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Mourinho ha spiegato come l’Inter ha battuto il Barcellona nel 2010

Provate a mettere nella stessa frase le parole Mourinho e Barcellona e senza nemmeno tanto sforzarvi, una delle prime cose che vi passeranno per la testa sarà senza alcun dubbio la semifinale di Champions League del 2010, quando l’Inter dello Special One riuscì ad eliminare il Barcellona marziano di Pep Guardiola.

Al netto della celebre parata di Julio Cesar su Messi e della coraggiosa prestazione dei nerazzurri al Camp Nou, uno dei maggiori shock di quella doppia sfida fu la partita d’andata, interpretata alla perfezione da José Mourinho e i suoi giocatori, capaci con poche semplici mosse di distruggere tutte le certezze della corazzata blaugrana.

In una lunga intervista al canale The Coache’s Voices, lo Special One è tornato ad analizzare quella partita, spiegando nel dettaglio quali sono state le mosse che hanno permesso alla sua Inter di volare al Camp Nou con un vantaggio di due gol.

“Una delle cose che preparammo nel dettaglio fu la gabbia su Lionel Messi. Cambiasso e Motta, che agivano davanti alla difesa, grazie all’aiuto e alla costante cooperazione con Javier Zanetti, quella sera terzino sinistro, non dovevano perderlo d’occhio per un secondo. Ovunque si fosse mosso, avrebbe dovuto avere uno dei nostri ad aggredirlo e non dargli spazio di manovra. Incentrammo gran parte della fase difensiva su di lui, lavorammo tantissimo sulla gestione delle marcature. Per come è andata, direi che la cosa è riuscita alla perfezione. Ognuno è riuscito ad adempiere al proprio compito, rispettando i ruoli e senza mai calare un attimo l’attenzione”. 

In poche parole, Mourinho ha pensato soprattutto a fermare l’estro di Messi, lavorando soprattutto sui ruoli di Thiago Motta e Cambiasso che più di tutti gli altri avrebbero dovuto prendersi cura della Pulce argentina e dei suoi movimenti al limite dell’area. Il numero 10 del Barcellona diventa pericoloso soprattutto quando si inserisce tra le linee, per questo motivo una delle cose che i difensori e centrocampisti dell’Inter avrebbero dovuto evitare era dargli libertà di manovra. 

“In fase offensiva invece, ci concentrammo sull’attaccare gli spazi che i terzini del Barcellona lasciavano liberi ogni volta che attaccavano. Il loro stile di gioco prevedeva un pressing aggressivo sui portatori di palla avversari, per evitare che quest’ultimi potessero impostare l’azione e quindi sviluppare un attacco organizzato. Così facendo, Guardiola obbligava i terzini a spingersi quasi sulla linea degli attaccanti, lasciando per forza di cose libere le fasce di competenza. Se notate, il secondo gol (quello di Maicon, ndr) nasce proprio da una situazione di questo tipo, con Maicon bravo nell’attaccare lo spazio e sfruttare l’assist del compagno per sorprendere la difesa e trafiggere Victor Valdes”. 

Poco più di dieci minuti di intervista che raccontano nel dettaglio il lato tattico del Mourinho allenatore. Al netto del suo modo di fare, della sua professionalità e dei sui atteggiamenti, lo Special One è indiscutibilmente uno degli allenatori più vincenti della storia, un riconoscimento che, al netto delle antipatie personali, gli va ampiamente riconosciuto.  

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