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I 9 trasferimenti più brevi della storia del calcio

Otto giorni. Tanto è passato tra la firma del contratto di Antonio Cassano con l’Hellas Verona e l’annuncio del suo ritiro. Una decisione shock che ha lasciato i tifosi italiani a bocca aperta. Ma solo per qualche ora. Nostalgia di casa, la mancanza dei figli, una forma fisica che a 35 anni, dopo 18 mesi di inattività, diventa difficile da recuperare.

E allora la scelta coraggiosa di dire basta.

Due ore più tardi la smentita, in conferenza stampa. Un momento di scoramento che ha portato il giocatore a fare riflessioni pessimistiche. Tutto rientrato, come annunciato in sala stampa accanto al ds Fusco.

Ma cosa ha spinto Cassano a cambiare idea in 8 giorni? Cos’è arrivato a pensare Fantantonio in queste 192 ore? Chi ha vissuto un’esperienza simile? Probabilmente non lo scopriremo mai.

Quello che invece la vicenda ci ha aiutato a fare è stato raccogliere un elenco di altri giocatori che in pochissimo tempo hanno cambiato o fatto cambiare idea alla società, ritirandosi o facendosi cedere.

Ecco quindi i 9 trasferimenti più brevi di sempre.

Clive Allen

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Estate 1980. L’attaccante 19enne del QPR Clive Allen viene acquistato dall’Arsenal per 1,25 milioni di sterline (1,45 milioni di euro). La cifra sborsata è considerata elevata per il tempo. Troppo forse, visto che dopo appena tre amichevoli precampionato, in cui il giocatore non è riuscito a segnare, con il terrore di aver sbagliato operazione di mercato, l’Arsenal lo gira al Crystal Palace in cambio di due giocatori mediocri come Kenny Sansom e Paul Barron.

Stephane Guivarc’h

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Quattro partite. Tanto è durata l’avventura inglese di Stephane Guivarc’h, campione del mondo con la Francia nel 1998 e reduce da una stagione pazzesca con la maglia dell’Auxerre. Il Newcastle lo ingaggiò dopo la vittoria contro il Brasile su indicazione di Kenny Dalglish. Il gol all’esordio contro il Liverpool è storia. L’esonero dell’allenatore e l’ingaggio di Ruud Gullit alla guida tecnica, però, compromette l’avventura dell’attaccante, che dopo quattro partite con i Magpies vola in Scozia, direzione Glasgow, sponda Rangers.

Bebe

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Nome da fenomeno, nazionalità da Joga Bonito, piedi da fabbro. Il tutto confezionato in un bel pacco e tirato in pochissimo tempo a un top club come il Manchester United. Bebè, che dopo una stagione in terza serie portoghese con l’Estrela Amadora aveva attirato le attenzioni dei club più prestigiosi della Primeira Liga, venne acquistato dal Vitoria Guimaraes, che appena presentato gli fece firmare una clausola rescissoria di 7,4 milioni di sterline. Una mossa che fece drizzare le orecchie ai Red Devils, che subito decisero di pagare l’intera cifra pur di portarlo in Premier. Non si sa ancora oggi cosa videro gli emissari del Manchester: Bebè giocò 2 partite con lo United, 3 con il Besiktas e una con il Benfica.

Sol Campbell

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Il difensore inglese nel 2009, dopo 3 anni passati al Portsmouth, accettò di ricominciare dalla quarta serie con la maglia del Notts County. La società gli offrì un contratto quinquennale (fino a 40 anni per intenderci). Al giocatore ex Arsenal bastò l’esordio contro il Morecambe. 5 giorni dopo Campbell rescisse il proprio accordo con la squadra e si accasò al Newcastle.

Kevin Prince Boateng

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“Kevin Prince Boateng sarà un giocatore del Genoa, ma non giocherà con noi. Vedremo con quale squadra troveremo l’accordo”. Estate 2010, Preziosi porta in Italia dal Portsmouth per 5,7 milioni di euro più Vanden Borre il giocatore. 24 ore dopo il Grifone annuncia di aver girato KPB al Milan in comproprietà.

Juan Agudelo

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Era il 2013 quando lo Stoke cercò di portare in Inghilterra il giocatore del New England Revolution Agudelo. La firma del contratto però venne vanificata dal permesso di lavoro negato al giocatore. Una circostanza che obbligò il club a girare in prestito Agudelo all’Utrecht in attesa di risolvere il problema. Circostanza che, non trovando una soluzione, dopo un anno fece tornare l’attaccante colombiano naturalizzato statunitense in patria. Per lo Stoke il calciatore firmò solo il contratto, rimanendo uno dei Potters solo per poche ore.

Steed Malbranque

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Dopo una carriera passata a calcare i campi più prestigiosi della Premier League, Malbranque decise di tornare in Francia. Più precisamente al Saint-Etienne. 40 giorni dopo la firma del contratto, però, il centrocampista lo rescisse. Molti pensarono che la scelta fosse dovuta a problemi di salute del figlio. Bambino, però, mai esistito, come ha precisato lo stesso Malbranque, che dopo aver rassicurato tutti sulla salute della famiglia, firmò per il Lione.

Hameur Bouazza

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Premier, Ligue 1, Liga. Tanti i campionati giocati da Bouazza nel corso della sua carriera. Nel 2009, però, dopo aver lasciato il Birmingham City, l’algerino accettò l’offerta dei turchi del Sivasspor, con cui giocò solo una partita contro lo Shakhtar. La città, però, non gli piacque e così decise di cambiare aria. Destinazione Omonia Nicosia, dove però fece ancora fatica ad ambientarsi, lasciando il club dopo appena due settimane.

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