Scritto da: Pasquale Marcantonio
Più bella ed entusiasmante che mai, l’ottavo capitolo di questa Serie A Tim si chiude col botto. La Juventus viaggia a vele spiegate a punteggio pieno, il Napoli rincorre con calma ma è sempre lì a sognare lo scudetto. La Roma affonda l’Empoli, il Milan si conferma sempre più mina vagante e l’Inter, seppur con qualche difficoltà, riesce a vincere a Ferrara. Giornata non all’insegna dei gol, solo 25, ma piena di colpi di scena.
TORINO – FROSINONE 3-2 : 20’ Rincon (ass. Zaza); 46’ Baselli; 58’ Goldaniga (ass. Ciofani); 64’ Ciano (ass. Campbell); 71’ Berenguer.
Ennesimo KO per i frusinati che questa volta, però, dimostrano di aver quantomeno meritato un pareggio, visti il cuore e la grinta messa sul campo. Sin dalle prime battute, la partita si presenta divertente e bella da vedere: poche volte, in passato, il Friday Night è stato così entusiasmante. Il Torino parte bene, attuando un’ottima fase offensiva con la coppia d’attacco Zaza-Belotti. Al 20’, dopo un palo di Belotti, i granata trovano il vantaggio: il generale Rincon, al termine di un veloce scambio con Zaza, buca Marco Sportiello con un potente tiro dalla lunga distanza. Punteggio di 1-0 all’intervallo che non evidenzia più di tanto il dominio incontrastato granata. Nel secondo tempo Baselli aggiorna il tabellone raddoppiando il vantaggio sfruttando una ribattuta di Sportiello su tiro di Zaza e proprio quando il match sembrava essere chiuso, ecco la reazione che non ti aspetti del Frosinone. Calcio d’angolo battuto da Camillo Ciano, Sirigu va a vuoto, Ciofani la ribatte in area piccola e Goldaniga di rapina insacca la palla, suonando a pieni polmoni la carica ai compagni. Passano poco più di 5 minuti e i ciociari pareggiano: è il 64° minuto di gioco quando Campbell con un cross bellissimo trova smarcato proprio lui, CC28 Camillo Ciano, che con un colpo di testa all’incrocio dei pali sigla il 2-2, mandando in visibilio i tifosi del Frosinone. A rovinare la festa dei frusinati però, ci penserà nel finale il colpo di un fuoriclasse: non Zaza, non Belotti, bensì Berenguer, che al 71° minuto raccoglie una palla fuoriuscita lentamente dal limite dell’area e la trasforma in gol di prima con un tiro a giro meraviglioso, riconsegnando a Walter Mazzarri 3 punti che sembravano ormai perduti. Il Frosinone ancora non trova la prima vittoria stagionale, i nefasti ricordi del Benevento della scorsa stagione sembrano essere ancora di più dietro l’angolo.
CAGLARI – BOLOGNA 2-0 : 22’ Joao Pedro (ass. Lucas Castro); 68’ Pavoletti (ass. Lucas Castro).
Rolando Maran può sorridere anche in questa ottava giornata. I suoi ragazzi hanno conquistato altri 3 punti fondamentali in chiave salvezza contro un Bologna arrendevole e irriconoscibile rispetto alle ultime positive prestazioni. Tuttavia nelle fasi iniziali del match la partita si presenta tutto sommato equilibrata. Il Bologna, in particolar modo, crea occasioni da gol sin da subito e fa fare gli straordinari a Cragno. Il Cagliari, come un qualsiasi Diesel che si rispetti, riesce pian piano a fare la partita, trovando il gol al 22° minuto di gioco con il colpo di testa di Joao Pedro su assist di Lucas Castro, autore di una meravigliosa prestazione. Falcinelli e compagni provano in tutti i modi ad agguantare il pari, ma al 68° minuto i padroni di casa mettono in cassaforte il match con un altro colpo di testa, questa volta scoccato dal solito Pavoletti. Il Casteddu a quota 9 vola a +4 dalla zona retrocessione: se dovesse trovare continuità l’obiettivo 40 punti sarà un gioco da ragazzi.
