I 5 gol più belli di Dybala che ti faranno godere e non poco (VIDEO)

Non importa quale squadra tifi, se di fronte al mancino di Paulo Dybala non scatta la venerazione istantanea, abbiamo qualche problema.
Oggi lui e quel piedino compiono 31 anni e raccogliere solo 5 tra i gol più belli fatti finora in carriera è stato più difficile che amettere di aver fallito anche quest’anno l’asta del Fanta.
Quindi mettetevi comodi, armatevi di fazzoletto, e concedetevi qualche lacrima di fronte ai capolavori che forse, per un momento, avete dimenticato.


1. Lazio VS Juventus
Partiamo subito con un video che dovrebbero far vedere nelle scuole calcio: stop di destro, palla che rimbalza, controllo con la coscia e tiro al volo che rimbalza esattamente davanti al naso del portiere prima di entrare. Vabbè:

 

 

2. Triestina VS Juventus
Ok, questa era un’amichevole, ma il modo in cui controlla il pallone prima di calciare è qualcosa che va oltre il genio.

 

 

3. Juventus VS Lazio
Di cosa stiamo parlando, qui nemmeno la calcia sopra la barriera, calcia direttamente a giro con un tiro che sorpassa tutto il blocco sulla sinistra. Ragazzi, non scherziamo:

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4. Empoli VS Roma

Diciamo che anche alla Roma ne ha fatti di bruttini:

 

 

5. Juventus VS Sassuolo

Per il modo in cui inclina il corpo e per come riesce a far girare quel pallone: patrimonio dell’Unesco:

Quando 11 anni fa Cacciatore fece l’esultanza più cialtrona e senza senso della Serie A (VIDEO)

È statisticamente impossibile che vi siate dimenticati questo gol e questa esultanza.
Ma il mondo è bello perché vario, perciò nel caso ci siamo noi a ricordarvela.

22 settembre 2013: Juventus vs Hellas Verona.
Al 36′ del primo tempo passa in vantaggio l’Hellas, e Fabrizio Cacciatore ci regala una delle esultanze più cialtrone di sempre. Poi alla fine ha vinto la Juve, ma non importa, perché qui è dove si è fatta La Storia.

CHI DIMENTICA È COMPLICE

Prendetevi 10 minuti per rivedere i 5 migliori gol di Theo Hernandez col Milan

All’anagrafe Theo Bernard François Hernandéz
per gli amici ‘Theo’,
per i tifosi ‘Quel cazzo di TRENO sulla fascia sinistra‘.
Oggi questo signorino qua compie 27 anni e quale miglior occasione per ricordare alcuni dei suoi migliori gol che hanno fatto bagnare nelle mutande ogni tifoso rossonero.

Lessgoski, less go con la lista.

#5 – Milan vs Spezia
Palla recuperata a centrocampo, sgroppatina in scioltezza e rasoterra chirurgico sul secondo palo. 

#4 Torino vs Milan
Prima uno dei suoi golletti da fuori all’incrocio, poi il raddoppio con percussione centrale in mezzo alla difesa e pallonetto al portiere.

#3 Milan vs Lazio
Per non far mancare nulla al repertorio, un gol di testa pesantissimo al 92esimo.

#2 Milan vs Udinese
Sinistro al volo da fuori area.
Un missile terra-aria che sbatte per terra al momento esatto in cui serve far perdere il riferimento al portiere. Tutto calcolato.

#1 Milan vs Atalanta
L’apoteosi del delirio. Il coast to coast di 70 metri premiato come gol dell’anno dalla Lega di Serie A.
Egoista? Sì. È sbagliato? Sì. Poi però li salti tutti, confezioni il diagonale vincente: COSA GLI VUOI DIRE?
Spedito sul pianeta GODO gente come Leao, Tonali, Ibra e Maldini sugli spalti.

Semplicemente Theo.

Quando Piolì disse a Leao: “Non si gioca solo per 2 minuti, devi correre anche negli altri 80 minuti

Sembra passata un’era, eppure Stefano Pioli ha lasciato il Milan solo qualche mese fa. 
A inizio stagione aveva messo Leao totalmente al centro del progetto dei rossoneri, affidandogli anche la 10 e il ruolo di leader.

