Tevez ha raccontato il suo primo strano incontro con Gigi Buffon (VIDEO)

Carlitos Tevez con la maglia della Juventus gasava, inutile che lo neghiamo. Indipendentemente dalla nostra fede calcistica, va ammesso che un giocatore del genere non poteva rimanere indifferente. La sua verve, il suo agonismo, le sue giocate, la sua capacità di trascinare la squadra e il pubblico: l’Apache era unico per tanti aspetti e siamo stati fortunati a goderci la sua presenza in Serie A.

Eppure, nonostante un passato molto particolare e un’infanzia non semplicissima, il buon Carlitos non appena arrivato a Torino rimase colpito, ammaliato e, da come lo racconta, impressionato da un omone di più di 1,90 metri d’altezza e dai suoi occhioni verdi. Il suo nome, giusto per darvi maggior contesto, è Gianluigi Buffon. Avete presente?

Il Gigione nazionale, solo con la sua presenza e le sue prime parole, riuscì in qualche modo ad influenzare Tevez, che di incontri particolari, con gente forse anche più tosta, ne aveva già avuti in passato. 

Era il mio primo allenamento con la Juventus. Io arrivavo dal City e mi ritrovai in spogliatoio con gente come Pirlo, Chiellini, Conte come allenatore. Insomma, gente forte. Ma io rimasi colpito da Buffon, cioè ti fa effetto. Un uomo così alto, con occhi grandi verdi. Una presenza impressionante, da capitano.

Così cominciamo a riscaldarci, Buffon viene lì, mi afferra la testa e il collo, viene faccia a faccia e mi fa ‘Andiamo eh. Andiamo a vincere tutto’.”

Un attestato di stima impressionante, che rende molto di più se visto e raccontato dallo stesso Tevez (qui sotto il video). Fa pensare che uno come Tevez sia rimasto così colpito semplicemente stando vicino a Buffon, ma probabilmente è proprio così che i leader diventano tali.

 

JUVENTUS – SASSUOLO: PARZIALE/FINALE 1/1

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Allegri: “Il mestiere dell’allenatore non si può insegnare”. E ha ragione.

Lo stile di gioco, i flop di alcuni suoi giocatori, la poca identità di gioco che riesce a trasmettere alle sue squadre e chi più ne ha, più ne metta. Da sempre (o quasi) Massimiliano Allegri è uno degli allenatori più discussi e criticati. Eppure, nonostante le parole dette e scritte su quanto giochino male le sue squadre, a parlare per lui sono i risultati.

Una promozione in Serie B una Supercoppa di Serie C1 con il Sassuolo. Il nono posto con il Cagliari. I 6 scudetti, le 4 Coppe Italia e le 3 Supercoppe Italiane conquistate con Milan e Juventus. Due finali di Champions League. Insomma, difficile essere troppo critici con un allenatore che riesce a raggiungere certi traguardi.

Anche perché, come dice lo stesso Allegri, fare l’allenatore non è poi così semplice. 
Allenare non è solo tattica. Non è solo schemi. Allenare è un insieme di fattori che non tutti riescono a gestire. Ci sono gli allenamenti dal lunedì al venerdì, c’è la preparazione della partita. E poi c’è la partita, quella della domenica, che tu puoi aver preparato come vuoi ma se dopo 5 minuti il tuo centrale viene espulso, saltano tutti i piani.

Fare l’allenatore è anche e soprattutto gestione. Gestione dei momenti e delle risorse umane, cioè dei calciatori. Per questo, è impossibile insegnare quel mestiere. Troppe varianti sono da tenere in considerazione, ma soprattutto sono tutte da imparare sul campo e non seduti al banco guardando una lavagna.

Per molti forse è troppo pragmatico, ma su questo punto c’è da ammettere solo una cosa: Allegri ha maledettamente ragione.

 

JUVENTUS – INTER: MULTIGOL 1-2

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Ma Paulo Dybala ha mai fatto gol brutti? (VIDEO)

“Chi non ama il mancino di Dybala ha problemi con i sentimenti”.