UDINESE – JUVENTUS 0-2 : 33’ Bentancur (ass. Joao Cancelo); 37’ Cristiano Ronaldo (ass. Mandzukic).
Obiettivo Decima, letto alla spagnola. E no, non parliamo del Real Madrid, bensì della Vecchia Signora, pronta più che mai a mettere le mani sul decimo risultato positivo tra campionato e competizioni europee. Obiettivo raggiunto grazie allo 0-2 maturato alla Dacia Arena contro un’ottima Udinese. Mister Velazquez inserisce sin da subito una formazione ultradifensiva e catenacciara, ma a poco serve nella prima frazione di gioco di fronte all’ennesimo fitto possesso palla attuato dai giocatori di mister Allegri. La Juventus infatti fa quello che vuole e miete chilometri e chilometri di terreno fino ad arrivare al gol con Rodrigo Bentancur: cross perfetto dalla fascia destra di Joao Cancelo e colpo di testa del gioiellino uruguaiano, a termine di un contropiede magistralmente orchestrato dai bianconeri e ordito dai piedi di Dybala. Pochi minuti più tardi la linea difensiva friulana lascia troppo spazio a Mario Mandzukic permettendogli di controllare facilmente il pallone in area di rigore e conferirlo a CR7 che di prima scaglia un sinistro imprendibile per Scuffet. 0-2 e doppio vantaggio per i bianconeri (in trasferta). L’unica reazione dei friuliani porta la firma di Barak che con un tiro da fuori colpisce il palo al 44° minuto, salvando Sczesny e la porta juventina. Nella seconda frazione di gioco Dybala, sazio di gol dopo la tripletta rifilata in Europa al Young Boys, serve al subentrante Bernardeschi diversi assist invitanti, che non producono però nessun risultato concreto. Cristiano Ronaldo cerca a più riprese la doppietta personale ma trova uno Scuffet più in forma che mai nonostante i due gol subiti. Dopo una traversa colpita da Joao Cancelo, finisce così alla Dacia Arena, la Juventus sembra non volersi più fermare e in quel di Vinovo ormai serpeggia un’idea balzana nella testa di tutti, ossia chiudere il campionato a punteggio pieno o, almeno, tentare di farlo: utopia, al momento, ma se così non fosse?
EMPOLI – ROMA 0-2 : 36’ N’Zonzi (ass. L. Pellegrini); 85’ Dzeko (ass. El Shaarawy).
Allo stadio Castellani di Empoli va in scena il big match del Sabato sera. Per i giallorossi può sembrare facile come trasferta, ma Di Francesco sa bene che non è così. Nella prima frazione di gioco, difatti, Caputo coadiuvato da Krunic e Zajc dà più di un grattacapo ad Olsen. Proprio quando il match sembra destinato ad uno scontatissimo 0-0, arriva il vantaggio della Roma: calcio di punizione, cross dentro l’area e spizzicata di N’Zonzi che salta più in alto di tutti e regala il vantaggio ai propri compagni. L’Empoli non accusa il colpo, anzi, in più occasioni sembra di riuscire ad agguantare un meritato pareggio, ma Olsen chiude la saracinesca e respinge tutti gli attacchi. Nella ripresa la partita sembra tutto sommato equilibrata, l’Empoli torna all’attacco e, sempre con Caputo, cerca di acciuffare quel pareggio tanto sperato quanto necessario. La Roma si difende bene, ma al 56° rischia di capitolare: Under tocca la palla con il braccio nella propria area di rigore, la VAR interviene e assegna ai padroni di casa un calcio di rigore. Sul dischetto si presenta il solito Caputo che però sbaglia clamorosamente. Scampato il pericolo, la Roma riesce a gestire il risultarlo fino alla fine, trovando anche il raddoppio all’85° grazie a un combinazione di gioco tra il faraone El Shaarawy e Dzeko, finalizzata in rete dal serbo.
