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La stagione da pallone d’oro di Antonio Nocerino

“Ooooh Nocerino, picchia duro, facci un gol. Chiamato Mister x per due soldi è giunto qua, adesso gioca e segna ed esulta con gli ultrà” cantava a squarcia gola la Curva Sud Milano.

Perché l’amore sbocciato tra il diavolo rossonero e Antonio Nocerino è di quelli intensi, veri e appassionati. Nato il 9 aprile 1985 in quel di Napoli e cresciuto calcisticamente nelle giovanili della Juventus, Nocerino ha raggiunto l’apice della sua carriera nella stagione 2011/2012 col passaggio definitivo dalla sua amata Palermo al più rinomato Milan di Massimiliano Allegri.

La società rossonera lo acquista l’ultimo giorno di calciomercato estivo per soli 500.000 euro, cifra modica e simbolica per via della sua scadenza contrattuale con i rosanero. Ultimo tassello da aggiungere a una squadra poco rivoluzionata dalla sessione di mercato e rimasta orfana di uno dei suoi gioielli più pregiati, ormai considerato finito e poco utile al progetto: Andrea Pirlo.

In molti lamentano una mancata sostituzione adeguata del regista bresciano, il cui ruolo sarebbe stato rilevato da un Alberto Aquilani in rotta con il Liverpool, e proprio dallo stesso Antonio Nocerino. I famigerati giorni del Condor sembrano dunque aver deluso la tifoseria rossonera.

Saranno le prestazioni fuori dal normale del centrocampista napoletano a stupire però l’intero popolo milanista. Collocato da Allegri come mezz’ala in un 4-3-1-2 con molta fantasia e propensione offensiva, Nocerino estrae dal suo potenziale il meglio del repertorio. Lotta in mezzo al campo per recuperare palloni fondamentali per il possesso palla, sorregge la manovra d’attacco con continui inserimenti centrali e, soprattutto, segna una valanga di gol.

Eguaglia il suo record in Serie A già alla nona giornata di campionato contro il Parma, realizzando, per altro, la sua prima tripletta nel massimo campionato.

In una sola partita, Nocerino mostra l’intera essenza della sua stagione. L’intesa perfetta creata con Zlatan Ibrahimovic, a detta di molti il Cristo che resuscita i calciatori etichettati scarsi, la facilità smisurata nella finalizzazione dei tiri dalla distanza e i tempi sincronizzati di penetrazione in area.

Chiuderà la sua miglior stagione della sua lunga carriera con 10 realizzazioni all’attivo in 35 presenze in campionato. Numeri spropositati per un giocatore reputato discreto a inizio anno, e fondamentale ai titoli di coda del calendario. Inutili, purtroppo, nella conquista finale dello scudetto, strappato a morsi rabbiosi e centimetri di troppo non notati da una Juventus di Antonio Conte, revitalizzata dalle due annate pessime in precedenza.

Segnerà, però, il riscatto personale di un calciatore finito ai margini del calcio che conta, dopo l’esperienza fallimentare con la maglia della Juventus, e ritornato di prepotenza per conquistarsi un posto nel cuore dei tifosi, alla maturità calcistica dei 26 anni.

Antonio Nocerino ha dimostrato sul campo il proprio valore, senza esaltarsi troppo e condividendo le proprie emozioni con chi lo ha sostenuto calorosamente. Una bella pagina di calcio da ricordare, insolita e sorprendente in un mondo del pallone sempre più povero di eroi dal piccolo talento.

Per questo, nel giorno in cui si ritira, auguriamo il meglio ad un giocatore operaio che ha sempre versato litri di sudore in campo per onorare la maglia indossata.

Grazie di tutto Antonio Nocerino.

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