La triste fine di Javier Pastore

Come state oggi? Giornata tranquilla o da cappio al collo? 

Nel dubbio ci piacerebbe avvicinarvi alla seconda ipotesi, raccontandovi la triste e tremebonda fine di uno dei calciatori che per forza di cose deve aver segnato la vostra adolescenza disegnando traiettorie magiche con un destro che di umano aveva ben poco.

Stiamo parlando di Javier Pastore, che oggi compie 34 anni e di fatto è ancora in attività, indossando la maglia del Qatar SC, ma che ha compiuto una serie di buchi nell’acqua talmente clamorosi da farci dubitare delle meraviglie che gli abbiamo visto fare con la maglia del Palermo.

Ma andiamo con ordine.

Dopo aver incantato il Barbera per due stagioni, portando anche i rosanero ad una storica qualificazione all’Europa League, si è spalancato per lui il mondo dei petrodollari. Il primo PSG degli sceicchi lo scelse infatti per farlo diventare il nuovo volto del club.

Le seguenti sette stagioni vissute all’ombra della Torre Eiffel certificarono una supremazia tecnica senza paragoni, pur facendo risaltare alle cronache parigine anche una certa pigrizia o indolenza, tanto che il bottino di gol e assist nelle ultime annate fu parecchio disastroso.

Serviva un cambio di marcia: una piazza calda e di prospettiva che potesse rimettere il Flaco in carreggiata, un club storico, ma con necessità di rilanciarsi, una tifoseria appassionata capace di donare amore ai propri calciatori.

Insomma: Roma.

Il classico club calcistico che si nutre di appuntamenti falliti e psicodrammi.

E infatti, Pastore, floppa.

Ma con uno di quei fallimenti che fanno rumore, arrivato dopo un paio di ottime prestazioni iniziali che avevano convinto i tifosi giallorossi di avere per le mani un grande numero 10, il legittimo erede di Fran…ok no, questo non lo scriviamo dai.

Comunque: 3 anni nella capitale, 37 presenze, 4 reti. Disastro totale.

E fra finti infortuni, prestazioni scandalose in competizioni europee ancora più scandalose e milioni di stipendio guadagnati senza fare nulla, si conclude la ormai leggendaria avventura di Pastore a Roma.

A dargli un’ultima chance nel calcio che conta è l’Elche, ne La Liga spagnola: anche qui l’inizio non è dei peggiori: quantomeno c’è la volontà di riprovarci, ma i risultati attesi non arrivano.

A pensarci bene è proprio come se il talento del Flaco sia stato rubato o si sia perso per strada: due stagioni 16 presenze e 0 gol, cacciato fuori rosa dall’allenatore; un altro disastro in piena regola.

Il momento di accettare i dollaroni del Medio Oriente è finalmente arrivato (e forse giunto anche al termine visto che il 30 giugno scadranno i suoi 6 mesi di contratto). Il nostro, di dimenticarci di tutto ciò che ci aveva fatto vedere con la maglia del Palermo no, e temiamo veramente che non arriverà mai.

E’ ancora disponibile quel cappio lì? Sì, sì, ci dia pure quello con la fune più resistente.

 

10 fenomeni che non hanno mai giocato un Mondiale

In attesa dell’arrivo del 2026 e di un possibile Mondiale che ci vedrà protagonisti, (cosa dite? In che senso mancano ancora più di 1500 giorni?) non ci resta che andare a sviscerare tutte le più strambe top 10 riguardanti i Mondiali di calcio. D’altronde, anche se ci tocca guardare e fare schifo dal divano anche a ‘sto giro, l’importanza della rassegna iridata è troppo grande per tenere la televisione spenta, quindi meglio fare buon viso a cattivo gioco.

Qui sotto troviamo la classifica dei 10 calciatori storicamente più dominanti che, per sfortuna o appartenenza a Stati sfigatissimi, non hanno mai partecipato ad un Mondiale di calcio. Spoiler: ad un certo punto, abbiamo scelto di inserire calciatori forti, ma ignorantissimi a discapito di vecchie leggende ormai dimenticate. Ci sta, la nostra utenza millennials ce lo richiede.

