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Lo stupido motivo per cui il Barcellona non acquistò Alphonso Davies

La sera del 14 agosto 2020 il Barcellona ha subito la più grande umiliazione calcistica della sua storia, perdendo 8-2 contro il Bayern Monaco ai quarti di finale di Champions League. Un avvenimento del tutto inaspettato, che ha scatenato il caos in casa blaugrana e spianato la strada ai bavaresi verso la conquista della competizione, accendendo inoltre i riflettori su alcuni dei principali protagonisti della goleada finale. 

Uno su tutti, Alphonso Davies, la cui storia è andata virale in tutto il mondo e ha tenuto banco per tutte e due le settimane successive. Il terzino sinistro canadese ma di origini ghanesi, è infatti nato in un centro d’accoglienza all’interno del quale la famiglia si era rifugiata per sfuggire alle atrocità della guerra civile scoppiata in Liberia, per poi essere accolto insieme alla famiglia in Canada come rifugiato politico.

È in Nord America che ha dato i primi calci a un pallone, diventando ben presto un fenomeno inarrivabile per chiunque. A 15 anni la prima vera squadra lo chiama per allenarsi, a 19 si trasferisce in Europa per giocare con la maglia del Bayern Monaco, a 19 e mezzo diventa Campione d’Europa. Un percorso netto, al quale non tutti sono abituati e che in pochi hanno la fortuna di sperimentare. Eppure, solo 6 mesi prima di trasferirsi in Baviera, Davies è stato a un passo dal trasferirsi al Barcellona. 

Su consiglio di Hirsto Stoichkov, il presidente dei blaugrana Bartomeu era stato avvisato della crescita esponenziale di un ragazzino canadese, che in patria stava sorprendendo tutti e che in Europa molti top club avevano già scovato. A tale proposta, però, la risposta di Bartomeu fu letteralmente: “No, è canadese. Non è adatto per giocare nel Barcellona“. 

Un visione lungimirante, si fa per dire, visto che a nemmeno un anno di distanza, proprio il Barcellona di Bartomeu è stato ridicolizzato in mondovisione da Alphonso Davies e il suo Bayern. Un fatto che evidenzia la totale incapacità del presidente catalano di fare affari in un mondo complicato come quello del calcio. 

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