP Finale di Champions – MVP Champions League globale – MVP semifinale di Nations League – MVP finale di Nations League – Vittoria della Champions League – Vittoria della Nations League

#6: NO SOCIAL: e tutto questo senza neanche una postatina su Tik Tok. Sì, perché Rodri, classe 1996, ha deciso di distaccarsi completamente dal mondo web, per fare in modo che la sua concentrazione sia tutta sulla sua unica passione: il calcio.

#7: PIO… RODRI IS ON FIRE: All’indomani della vittoria della Champions League e del triplete portato a casa con i Citizens, Rodri è stato acclamato dall’intero spogliatoio come l’uomo decisivo. Tra tutti i cori possibili e immaginabili, uno solo è stato il prescelto: “Rodri is on fire”.