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Quella volta che il Catania umiliò l’Inter

È il marzo del 2010: l’Inter di Josè Mourinho che da lì a un paio di mesi conquisterà il clamoroso triplete si presenta al Massimino di Catania con alcune assenze, ma con la certezza di una superiorità sulla carta indiscutibile.

I rossazzurri di Mihajlovic, dal canto loro, sanno di essere una bella squadra con un plus non da poco: con il supporto dei propri tifosi, non conoscono la parola sconfitta.

E infatti dopo 45’ di gioco, la partita è ancora ferma sullo 0 a 0, con il Catania che si è divorato un paio di buone occasioni e con McDonald Mariga in maglia nerazzurra che ha abbattuto almeno tre steward sugli spalti.

Nella ripresa, però, accade il finimondo: prima segna Milito su assist di Eto’o, come per dire che sì, scherzare si è scherzato, però adesso anche basta. Quello che però l’Inter non può sapere, è che da quel momento inizia un’altra partita.

Su un cross radente dalla destra Maxi Lopez brucia Lucio e Materazzi andando a siglare il pareggio e mettendo a dura prova le fondamenta dello stadio etneo. Poi, quando anche un pareggio sembrerebbe andare bene per entrambe le squadre, Muntari provoca uno dei rigori più stupidi della storia, mandando sul dischetto Peppe Mascara.

Ora, quando la tensione è così alta da poterla tagliare con il coltello, c’è solo una qualità che distingue un giocatore qualsiasi da un fuoriclasse: la follia.

E così, Giuseppe Mascara da Caltagirone sceglie di scucchiaiare dolcemente il pallone alle spalle di uno dei portieri più forti del mondo, segna il 2 a 1 e mostra all’Inter che quel Catania ha una fame di vittoria insaziabile.

Se questa storia fosse un romanzo a lieto fine, si chiuderebbe qui.

Questa storia però non è un romanzo, ma un bel capitolo di una leggenda. E così a pochi minuti dalla fine El Malaka Martinez si avventa su un pallone di quelli innocui sparati alle stelle per perdere tempo.

Con una finta di corpo salsa&merengue manda al bar Lucio, con nonchalance brucia sullo scatto Materazzi e infine aggira in tranquillità assoluta Julio Cesar, andando a depositare in rete il pallone come fosse la cosa più naturale del mondo.

La partita finisce 3 a 1 e il Massimino è una bolgia in cui padri, figli, nonni e zii urlano a squarciagola l’amore per la proprio squadra. Lo stesso amore che ancora oggi, a oltre un decennio di distanza, lega i tifosi e il Catania.

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