Qualche anno fa aveva già iniziato a “prendersi cura” di Rafa in allenamento, prendendolo spesso in disparte per dargli quei consigli che avrebbero potuto farlo esplodere, com’è successo nell’anno dello scudetto. Stefano era ancora on fire, Rafa spaccava le difese e seminava il panico in campo ogni domenica.

Quelle parole di Pioli, probabilmente, erano state utili.

Nessuno ricorderà uno dei primi gol di Lautaro Martinez all’Inter (VIDEO)

Sono le prime battute estive della stagione 2018-19.
All’Inter c’è ancora Maurito Icardi, ma i nerazzurri si sono già assicurati il futuro dell’attacco portando a Milano il “Toro” Martinez dal Racing, su caloroso consiglio di un certo Diego Milito. 

Nei primi giorni d’agosto, l’Inter gioca l’Interna Champions Cup 2018.

Questo è il gol che ha fatto capire ai tifosi dell’Inter che il futuro dell’attacco era in buone mani.

Thuram saltella al coro “Chi non salta è juventino” e il padre gli tira uno scappellotto

L’Inter festeggia lo scudetto numero 20 dopo il pareggio in casa con la Lazio.
Tutti i giocatori, dopo aver ricevuto la coppa e la medaglia, vanno sotto la Nord a cantare e ballare coi tifosi.

A un certo punto, dalla curva parte il coro “Chi non salta juventino è!”.
Il primo a saltellare, gasatissimo, è Marcus Thuram, come un bambino al parco giochi.
Papà Lilian, ex Juve, osserva. Si avvicina. Gli tira uno scappellotto in testa.

 Marcus e i tifosi ridono.  È tutto estremamente giusto così. 

       

Quella volta che Morimoto stregò lo United a suon di gol (VIDEO)

L’estate del 2006 è rimasta impressa nella mente e nell’anima di tutti gli italiani, non tanto per la vittoria dei Mondiali in Germania, quanto per l’arrivo nel Belpaese di Takayuki Morimoto.

Il 23 luglio 2006 l’attaccante giapponese firmò infatti per il Catania, e da quel momento in poi conquisterà a suon di gol il cuore di tutti i tifosi rosso-azzurri.

Il suo debutto fu storico: entrato all’83°, Banzai impiegò solamente cinque minuti per siglare il suo primo gol, pareggiando così la partita contro l’Atalanta, che fino a quel momento già pregustava la vittoria.

Le prestazioni di Maremoto con la squadra sicula non passarono di certo inosservate, tanto che, a posare lo sguardo sul ‘giovane fuoriclasse’, fu niente poco di meno che Sir Alex Ferguson.

Sì, avete capito bene, nel 2009 la dirigenza dello United voleva a tutti i costi che Morimoto diventasse la nuova arma dei Red Devils.

Alla fine la trattativa sfumò e non se ne fece nulla, ma il solo immaginarci la coppia d’attacco Ronaldo-Morimoto, ci fa scendere una lacrimuccia.

I tifosi hanno dato uno striscione contro il Milan a Mkhitaryan ma lui gliel’ha restituito (VIDEO)

Considerato il miglior calciatore armeno di tutti i tempi, Mkhitaryan da quando è arrivato all’Inter sembra essere rinato: copre il campo da area ad area, recupera palloni e partecipa attivamente alle azioni offensive della squadra. Un giocatore perennemente in movimento, come d’altronde è stata la sua vita: dall’Armenia all’Inghilterra, passando prima dal Brasile, Francia, Ucraina e Germania fino ad arrivare qui, in Italia. Con i nerazzurri ha collezionato due Supercoppe italiane (2022, 2023), una Coppa Italia (2022-23) e, quest’anno, il tanto amato Scudetto.

Proprio in occasione dei festeggiamenti per il titolo vinto, il centrocampista è stato protagonista di una scena insolita, soprattutto dopo gli sfottò che hanno accompagnato le sfilate per lo scudetto negli ultimi anni: un video mostra un tifoso dell’inter che, voglioso di fornire un assist al neo campione, gli porge uno striscione con scritto “Menostellato complessato”. Il giocatore però — forse grazie alle sue due lauree — prima di alzarlo, ha deciso di consultarsi con un compagno per comprenderne meglio il significato.

Alla fine, avendo intuito il potenziale passo falso, ha sportivamente declinato l’invito del tifoso.