GENOA – PARMA 1-3 : 6’ Piatek (ass. Lazovic); 16’ L. Rigoni (ass. Siligardi); 26’ Siligardi (ass. L. Rigoni); 30’ Ceravolo (ass. Barillà).
Il pranzo della Domenica non poteva essere preceduto da un aperitivo migliore di quello propinatoci in questa ottava giornata di campionato. Spritz e Piatek per tutti e si esce a comandare. Peccato che per il Genoa si rivelerà un buffet piuttosto amaro. Allo stadio Luigi Ferraris di Genova i rossoblu ospitano il Parma guidato da mister D’Aversa, dando l’impressione a tutti di assistere a una partita di calciobalilla. Il caro, vecchio e buon Gervinho, purtroppo, non è presente e… niente, fa male già leggerlo così. Pronti, partenza e via, tra l’incredulo e lo sgomento, milioni di fantallenatori d’Italia esultano nel vedere l’ennesimo gol di Piatek: al sesto minuto di gioco Lazovic galoppa sulla fascia sinistra fiondando un cross preciso in mezzo all’area trasformato poi dal polacco in rete con un colpo di testa a girare. Nono gol in campionato per lui, il pallottoliere comincia ad averne abbastanza. Sembra una partita già scritta sulla carta ma troppo romantica per essere vera. A rovinare la festa ci penserà infatti il tanto atteso gol dell’ex (e che ex, signori): 10 minuti più tardi Luca Rigoni su azione di calcio d’angolo regala il pareggio ai propri compagni, risparmiando però ai suoi ex tifosi l’esultanza-beffa. Nella mezzora successiva accade di tutto e di più. Al 26° ancora Rigoni smarca con un tocco preciso Siligardi in area di rigore: l’attaccante controlla e tira a giro alle spalle di Radu, raddoppiando il vantaggio degli ospiti. Quattro minuti più tardi Barillà da centrocampo trova un cross bellissimo per Ceravolo che di testa scavalca il portiere rossoblu e porta il Parma sul risultato di 1-3. Nella seconda frazione di gioco a dirigere lo show è invece il portiere Sepe che costruisce un vero e proprio muro invalicabile per gli avversari difendendo il capolavoro dei compagni e i conseguenti tre punti. Il Parma si diverte, noi ancora di più nel vederlo giocare.
ATALANTA – SAMPDORIA 0-1: 76’ Tonelli (ass. Gaston Ramirez).
Allo stadio Atleti Azzurri d’Italia la Dea ospita la Sampdoria, guidata dall’irreprensibile e vincente mister Giampaolo. I sei punti accumulati in otto partite dai nerazzurri sono davvero troppo pochi e il match contro i blucerchiati potrebbe davvero essere la svolta decisiva. Nella prima frazione di gioco l’Atalanta sembra voler difendere il proprio orgoglio e dare un freno al periodo negativo: nei primi minuti a provarci è l’ex Duvan Zapata, che però non trova il gol per colpa degli interventi di Audero e del palo. Poco più tardi ci prova Gomez, bravo a sgattaiolare in area e sfortunato nel colpire il secondo legno di giornata: sembra proprio non essere giornata per la Dea. La Samp dal canto suo cerca di “fare il compitino” per allungare la striscia di risultati positivi, ma le occasioni create nel primo tempo sono poche e lo sono altrettanto i palloni arrivati a Quagliarella, stizzito per la parca benevolenza dei propri compagni di squadra. Nella ripresa Masiello esce per infortunio e la difesa dell’Atalanta comincia a scricchiolare, crollando inevitabilmente, al 76° minuto di gioco quando su calcio d’angolo del subentrante Gaston Ramirez, l’ex napoletano Tonelli colpisce di testa e buca Gollini, fin a quel momento migliore in campo tra i bergamaschi. Vittoria importantissima, dunque, per i blucerchiati, mentre l’Atalanta dovrà trovare al più presto la forza di reagire.
