Lo ha fatto a Torino quando sul dischetto si è presentato Pulisic e lo ha rifatto domenica a San Siro quando Leao ha preso in mano il pallone per battere De Gea dagli 11 metri.
Massimiliano Allegri al Milan sta portando avanti questa usanza di voltarsi verso la panchina e non guardare la battuta del calcio di rigore dei propri giocatori.
Ma perché lo fa? Rito scaramatico o semplice paura di vedere come andrà a finire?
A spiegarlo è stato proprio il diretto interessato nel lontano 2011, quando si sedette per la prima volta sulla panchina dei rossoneri. Ai tempi Allegri era arrivato Milan dopo la buona esperienza al Cagliari e aveva la responsabilità di dover dimostrare sin da subito che era l’uomo giusto scelto da Adriano Galliani.
E fu in quel periodo che svelò come tutto ebbe inizio per un rigore sbagliato ad inizio stagione. Durante un Cesena-Milan di inizio campionato, infatti, il Diavolo uscì con un pesante 2-0 dal Manuzzi, per via anche di un rigore fallito da Ibrahimovic nei minuti finali.
All’epoca Max dichiarò che: “I rigori non li guardo più per scaramanzia. L’ho fatto contro il Cesena l’anno scorso e Ibra sbagliò, quindi…”.
E a distanza di 15 anni da quella partita, continua a farlo.
Non sempre porta bene (vedi l’errore di Capitan America contro i bianconeri che sono costati 2 punti, di cui per altro Allegri si era raccomandato di non calciare col piattone) ma è un’usanza che si porterà avanti per tutta la carriera probabilmente.
Visto che ne abbiamo parlato in precedenza ed è il motivo della sua scelta, rivediamoci quell’errore di Ibra dal dischetto.