Del resto, anche da semplici appassionati, come si potrebbe non essere innamorati di quel mancino dopo che per anni Paulo ci ha incantato tra tiri a giro, punizioni, dribbling e gol decisivi all’ultimissmo secondo?

Oggi la Joya compie 30 anni (sì, siamo vecchi) e vi giuriamo che abbiamo provato in tutti modi a trovare un suo gol brutto, ma proprio non ci siamo riusciti. Cioè, anche quelli semplici o apparentemente normali, li fa sembrare a volte dei gol favolosi. C’è dell’estro, della classe e dell’eleganza in quel mancino che a volte sappiamo esattamente che tiro farà, eppure ci sorprendiamo sempre di più ogni volta.

Qui per voi i video dei suoi gol con Juventus, Palermo e Roma, che riassumono in maniera perfetta quello che abbiamo detto finora: il mancino di Paulo Dybala è un Patrimonio dell’umanità.

Tutte le magie di Dybala con la Juventus


Tutte le magie di Dybala con il Palermo


Tutte le magie di Dybala con la Roma

Quella volta che Del Piero firmò il contratto in bianco per amore della Juve (VIDEO)

Eh già, calciatori così non ne nascono più.

E non lo diciamo per dire, voi sapete che noi al concetto di “calcio romantico” preferiamo un bel calcione a tacchetti spianati sulla rotula, ma quando ogni tanto ripensiamo a certi idoli della nostra giovinezza, è impossibile non lasciarsi prendere dalle emozioni.

Perché diciamocelo chiaramente, nell’inverno del 2011 il tifoso medio juventino se l’era vista brutta: il capitano storico Alessandro del Piero era al centro delle trattative per il suo rinnovo di contratto. Che la sua carriera fosse agli sgoccioli era noto, ma lo spettro di un passaggio ad una storica rivale, anche solo per ripicca, si faceva più insistente ad ogni settimana passata senza la firma per la stagione successiva.

Del Piero, da sempre precursore in tutto, decide allora di registrare un video messaggio per i suoi tifosi, che funga da rassicurazione e che possa mettere a tacere ogni dubbio.

Location improvvisata, testo chiaramente scritto al pc e proiettato in modo da facilitarne la lettura, voce impastata dal sonno e si va in scena con le guglie della città di Torino a fare da sfondo.

È un Del Piero sorridente e istrionico (sì, non abbiamo idea di che cosa significhi questo aggettivo, ma faceva la sua figura) quello che smentisce con un sorriso tutte le falsità circolate sul suo conto; per poi raccontare al mondo intero la sua scelta: firmare in bianco con la Juventus.

Le parole di Alex, scherzi a parte, sono veramente bellissime, indipendentemente dalla fede calcistica che un tifoso possa avere: “per me i tifosi e la maglia sono concetti importanti”, oppure: “ho guadagnato tanti soldi e con altre scelte avrei potuto guadagnarne molti di più, ma per me il calcio non è solo denaro”, fino ad arrivare al momento clou, “ho firmato in bianco il primo contratto della mia vita con la Juventus, firmerò in bianco anche l’ultimo”.

Onestamente, che gli vuoi dire?

Veramente, Alex: chapeau.

 

JUVENTUS – CAGLIARI: GOL

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Ma quanto ca**o era devastante Krasic alla prima stagione con la Juventus? (VIDEO)

Poco dopo il suo arrivo alla Juventus era stato rinominato il nuovo Nedved, per via della chioma bionda e di alcune movenze che ricordavano il fuoriclasse ceco.

E l’appellativo non sembrava poi così sbagliato visto com’erano iniziate le cose: già alla terza presenza  in bianconero infatti, Milos Krasic mette a segno una tripletta che lo fa entrare di diritto nel cuore dei tifosi. Il gioco di Del Neri lo esalta. Eccome se lo esalta. Diventa praticamente imprescindibile. Tutto sembra andare alla meraviglia.