LAZIO – FIORENTINA 1-0 : 37’ Immobile (ass. Radu).
Dopo i due KO rimediati nel derby capitolino ed in Europa League a Francoforte, la Lazio di Simone Inzaghi con una prova di cuore ed orgoglio riesce a sbarcare il lunario e a guadagnare tre punti preziosi contro una Fiorentina combattiva e volenterosa. Allo stadio Olimpico di Roma i viola arrivano carichi degli ultimi risultati positivi e creano sin da subito qualche problema a Strakosha. Nonostante la predominanza degli ospiti, i padroni di casa trovano il gol al 37° minuto con la specialità della casa: Ciro Immobile su palla inattiva, scaraventa in rete al volo il gol del vantaggio biancoceleste. La Fiorentina non ci sta ma nonostante le occasioni create e gli spunti dell’onnipresente Federico Chiesa, non riesce a trovare la via per il pareggio. Ripresa che segue la falsariga del primo tempo, con la Fiorentina che domina il gioco e la Lazio che abbassa il baricentro e subisce più del dovuto. La dea bendata non sembra cagarsi di striscio la viola, negando il quantomai inevitabile pareggio e trascinando fino al 90esimo gli uomini di Simone Inzaghi. Vittoria importante per i biancocelesti che sembrano però una brutta copia di quelli visti la scorsa stagione.
MILAN – CHIEVO VERONA 3-1 : 27’ Higuain (ass. Suso); 34’ Higuain (ass. Suso); 56’ Bonaventura (ass. Suso); 63’ Pellissier (ass. Leris).
Erano anni che non si vedeva una risposta del pubblico milanista così calorosa e piena di gioia, a conferma del buon lavoro svolto nell’ultimo periodo da mister Gattuso e dalle proprie milizie. Chiamati quindi a contraccambiare tale affetto, i rossoneri accolgono un Chievo intento a togliere il segno meno dalla propria classifica e con un D’Anna sempre più traballante. Purtroppo per lui a fare la partita sin dai primi minuti è il Milan, che nel nome di un Higuain e di un Suso in grandissima forma, domina il gioco e racimola occasioni su occasioni. Sorrentino fa quel che può per 26 lunghissimi minuti, respingendo le conclusioni del generale Kessie e di Jack Bonaventura, ma nulla può al 27esimo sulla staffilata del Pipita, che su assist di Suso regala il vantaggio ai suoi nuovi compagni di squadra. Una decina di minuti più tardi l’argentino si ripete, innescato ancora una volta da Suso, e sul filo del fuorigioco buca la porta clivense raddoppiando il vantaggio dei rossoneri con una gran conclusione rasoterra. Dopo l’intervallo, la sceneggiatura si riconferma quella del primo tempo e a mettere la parola fine è il numero 5 milanista, alla 150^ presenza in rossonero: Bonaventura sale in cattedra e triplica il vantaggio dei padroni di casa, liberandosi con un doppiopasso dal limite dell’area e tirando in porta una fucilata sulla quale Sorrentino non può nulla. Una disattenzione di Kessie al 63° regala all’eterno Sergio Pellissier l’occasione per accorciare le distanze. L’attaccante clivense non fallisce e con un gran tiro battuto di prima in diagonale buca Donnarumma, siglando la rete numero 109 in 443 presenze in Serie A. Le distanze si accorciano, ma il risultato non cambia: Gattuso può godersi l’ennesima vittoria, in attesa del derby contro l’Inter in programma il 21 ottobre.
NAPOLI – SASSUOLO 2-0 : 3’ Ounas; 72’ Insigne (ass. Hysaj).
