Nel calcio come nella vita, ci sono uomini che sembrano passare inosservati. Che lavorano nell’ombra, zitti, silenziosi, senza mai prendersi i riflettori. Ma quando la posta in gioco si alza, sono proprio loro a cambiare la partita. È questo il cuore pulsante di Io Sono Nessuno 2, il nuovo capitolo con Bob Odenkirk, dove il protagonista – creduto finito, superato, inoffensivo – torna con violenza chirurgica a prendersi il suo spazio. Come succede anche sui campi di Serie A.
Hutch Mansell, il personaggio interpretato da Odenkirk, è il prototipo del calciatore ignorato per anni. Il mediano che fa legna ma non finisce nei titoli. Il difensore che salva tutto ma non compare nelle grafiche. Il panchinaro eterno che aspetta la sua occasione. E quando arriva, nessuno è pronto per quello che sta per succedere.Esattamente come Giroud, dato per finito già ai tempi dell’Arsenal, poi campione del mondo e centravanti titolare del Milan scudettato. Come Gatti, che giocava tra i dilettanti a 25 anni e ora gioca titolare con la maglia della Juve e dell’Italia. Come Jamie Vardy, che a 27 anni faceva l’operaio e a 29 diventava campione d’Inghilterra con il Leicester.
Io Sono Nessuno 2 non è un film d’azione qualsiasi: è un manifesto per tutti quelli che vengono lasciati indietro. E che a un certo punto decidono di non starci più. La narrazione non è quella dell’eroe perfetto, ma del protagonista stanco di sopportare. E questa rabbia, in campo come sullo schermo, è contagiosa.