Una squalifica per simulazione e un infortunio muscolare riescono a fermarlo: Krasic chiude il resto della stagione 2010/2011 confermando l’ottima operazione di mercato mettendo a referto ben 9 gol e 9 assist. Non male per un “esordiente”.

Nell’estate del 2011, poi, il fattaccio. Alla Juve arriva Antonio Conte, che Krasic proprio non riesce a vederlo. Lo tiene spesso in panchina e lo fa partire da titolare appena 4 volte. Non è di fatto un giocatore utile ai suoi schemi di gioco. Il centrocampista termina la stagione con sole 7 presenze e 1 gol. Tutto il contrario di quanto era accaduto nell’annata precedete e di quali erano le aspettative sue e dei tifosi.

Lascerà Torino nell’estate del 2012, rammaricato per come erano andate le cose ma conscio del suo potenziale: la sua prima stagione in bianconero fu qualcosa di spettacolare e che i tifosi ancora ricordano.

I 12 giocatori messi alla porta da Allegri

Il mercato in entrata della Juventus è bloccato dagli esuberi.

Ci sono, infatti, almeno 12 giocatori che Max Allegri ha già messo nella lista dei partenti e che dovranno fare le valigie entro la fine del mercato per sbloccare gli acquisti bianconeri.

Già perché ad oggi, al di fuori di Weah, alla Continassa non si vedono volti nuovi; sul conto pesano gli acquisti a titolo definitivo di Locatelli e Kean (30 milioni a testa, si raga 60 milioni per loro due non è uno scherzo) e 7 del riscatto di Milik.

Si parla di un forte interessamento per Lukaku, che non arriverà però prima della parrtenza di Vlahovic, che doveva essere il nuovo astro nascente della Juve post Ronaldo ed è invece già sulla rampa di lancio direzione denaro degli sceicchi.

Ma la domanda che ci poniamo oggi è: quali sono effettivamente i giocatori che la Vecchia Signora deve vendere al più presto per dare una boccata d’aria alle casse societarie?

Questa qui sotto è la lista dei giocatori messi alla porta da Massimiliano Allegri:

# Leonardo Bonucci (DC)

# Tommaso Barbieri (TD)

# Luca Pellegrini (TS)

# Gianluca Frabotta (TS)

# Arthur (CC)

# Enzo Barrenechea (CC)

# Weston McKennie (CC)

# Hans NicolussiCaviglia (CC)

# Sersanti (CC)

# Denis Zakaria (CC)

# Matias Soulé (AD)

# Marko Pjaca (AS)

Tra questi manca Filippo Ranocchia, che nel mentre è già stato ceduto in prestito con diritto di riscatto all’Empoli. Chissà che magari alcuni di quelli che non verranno venduti possano trasformarsi in pedine fondamentali a stagione in corso.

La classifica dei tifosi allo stadio in Serie A

Da ormai più di un mese si è conclusa la stagione 2022/23 e la Serie A se n’è andata in vacanza, lasciandoci soli nel calore torrido delle città.

Mentre partono i ritiri, i tifosi rinnovano l’abbonamento e non vedono l’ora di riempire gli stadi nel campionato che verrà. 

Una delle poche gioie che ci è rimasta di questo calcio, infatti, è seguire la propria squadra sugli spalti, sia quando si vince che quando si perde.

E quindi ci siamo chiesti: quali sono le squadre con più tifosi all’interno del proprio impianto nei match casalinghi? Abbiamo scovato la classifica su Transfermarkt e oggi ve la mostriamo.

Vi aspettavate che la Roma, pur avendo chiaramente una capienza più grande allo stadio, potesse stare davanti in classifica al Napoli Campione d’Italia? 

Quella volta in cui Maldini imbruttì Chiellini (VIDEO)

Da quando è tornato al Milan in veste di dirigente, Paolo Maldini è forse più presente sui giornali e sui social media di quanto non fosse da giocatore. L’intervista rilasciata pochi giorni fa a Muschio Selvaggio ha riacceso i riflettori sulla sua figura, dando modo di far tornare alla ribalta alcuni aneddoti passati che rischiavano di cadere nel dimenticatoio.