Dopotutto, da grande COC quale è, sa bene quando tenere il pallone e quando restituirlo.

Quando Retegui fece restare di sasso Maradona (VIDEO)

Se per i difensori e i centrocampisti fare gol è un’emozione unica, per un attaccante è una missione — in alcuni casi, come per Inzaghi, quasi un’ossessione. Vedere la palla entrare in rete non è solo un atto atletico, è il culmine della soddisfazione calcistica: un evento carico di emozioni e significati che risuonano a livelli molto profondi, sia per il giocatore che per i compagni e i tifosi.

Anche se alla fine valgono sempre uno, non tutti i gol sono però uguali: oltre al peso specifico di ognuno — un gol all’ultimo minuto che fa vincere la squadra è ovviamente più significativo di una rete siglata quando magari si perde 4 a 0 — ogni giocatore assegna a quel momento un valore specifico.

Ne sa qualcosa il centravanti italo-argentino Retegui, che, tra i tanti gol importanti messi a segno, come quello in occasione del suo esordio in Nazionale, ha ben chiaro quale sia quello a cui è più legato: l’1-0 nel Clasico tra Estudiantes e Gimnasia. Questo gol è importante non solo perché è stato il primo con la maglia dell’Estudiantes, ma anche perché è stato siglato proprio davanti al suo idolo, Diego Armando Maradona.

All’epoca, Diego era l’allenatore del Gimnasia e Retegui soltanto una giovane promessa. Riflettendo sul momento, l’attaccante ha infatti detto: “Ne ho fatti tanti, ma per me quello resta il gol più importante della mia carriera. Ho fatto una bella foto con Diego quel giorno, anche se lui non era propriamente felice.”

Insomma, con quella rete, il bomber del Genoa è riuscito a compiere un’impresa non da tutti: ha lasciato di sasso il giocatore più forte di tutti i tempi.

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Perché mezza Serie A vuole Antonio Conte (VIDEO)

Il Milan e il Napoli hanno in comune una cosa: sanno che vincere è importante, ma sanno anche che continuare a farlo lo è ancora di più.

E chi meglio di Conte può risollevare le sorti di due squadre che sì, hanno vinto, ma che poi non hanno però mantenuto la solidità mentale e la motivazione necessaria a riconfermarsi l’anno successivo. In entrambi gli spogliatoi d’altronde si respira il bisogno di nuovi stimoli.

Ecco, AnDonio sarebbe l’incaricato ideale: è un motivatore nato, potrebbe benissimo aprire un canale YouTube e raggiungere un milione di iscritti soltanto pronunciando alcune delle sue frasi iconiche come più vai in vetta e più sono forti le folate di vento, io se perdo muoio, io vivo per la vittoria.

È praticamente l’incarnazione dell’effetto Forer: riesce sempre a tirare fuori il meglio da ogni giocatore a disposizione. Lo ha dimostrato negli anni alla Juventus e alla guida della Nazionale — con lui giocatori come Pellé e Giaccherini sembravano in GodMode. Lasciando infine il segno anche nelle sue esperienze con l’Inter e il Tottenham, sebbene in quest’ultima con meno fortuna

Scherzi a parte, il Mister riuscirebbe a trasmettere agli azzurri e ai rossoneri ciò che in questo momento gli manca di più: solidità, un metodo chiaro e, soprattutto, passione.

L’ex allenatore degli Spurs ha un modo di concepire il calcio ben consolidato: il 3-5-2 è il suo marchio di fabbrica, una religione. L’Inter di Simone Inzaghi — senza voler assolutamente togliere merito al Demone — continua ad avere sfumature d’impostazione Contiana. Funziona.

È un allenatore che ha ottenuto risultati significativi anche all’estero — trapianto incluso — che non è di per sé un valore, ma dimostra sicuramente una sua propensione naturale a ricercare nuove sfide — il Milan e il Napoli in questo caso sembrano fatte apposta.

Insomma, Aurelio vuole Conte, Ibra vuole Conte. Dove andrà? Non lo sappiamo.

Forse alla fine AnDonio per decidere utilizzerà un criterio a lui caro: il mangiare bene.

Perché, per sua stessa ammissione, non si può mangiare con dieci euro in un ristorante da cento.

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