Scritto da: Calciatori Brutti
Il suo acquisto da parte del Wolverhampton era stato considerato un po' troppo azzardato, considerata l’età e un campionato come la Premier che richiede una forma fisica sempre al top per permettere alla squadra di competere ad alti livelli. Eppure, nonostante tutto, Joao Moutinho ha dimostrato di essere all’altezza: non solo si è rivelato fondamentale per lo stile di gioco di Nuno Espirito Santo ma ha di fatto alzato il livello di tutta la squadra, aiutando i compagni a migliorare e guidando il club da capitano fino a quarti di finale di Europa League.
Il valore di Joao Moutinho, però, è ben noto a tutti da tempo, soprattutto a compagni di squadra e addetti ai lavori, che hanno imparato ad apprezzarlo nel corso della sua decennale carriera. L’esempio più chiaro è arrivato nel luglio del 2016, quando il Portogallo si giocava la qualificazione alle semifinali degli Europei contro la Polonia. La partita fu tiratissima e si concluse in parità dopo 120 minuti, tanto che le squadre furono costretti ad affrontarsi ai calci di rigore.
Arrivati a quel punto, Moutinho si auto escluse dai possibili rigoristi: quattro anni prima, sempre agli europei, fu anche per un suo errore dal dischetto se il Portogallo venne eliminato in semifinale dalla Spagna. Avrebbe voluto evitare di rivivere l’ansia, la tensione e il peso della responsabilità in caso di errore, e per questo non si candidò a calciare uno dei rigori.
Fu a quel punto che intervenne Cristiano Ronaldo.
“Vieni a tirare, dai! Sei bravo, vieni a tirare. Non importa se perdiamo, ma ci vuole personalità. Avanti dai, fiducia”. Con queste parole Ronaldo prese letteralmente di forza Moutinho e lo spinse verso il centro del campo, dove si sarebbe poi unito al gruppo dei rigoristi".
Per ironia della sorte, non solo il Portogallo vincerà la sfida contro la Polonia, ma riuscirà poi a conquistare il trofeo battendo in finale (ai supplementari) i padroni di casa della Francia.