Uno dei passaggi più interessanti riguarda il famosissimo aplomb dell’ex capitano rossonero, capace di disputare con la casacca del Milan più di 1000 partite, racimolando in totale due sole e misere espulsioni, una nella stagione 1996/19977 e una nella stagione 2003/2004.

In una calda serata di maggio del 2009, in occasione di un sempre sentito Milan-Juventus, poi terminato con il punteggio di 1 a 1, il tranquillissimo Paolo Maldini perse letteralmente la testa, dando in escandescenze contro il malcapitato Giorgio Chiellini.

Anche andando a ricercare frame per frame l’azione incriminata, che diede poi il via a ciò che vi stiamo per raccontare, è difficile riuscire a capire cosa veramente accada nell’area bianconera. Ma di fronte alla voce della verità del diretto interessato, impossibile sottrarsi al suo racconto: con il punteggio già fissato sull’1 a 1 finale, il Milan beneficia di una punizione nella trequarti offensiva.

Il cross arriva in mezzo all’area, ma il pallone si perde sul fondo; sullo spigolo dell’area di rigore si accende però un parapiglia, che vede coinvolti Maldini e Chiellini. Quest’ultimo si vede improvvisamente preso per il colletto della maglia e sollevato qualche centimetro da terra; il viso terreo e furioso del capitano del Milan deve avergli fatto capire che non c’era nulla da scherzare, infatti Chiellini minimizza e non reagisce, mentre sua maestà Gigi Buffon interviene con il sorriso sul volto e la bestemmia sulle labbra. 

Dopo qualche istante di confusione, un giovanissimo Orsato, probabilmente impaurito nel compiere un atto di lesa maestà, ammonisce entrambi i contendenti, senza chiarire i motivi del recente accaduto.

Il racconto di Paolo Maldini è chiaro: in mischia avrebbe ricevuto una gomitata sul naso dal difensore bianconero e, poiché in carriera era già stato operato in quella zona per ben tre volte, parole sue: “non avevo voglia di rompermi il naso per la quarta volta”.

Tutto in apparenza risolto, anche perché nel corso delle sfide successive, per non rischiare nulla, immaginiamo che Chiellini abbia marcato l’altro centrale difensivo rossonero…

In un match di basket islandese è partito un coro contro la Juve (VIDEO)

Cosa ci fa un coro contro la Juventus nel bel mezzo di una finale di basket islandese? Non lo sappiamo, ma probabilmente qualcuno ha commesso un errore.

Sabato sera, nella sfida tra Valur Reykjavik e Tindastoll, doveva partire l’iconica (anche in Islanda) “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri, ma colui che aveva in mano la selezione dei brani del palazzetto si è confuso con la versione del coro contro la Juventus, facendo partire “E chi non salta è un gobbo juventino” tra i volti spaesati dei tifosi sugli spalti.

Ora però vogliamo sapere chi ha fatto partire la colonna sonora. (Video visto e preso dai canali social de La Giornata Tipo)

7 giocatori che hanno giocato per Napoli e Juventus

Si potrebbe trascorrere una nottata intera a discutere su quale tipo di tradimento calcistico sia il peggiore: c’è chi viene ricordato come Giuda per aver cambiato casacca all’interno della stessa città, chi si è ritrovato fra i piedi una testa di maiale prima di battere un calcio d’angolo dopo essersi trasferito da Barcellona a Madrid, chi ancora ha visto gente in lacrime fermarlo per strada supplicandolo di non accettare l’offerta di uno storico club rivale.

Impossibile in queste situazioni non parlare di calciatori che hanno vestito due maglie così agli antipodi, come quelle di Juventus e Napoli, che sia per la loro posizione geografica all’interno del nostro paese, sia per un modo a tratti clamorosamente opposto di guardare e vivere il calcio, rappresentano proprio due mondi diversi.

Ecco quindi alcuni dei più rappresentativi calciatori che hanno giocato per entrambe le squadre. Attenzione: abbiamo preferito calciatori più “iconici” nel presente, rispetto ad alcuni grandi campioni del passato. In nome dell’ignoranza, come vedrete.