Decima formazione diversa schierata da mister Ancelotti da quando siede sulla panchina del Napoli. Turnover che questa volta si rivela determinante, sebbene da quelle parti rappresenti una vera e propria novità: Sarri infatti, al di là del bel gioco, era contrario a cambiare in continuazione gli interpreti. Carletto caccia nella mischia Ounas, Diawara, Malcuit e Verdi dal primo minuto, mentre De Zerbi lascia fuori Di Francesco e Berardi. E a sbloccarla è proprio il novello Ounas: pasticcio della linea difensiva neroverde, l’azzurro supera con un sombrero Magnani e scaglia un sinistro potente e ravvicinato alle spalle di Consigli, portando in vantaggio i compagni di squadra. Nei minuti successivi le occasioni non mancano: Zielinski almeno in tre occasioni ha la possibilità di raddoppiare ma Consigli ha deciso che da quelle parti non deve passare più un pallone. L’unico sprazzo del Sassuolo si ha verso il 40° del primo tempo quando una conclusione di Djuricic dalla distanza viene bloccata agilmente da Ospina. Nella ripresa non cambiano le dinamiche del match. Diversi sono i protagonisti, Insigne su tutti. Subentrato a un magnifico Ounas, lo scugnizzo napoletano pare essere in “palla” sin dai primi minuti, dando a mister De Zerbi qualche grattacapo in più. Per gli emiliani entrano Berardi e Babacar, ma ormai la frittata è fatta e a condirla ci pensa proprio Lorenzo Insigne: al 72° riceve palla da Hysaj dal limite dell’area, se l’aggiusta comodamente e con il solito tiro a giro sul secondo palo batte Consigli e chiude i giochi. Altri tre punti per il genio Ancelotti, rivelatosi in modo ancor più determinante il tredicesimo uomo in campo, dopo, ovviamente, il San Paolo.
SPAL – INTER 1-2 : 14’ Icardi (ass, Vrsaljko); 72’ Paloschi (ass. Fares); 78’ Icardi (ass. Perisic).
Sesto risultato utile consecutivo di Spalletti, quarta sconfitta consecutiva per Semplici. Ma questa volta il tecnico spallino non ha proprio nulla da rimproverarsi, anzi. Match bellissimo quello andato in scena al Paolo Mazza di Ferrara, riempitosi interamente sin dal pomeriggio. Partono bene i padroni di casa trascinati dai propri tifosi e dal motorino di Lazzari che decide di fare sua la fascia destra. Il giovane talento italiano smista più di un cross in mezzo all’area di rigore nerazzurra, Petagna e Antenucci li accolgono come meglio possono ma non riescono a concretizzare in rete gli assist al bacio del compagno. L’Inter ha così il tempo necessario per reagire e trova con un po’ di fortuna, al 14° minuto di gioco, il vantaggio: colpo di testa di Icardi, sporcato dalla difesa spallina e quindi beffardo per Gomis. Gli ospiti a differenza degli avversari riescono a concretizzare il gioco (quasi nullo) fin lì espresso. Handanovic, in veste di bimbo dispettoso, rovina la festa ai tifosi biancocelesti e sfoderando una delle prestazioni più argute della propria carriera e chiudendo la saracinesca per quasi l’intero match. Ha anche la possibilità di aggiornare le statistiche e raggiungere Pagliuca come miglior pararigori della storia nerazzurra, ma il penalty calciato da Antenucci finisce clamorosamente sul fondo, salvando il portiere sloveno e i nerazzurri. Nella ripresa mister Semplici, vestito da profeta, mette dentro Alberto Paloschi che da buon milanista quale è stato, tenta di rovinare la festa interista, convergendo in rete un grande cross rasoterra di Fares e mandando in visibilio i suoi tifosi. Il Mazza è una bolgia, ma con gli innesti giusti Spalletti riesce a ritornare in corsa, trovando nel secondo gol del capitano al 78°, allungando la serie positiva dei nerazzurri.
CLASSIFICA GENERALE
*una partita in meno
Nato a Lucera (FG), il calcio è da sempre stato parte integrante della mia vita. Cerco di sopravvivere in quel di Siena, tra Robur e Palio. E cos.
Nato a Lucera (FG), il calcio è da sempre stato parte integrante della mia vita. Cerco di sopravvivere in quel di Siena, tra Robur e Palio. E cos.