Un Rino Gattuso che da allenatore cazzia tutta la sua squadra a suon di pallonate e insulti in dialetto calabrese, esattamente come fa nella realtà quando vede cazzeggiare i propri giocatori in allenamento.
Questo ruolo di doppiatore gli si addice e ci auguriamo che in futuro possa coltivare meglio questo talento.
Perchè se non dovessimo andare ai prossimi Mondiali, i giocatori della Nazionale Italiana potrebbero ricevere lo stesso trattamento di questo video dal loro CT.
Da un anno a questa parte, il Barcellona si ritrova spesso a prendere lo stesso tipo di gol.
In contropiede gli avversari spingono sulle fasce, mettono al centro il pallone e trovano il proprio attaccante che deve solo appoggiare in rete il pallone.
La domanda sorge spontanea: è mai possibile che Flick nel giro di un anno seduto sulla panchina dei Blaugrana non sia riuscito a porre rimedio a questo problema?
Guardando questo video la risposta è semplice: no.
Lamine Yamal continua a regalare spettacolo in campo.
Fa letteralmente il cazzo che vuole, prendendo palla e mandando al bar qualsiasi avversario si ponga di fronte alla sua corsa, persino mezza squadra del PSG campione d’Europa in carica.
Peccato che il Barcellona alla fine abbia perso 1-2 e molti di voi si ricorderanno solamente questo, ma un’azione come questa andrebbe rivista fino allo sfinimento.
Lamine Yamal debuttò a soli 15 ne La Liga contro il Betis Siviglia al Camp Nou, sostituendo Gavi al 83′.
Trovò il suo primo passaggio 5 minuti dopo quando, con una visione e un
tocco all’Andrea Pirlo, mette da solo davanti al portiere Dembelè.
Si, proprio lui, il Pallone d’Oro 2025 che ai tempi del Barcellona sembrava l’ombra di se stesso e che sbaglierà il passaggio più facile della sua carriera, vanificando l’assist del compagno.
Non sarebbe cambiato molto ai fini del risultato, ma mandò a pu**ane la possibilità di regalare al suo compagno un record che probabilmente nessuno gli avrebbe pià rubato.
Lamine Yamal's first professional pass was to Dembele.
Siamo abituati a vedere i giocatori sempre per terra.
Spesso, senza che nemmeno si siano infortunati davvero, sfruttando l’occasione per perdere tempo o guadagnarsi un fallo meschinamente.
Quello che però è accaduto lunedì sera durante il match tra Independiente Medellìn e Junior, nella Serie A Colombiana, ha dell’incredibile.
Dopo un contrasto in area di rigore, Guillermo Paiva si è accasciato rimanendo accovacciato sul manto erboso, a pochi metri dalla porta e sugli sviluppi dell’azione è stato colpito dal cross del compagno Rivera sulla schiena.
Con una parabola a pallonetto, scavalca il portiere e segna nella maniera più rocambolesca possibile.
Il Dio del Calcio ci vede bene, per fortuna, e intima al guardalinee di alzare la bandierina per un fuorigioco chilometrico.
Peccato perché c’erano tutti i presupposti per candidarsi al Premio Puskas come Gol dell’Anno.
Il rientro dopo le vacanze è traumatico per tutti.
Il lavoro, lo stress che si accumula e le responsabilità ci portano ad essere esauriti.
Lo sa bene anche Antonio Conte che ieri sera, ai microfoni di Dazn, alla domanda “Buongiorno come sta?” è andato in tilt, facendo diventare virale la sua risposta.
La giornalista si riferiva alle condizioni del difensore del Napoli uscito anzitempo per infortunio, ma l’allenatore dei partenopei, visibilmente provato dopo la partita vinta con il Pisa, ha risposto così.
“Tranquillo Antonio, sono in tanti nelle tue condizioni”.
Che CR7 non viva il periodo migliore della sua carriera lo sapevamo tutti, che non disputerà la prossima Champions League anche ma vederlo in queste condizioni, detto sinceramente, ci fa molto male. Per quanto sia un semplice momento di défaillance durante un riscaldamento pre-partita e non un tap in fallito ad un metro dalla porta in un match decisivo con il City, assistere ad uno scempio simile ci lascia abbastanza attoniti. Fred, suo compagno di squadra, inquadra la reazione eloquente che ci rappresenta perfettamente osservando Ronaldo nella versione calcistica della statua che gli avevano dedicato qualche tempo fa. Brutta, distante dalla realtà e da cestinare al più presto.
El D10S in Argentina è stato molto più che un semplice giocatore, a tal punto che oggi i suoi abitanti lo vedono ancora ovunque, ma non solo sui muri delle strade anche nelle televisioni europee. Già perché sta destando scalpore la sua possibile somiglianza ad un individuo non identificato dal capello riccioluto, i calzettoni abbassati e le movenze simili a quella del giovane Pibe. Il soggetto si ritrova nel bel mezzo di una corsetta senza senso sui campi d’allenamento del Dundee United, in Scozia.
Il tutto mentre le telecamere dell’emittente d’oltremanica inquadravano la scena, chiaramente ignare di una presenza mistica alle spalle del soggetto intervistato e che però ora sta facendo il giro del mondo nel tentativo di trovare una risposta che non avremo mai.
E’ davvero il Maradona dei favolosi anni ’80 o è solo un povero stronzo che si trovava lì per caso nel momento sbagliato? Giudicate voi!