Ci sono nomi iconici, capaci di prendere il posto nella memoria di un uomo che di norma spetterebbe ad anniversari di matrimonio, nome e cognome della propria prozia o di ciò che c’era scritto sulla lista della spesa lasciata a casa.
Vratislav Gresko, è sicuramente uno di questi.
Questo calciatore rimarrà indissolubilmente legato alla data del 5 maggio 2002, quando l’Inter perse sciaguratamente uno Scudetto praticamente già vinto contro la Lazio; in breve tempo l’ex terzino sinistro della Beneamata è diventato il capro espiatorio di quella disfatta.
Certo, due dei quattro gol subiti quel giorno da Francesco Toldo, portavano la sua “firma”, ma, come ha ricordato lo slovacco in una recente intervista: “chi doveva risolvere quella partita non ero certo io.” E come dargli torto, visto lo squadrone di partenza dell’Inter in quella stagione.
Fatto sta che, a frittata fatta, per Gresko la vita è andata avanti: “il 6 maggio per me era già finito tutto. Sono passati 20 anni e in Italia invece se ne continua a parlare, è pazzesco.”
E così, dopo le esperienze con la maglia di Parma e Blackburn, a spezzare la maledizione dei trofei persi (anche una Bundesliga gli era sfuggita dalle mani con la maglia del Bayer Leverkusen per differenza reti), ci pensa il Norimberga, che conquista una inaspettata Coppa di Germania.
Il bello di questo personaggio è che, in una maniera unica, si dimostra in grado di andare avanti. E così, a 32 anni appena compiuti, decide di fare ritorno a casa, in Slovacchia, dove gioca per quattro stagioni con la maglia del Podbrezova, prima di appendere gli scarpini al chiodo.
Da lì il passo successivo: quello di diventare allenatore delle giovanili del Duckla, sempre in Slovacchia, dove oggi è fra gli altri, il mister del proprio figlio Stefan, di cui si parla un gran bene.
“Con me deve guadagnarsi il posto, sa che sono uno che pretende. Però devo ammetterlo: alla sua età è più forte di quanto lo ero io” disse in un’intervista.
Ma da un uomo capace di lasciarsi alle spalle una delle più grandi delusioni della storia calcistica nerazzurra, cosa altro ci si può aspettare? Qualcosa di unico, qualcosa di iconico…e così, se per caso doveste passare dalla città di Banska Bystrica, potrebbe venirvi voglia di visitare o guardare un’opera a teatro; beh, quel teatro è ovviamente di proprietà di Gresko.
La passione per la recitazione lo ha infatti spinto ad acquistare un immobile fatiscente e renderlo in pochi anni uno dei teatri più importanti dell’intera Slovacchia (forse perché chi minchia li conosce i teatri della Slovacchia direbbe Johnny Gresko).
Chissà se fra qualche anno non sarà possibile assistere, proprio lì, ad un’opera drammatica. Un’idea sul nome ce l’avremmo anche: il 5 maggio?
Nel frattempo ci chiediamo: riuscirà l’Inter a vincere la gara d’andata contro il Milan in semifinale di Champions?
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