Quanto guadagna al giorno Origi per NON giocare nel Milan

Dopo essersi liberati di Adli e Bennacer, al Milan rimane ancora un problema (particolarmente costoso, visto quanto guadagna) da risolvere: Divock Origi.

È assurdo pensare che l’Origi della doppietta che ha portato alla storica rimonta ad Anfield contro il Barcellona in Champions League, sia lo stesso che oggi il Milan cerca di vendere dopo una situazione assurda.

Arrivato a Milano nel 2022 a parametro zero, Origi ha firmato un quadriennale da 4 milioni netti all’anno con il club rossonero che dopo averlo valutato per una stagione, ha deciso di mandarlo in prestito al Nottingham Forest l’estate successiva.

A Nottingham le cose sono andare piuttosto male, con la bellezza di 0 gol segnati in 20 partite giocate.

A fine prestito è tornato a Milano, e da lì il circo.

Il Milan lo considera fuori dal progetto tecnico, e tentano con scarso successo di aggregarlo al Milan Futuro. “Tenta”, perché Origi a quanto pare si è rifiutato e non si è mai presentato agli allenamenti con loro.

Nessuno sa bene dove sia né cosa stia facendo, si dice che si alleni da solo in giro per l’Italia e che rifiuti qualsiasi accordo sulla rescissione del contratto perché non reputa adeguato l’indennizzo proposto.

Quello che sappiamo, invece, è quanto guadagna attualmente dal Milan nonostante nonostante non scena in campo con i rossoneri da maggio 2023: 4 milioni all’anno, ossia circa 11 mila euro netti al giorno. Giusto due lire eh.

 

Come in ‘Io Sono Nessuno 2’: quando anche nel calcio l’uomo dimenticato torna per prendersi tutto

Nel calcio come nella vita, ci sono uomini che sembrano passare inosservati. Che lavorano nell’ombra, zitti, silenziosi, senza mai prendersi i riflettori. Ma quando la posta in gioco si alza, sono proprio loro a cambiare la partita. È questo il cuore pulsante di Io Sono Nessuno 2, il nuovo capitolo con Bob Odenkirk, dove il protagonista – creduto finito, superato, inoffensivo – torna con violenza chirurgica a prendersi il suo spazio. Come succede anche sui campi di Serie A.

Hutch Mansell, il personaggio interpretato da Odenkirk, è il prototipo del calciatore ignorato per anni. Il mediano che fa legna ma non finisce nei titoli. Il difensore che salva tutto ma non compare nelle grafiche. Il panchinaro eterno che aspetta la sua occasione. E quando arriva, nessuno è pronto per quello che sta per succedere.Esattamente come Giroud, dato per finito già ai tempi dell’Arsenal, poi campione del mondo e centravanti titolare del Milan scudettato. Come Gatti, che giocava tra i dilettanti a 25 anni e ora gioca titolare con la maglia della Juve e dell’Italia. Come Jamie Vardy, che a 27 anni faceva l’operaio e a 29 diventava campione d’Inghilterra con il Leicester.

Io Sono Nessuno 2 non è un film d’azione qualsiasi: è un manifesto per tutti quelli che vengono lasciati indietro. E che a un certo punto decidono di non starci più. La narrazione non è quella dell’eroe perfetto, ma del protagonista stanco di sopportare. E questa rabbia, in campo come sullo schermo, è contagiosa.