Scritto da: Enrico Alpi
Nella 2008/2009 facevo la prima media. Il primo argomento che quel misto fra una mummia e una professoressa di italiano decise di affrontare, riguardava la fiaba. Arrivati al ruolo dell’antagonista, dopo aver attentamente ascoltato la spiegazione, non avevo dubbi: Francesco Valiani era il peggior antagonista che avessi mai incontrato nella mia vita.
Il motivo? Era l’unico calciatore che era stato in grado di rovinare uno dei più grandi pomeriggi di festa milanista.
Ma facciamo un passo indietro.
Prima giornata della Serie A: il Bologna arriva a San Siro come la più classica delle vittime sacrificalie. I rossoneri hanno da pochi giorni presentato il neo arrivo Ronaldinho e la sensazione è che la vittoria arriverà rapida, larga e spettacolare.
Come se non bastasse seduto in panchina c’è Shevchenko, che di ritorno dal fallimento al Chelsea è pronto ad entrare nel caso le cose si dovessero mettere male. Sugli spalti la situazione è piuttosto balneare: infradito, birre infinite e pioggia di scommesse live sull’over primo tempo.
Peccato però che il Bologna non abbia intenzione di arrendersi senza lottare e fra lo stupore generale si porti in vantaggio con Marco Di Vaio dopo pochi minuti. Il Milan si getta in avanti, con Ronaldinho che pare impegnato in una sessione di Fifa Street a scucchiaiare a destra e a manca. A pochi istanti dalla fine del primo tempo Ambrosini pareggia i conti e San Siro prende fiato: l’impressione è che nel secondo tempo il Milan possa chiudere la pratica.
E invece accade l’inverosimile: perché nonostante gli ingressi di Shevchenko e Pato, i rossoneri non riescono a chiudere la partita e il Bologna capisce che è una di quelle giornate in cui è possibile scrivere la storia. In tutto questo marasma di emozioni e ribaltamenti di fronte c’è Francesco Valiani, che alla prima presenza in Serie A e con la maglia numero 7 sulla schiena, si sta guadagnando la pagnotta disputando un’onesta partita.
Questo fino al minuto 79,
Quando su una palla vagante anticipa Ambrosini con semplicità e poi sceglie di scaraventare nel sette un bolide di controbalzo semplicemente imparabile.
Gol clamoroso, da copertina dei giornali, che proietta Francesco “Ciccio” Valiani in un Pantheon di divinità riservato a pochi e sparuti personaggi: come se lo spirito di Ronaldinho fosse trasmigrato in quelle gambe secche e cresciute a calcioni nei campetti di provincia.
Il Milan di fronte ad una prodezza del genere non può che arrendersi, inchinandosi di fronte ad un pomeriggio impossibile anche solo da immaginare.
In tutto questo, l’antagonista della mia vita compie oggi 40anni e apprendo con stupore che non solo non ha ancora appeso gli scarpini al chiodo, ma tutt’ora milita con la maglia della Pistoiese.
Clamoroso, un po’ come quell’eurogol che rovinò un pomeriggio della mia infanzia.
Ho speso gran parte dei miei soldi in schedine, fantacalcio e gadgets di Calciatori Brutti. Il resto l'ho sperperato.
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