#1: Erling Haaland (Norvegia): può un freak come Erling accettare di trovarsi in questa classifica? Per ora sì, ma con la sua media gol e l’esperienza che sta maturando in Premier League, punta sicuramente ad essere un’icona del Mondiale 2026.

#2: Jan Oblak (Slovenia): che la Slovenia non fosse una delle Nazionali più forti della storia era risaputo. Tuttavia, forte delle parate di uno dei portieri migliori degli ultimi 10 anni e con le urla del Cholo Simeone nelle orecchie, speravamo che un pass-mondiale colmo di clean sheet il buon Jan riuscisse a racimolarlo. 

#3: Eric Cantona (Francia): fra infortuni, squalifiche, liti con la stampa e chi più ne ha più ne metta, King Eric non ha mai partecipato ad un Mondiale, togliendoci la possibilità di vedere un calcio volante fra gli spalti davvero in mondovisione.

#4: Ryan Giggs (Galles): il leggendario gallese ha sempre profuso impegno e sudore per il suo paese, ma il livello medio della squadra, all’epoca in cui il ragazzo scoperto da Sir Alex Ferguson si imponeva nel calcio mondiale, era davvero troppo basso. Peccato, perché se Giggs avesse giocato nell’epoca di Bale, l’attacco gallese avrebbe davvero fatto paura.

#5: George Weah (Liberia): non è mai semplice per un piccolo stato africano qualificarsi al Mondiale. La Liberia di Re George, ci arrivò vicinissima nel 2002, quando per un solo punto fu costretta a dire addio al sogno. Piccola chicca: in Nazionale Weah, essendo il più dotato tecnicamente, non giocava nel suo ruolo naturale, quello di attaccante, ma come libero. Poesia.

#6: Gigio Donnarumma (Italia): vabbè qui purtroppo sappiamo tutti quali sono i due motivi, è inutile infilare nuovamente il dito nella piaga. Poi se qualcuno vuole spiegarci come abbiamo fatto a perdere con la Macedonia del Nord in casa lo ascoltiamo volentieri, ma non garantiamo che la sua incolumità rimanga intatta!

#7: George Best (Irlanda del Nord): nonostante i problemi personali, Best fu convocato dall’Irlanda del Nord in ogni occasione possibile e immaginabile (e vorremmo anche vedere). Tuttavia, anche in questo caso il sogno di partecipare ad un Mondiale si infranse nel 1965 a causa di un pareggio con l’Albania nell’ultima giornata di qualificazione. Che amarezza.

#8: Alfredo di Stefano (Argentina/Spagna): può un calciatore vincitore di 5 Coppe dei Campioni, con a disposizione due diverse esperienze in Nazionale, non riuscire mai a qualificarsi ad un Mondiale? Evidentemente sì. Tanti di noi non erano ancora nati mentre la Saeta Rubia incantava il mondo, ma scorrendo il suo palmares, è davvero difficile farsi una ragione della sua mancata presenza al torneo calcistico più importante del mondo.

#9: Andrey Arshavin (Russia): nel suo prime, Arshavin era un giocatore semplicemente mostruoso, uno di quelli capaci di vincere le partite completamente da solo. E così è avvenuto anche in Nazionale, ma, curiosamente, solo durante gli Europei del 2008 e del 2012; nonostante la classe cristallina, la stella russa non riuscì mai a disputare una partita di un Mondiale.

#10: Radja Nainggolan (Belgio): qui i presupposti per una convocazione al Mondiale c’erano tutte, ma lo scarso rapporto con i commissari tecnici, la sregolatezza e il caratterino non facile hanno impedito al buon Radja di essere convocato per il Mondiale. E ormai, è proprio il caso di dirlo, il suo treno è passato.

Ma secondo voi chi lo vince questo Mondiale in Qatar? Noi ci siamo fatti un’idea che l’attacco Leao-Bruno Fernandes-Bernardo Silva-CR7 sia inarrestabile quindi come outsider ci piace parecchio e ve la consigliamo!

PORTOGALLO: VINCENTE MONDIALE 

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