Scritto da: Cesare Milanti
Siamo soliti associare i trionfi di giocatori olandesi in Italia con due colori in particolare: il rosso ed il nero. Ruud Gullit, Marco van Basten e Frank Rijkaard hanno formato un trio infermabile nel Milan di Arrigo Sacchi, riuscendo a conquistare, tra le altre, anche due Champions League, due Supercoppe UEFA e due Coppe Intercontinentali. L’olandese più forte di sempre, però, non è mai riuscito a passare da Milanello… o forse sì?
Mundialito
È una parola che abbiamo sentito nominare per i brulli terreni nei campi degli oratori, assieme all’intramontabile tedesca. Nell’estate 1981, però, venne istituito il Mundialito per club, ufficialmente noto come Coppa Super Clubs; 5 partecipanti, ognuna delle quali aveva almeno una Coppa Intercontinentale nel proprio palmarès: con i rifiuti di Real Madrid ed Ajax, tra le altre, le compagini che accettarono l’invito furono Inter, Peñarol, Santos e Feyenoord, oltre ai rossoneri, organizzatori della rassegna iridita.
Il Milan era appena tornato in Serie A dopo una stagione nella serie cadetta per lo scandalo legato a Totonero: Silvio Berlusconi, che sarebbe diventato proprietario del club cinque anni dopo, decise di puntare su questo torneo per fare il suo primo affondo nel mondo del calcio. Il risultato non fu di quelli sperati, con i cugini nerazzurri che riuscirono a classificarsi in prima posizione, ma l’attenzione era tutta su di lui, il profeta del gol.
Johan
Dopo il ritiro prematuro avvenuto a soli 31 anni, Cruijff era stato convinto a tornare in campo dal suo manager-suocero Cor Coster. Iniziò una spedizione a stelle e strisce destinata al fallimento, con l’olandese che non lasciò il segno nelle tre compagini americane in cui era stato ingaggiato: si trattava dei N.Y. Cosmos (ex squadra di Pelé), dei L.A. Aztecs ed infine dei Washington Diplomats. Lasciata l’America, si accasò al Levante, ma dopo 10 partite anche la sua avventura a Valencia stava già vedendo i titoli di coda; poi, all’improvviso, la pazza idea rossonera.
Si era operato agli adduttori della gamba sinistra solamente tre settimane prima, ma non voleva perdersi l’appuntamento contro il Feyenoord, i rivali di sempre in patria: il 16 giugno 1981, nella partita inaugurale del torneo, Cruijff veste per la prima ed ultima volta la maglia del Milan. Il profeta del gol, però, aveva perso la sua Bibbia: una prestazione deludente, alla quale si aggiunsero i fischi di San Siro.
Prima di appendere gli scarpini al chiodo, Cruijff tornerà in Olanda per trionfare, prima nell’Ajax e poi sposando la causa dei nemici del Feyenoord. Gli dei del calcio, però, sanno essere previdenti; sul proprio viale del tramonto calcistico, Johan aveva incontrato il futuro del calcio olandese, quei tre che trionferanno incontrastati con la maglia rossonera. Il profeta aveva diffuso il messaggio: il Milan d’Olanda era al sicuro.
"20 anni, tanta barba ed un'attrazione fatale per il pallone che rotola sull'erba".
"20 anni, tanta barba ed un'attrazione fatale per il pallone che rotola sull'erba".