#1: Fabio Cannavaro: fra la sua esperienza a Napoli e l’approdo a Torino, vanno ricordate anche le avventure con Parma e Inter. Ma vedere quello scugnizzo all’ombra della Mole Antonelliana, fu comunque un colpo per tanti. Anche perché è proprio con la maglia bianconera sulle spalle (anche se l’esperienza al Mondiale fu decisiva), che Cannavaro sollevò il Pallone d’Oro.

#2: Salvatore Aronica: qui è dove gli uomini piangono. Già, perché uno dei più famosi mastini capitanati da Mister Mazzarri, divenuto icona di un Napoli pieno di garra e fame agonistica, fece in tempo ad esordire da giovanissimo con la maglia della Juventus, collezionando un’unica presenza. Ma la cosa davvero assurda, è che grazie a quell’annata presente nella rosa bianconera, Aronica vinse Scudetto, Supercoppa Italiana, Coppa Intercontinentale e Supercoppa Uefa.

#3: Gonzalo Higuain: qui ci sarebbe un libro intero da scrivere. Il passaggio dal Napoli alla Juventus fu vissuto dalla piazza partenopea come un vero e proprio affare di cuore. Il Pipita era ormai divenuto a tutti gli effetti un “figlio di Napoli”: perciò il suo trasferimento fu così rumoroso, nonostante i 90 milioni di euro che l’argentino fece arrivare nelle casse del club di De Laurentiis. La magra consolazione per i tifosi napoletani fu che, nonostante i tre scudetti vinti, Higuain non riuscì mai a replicare in bianconero ciò che aveva fatto con la maglia azzurra.

#4: Emanuele Giaccherini: il fedelissimo di Antonio Conte, dopo essere stato messo alla porta da allenatori meno inclini a chiedere ai propri giocatori di spolmonarsi per 90’ sulla fascia destra, decise di accasarsi al Napoli. L’operazione sembrava corretta sotto tutti i punti di vista, peccato però che Giaccherinho all’ombra del Vesuvio non riuscirà a ripetere quanto di buono fatto sotto la guida del tecnico barese.

#5: Fabio Quagliarella: il trasferimento dell’attaccante italiano da Napoli a Torino, non ha solo motivazioni calcistiche. La storia che Quagliarella ha confidato qualche anno fa alle Iene, che parla di stalking, paure e problemi familiari, apre un po’ gli occhi su quello che effettivamente è il “minor” tradimento di tutti. Anche perché il buon Fabio è sempre riuscito a farsi amare da ogni tifoseria che ha rappresentato.

#6: Marcelo Zalayeta: il Panterone uruguagio è stato un attaccante che tendiamo a dimenticare. Eppure, nel suo prime, era davvero un ottimo comprimario per ogni attaccante di categoria. Dopo aver vinto (quasi) tutto con la maglia della Juve, scelse Napoli come una delle tappe conclusive della sua vita calcistica. Gli azzurri erano reduci dalla promozione in Serie A e trovarono in Zalayeta un attaccante e soprattutto un uomo su cui fare sicuro affidamento.

#7 (bonus track): Maurizio Sarri: qui davvero servirebbe il meme del cervello che scoppia. L’annuncio della firma di Sarri per la Vecchia Signora, gettò nel panico e nello sconforto un popolo intero. Lui, il comandante, il simbolo, il padre di un popolo intero, che sceglie di accasarsi presso il nemico giurato. E fu proprio il contrasto fra l’ideologia sarrista che aveva dominato Napoli nel biennio precedente e lo stile Juve che gettò le prime ombre su questo trasferimento. Le successive, culminate con l’esonero dopo una sola stagione alla guida della squadra, esplosero prepotenti nonostante la vittoria del campionato. Insomma, un matrimonio che non s’aveva da fare.

A proposito: e se fosse proprio Milik andare a segno nel big match di questa sera? Noi nel dubbio lo rischiamo

NAPOLI-JUVENTUS MILIK MARCATORE SI

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