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Ribery ha raccontato l’incidente che lo ha sfigurato da piccolo

Il calcio è uno sport. Non una sfilata di moda o una gara a chi scende in campo con i capelli meglio tagliati o la barba più curata. È uno sport, a tratti anche duro, che non richiede altro se non una discreta condizione fisica, un’ottima concentrazione, l’umiltà, il rispetto per l’avversario e quel pizzico di fortuna che, come in ogni altro aspetto della vita, di certo non guasta.

Spesso ci capita di dover avere a che fare con giocatori fissati con il proprio aspetto fisico, maniacali nella cura personale e molte volte bisognosi di sfoggiare un taglio di capelli nuovo ogni settimana, così da poter ricevere consensi ed elogi sui rispettivi profili social.

A differenza di tutti questi simil “fashion-blogger” (prima che calciatori) c’è però qualcuno che certe libertà davvero non può prendersele, sia perché è troppo concentrato sul proprio lavoro, sia perché la sfortuna (o il caso) hanno voluto che il proprio fisico subisse delle ferite irreparabili. È il caso, ad esempio, di Frank Ribery, uno dei talenti più forti sfornati dalle academy francesi negli ultimi 15 anni.

Uno dei motivi per i quali l’ala della Salernitana è conosciuta non è riconducibile soltanto alle sue gesta atletiche o ai suoi successi in campo internazionale.

Abbandonato dai genitori naturali ancora neonato, Ribery fu adottato da una coppia che sin dall’inizio cercò di trasmettergli quell’amore e quell’affetto che la sua famiglia originaria aveva deliberatamente scelto di non dargli. Nonostante l’impegno, però, i suoi nuovi genitori dovettero fare i conti con un evento destinato a segnare per sempre il loro destino e anche quello dell’ancora piccolissimo Frank.

Poco dopo il compimento del secondo anno di età, il francese rimase vittima di un incidente stradale gravissimo. Il venire sbalzato fuori dal parabrezza gli provocò un’enorme ferita al volto. La guarigione fu di per sé una formalità grazie alle cure dei medici e alle attenzioni dei genitori, ma la ferita, quella vera, si palesò solo successivamente, quando Ribery dovette fare i conti con il giudizio altrui.

“Nessuno mi guardava o mi giudicava per le mie qualità tecniche. Tutti, e quando dico tutti non escludo nessuno se non i miei genitori, commentavano il mio aspetto fisico e giudicavano dall’alto delle loro conoscenze la bruttezza del mio viso dovuta ovviamente alla ferita. Le offese degli altri ragazzi erano dolorose, ma quelle che facevano più male erano quelle degli adulti che dall’alto della loro maturità mi giudicavano con lo sguardo”. 

Episodi che hanno segnato per sempre il carattere del giocatore, che però ha voluto specificare quanto quell’incidente abbia segnato la sua vita in maniera positiva (escludendo ovviamente le conseguenze negative avute subito dopo la guarigione).

“Quello che sono oggi lo devo a quel momento. A quell’incidente. Non fosse stato per lui, non avrei il carattere che ho ora. Mi ha dato forza, mi ha insegnato a reagire e ad affrontare le situazioni più dure della mia vita e di questo ne vado fierissimo. Non mi sottoporrò mai alla chirurgia estetica e sapete perché? Perché questa ferita fa parte di me. Mi ha forgiato e reso un uomo migliore e non intendo per nessun motivo al mondo cancellarla”. 

Con il tempo, sul web sono persino apparsi filmati che simulavano come sarebbe stato il volto di Ribery senza i segni sul volto.

Sapevamo che l’origine di quella cicatrice fosse dovuta a un grave incidente ma davvero non potevamo immaginare di quanto e come quell’episodio avesse cambiato radicalmente la vita di uno dei giocatori francesi più forti di sempre. Prima la caduta in basso, le offese e gli sguardi degli sconosciuti, poi la rinascita, i successi e la fama internazionale. Comunque vada, da ora in poi, sarà un successo. Quanto meno per uomini come Frank Ribery. 

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