Scritto da: Pasquale Marcantonio
“Il nome di Luis Alberto me lo sono sottolineato in rosso”
Durante la conferenza stampa pre partita di Cagliari-Lazio, l’allenatore dei sardi Eusebio Di Francesco ha presentato così ai giornalisti i suoi timori riguardo al centrocampista biancoceleste. Ad onor di cronaca, il finale del match è stato quello di 0-2 in favore degli aquilotti: gol di Immobile e di Lazzari. Lo spagnolo era sì in campo, ma non ha più di tanto impensierito la linea difensiva rossoblu. Nessun assist come suo solito, bensì semplice gestione della palla, pochi tocchi e trasmissione di calma e serenità a tutti i suoi compagni: una classica prestazione alla quale dovrebbe ispirarsi ogni calciatore che si rispetti e che gli è valsa il 6,5 in pagella. Ma allora come mai l’allenatore pescare aveva così tanta paura alla vigilia? Ve lo spieghiamo noi, passo dopo passo.
Luis Alberto Romero Alconchel, al secolo meglio noto semplicemente come Luis Alberto, era stato soprannominato negli anni della sua giovinezza “Il Mago”, grazie alla sua grande qualità nel distribuire i palloni ai suoi compagni in traiettorie impensabili, quasi a volere nascondere la sfera agli avversari: come, per l’appunto, farebbe un prestigiatore con il classico coniglio nel cilindro. Classe ’92, Luis Alberto dapprima cresce nel settore giovanile del Siviglia, per poi trasferirsi in prestito nel 2012 nella cantera del Barçelona. Con la rappresentativa “B” blaugrana, lo spagnolo si fa notare nella Segunda Division iberica: terminò quell’anno con 38 presenze, 11 gol e ben 18 assist. Per rendere l’idea, vi comunichiamo che per quella stagione era risultato come secondo migliore marcatore del Barça B: al primo posto c’era uno sconosciuto Gerard Deulofeu.
La consacrazione sembrava ormai raggiunta, il trasferimento successivo al Liverpool nel 2013 ne era la conferma effettiva. Tuttavia, sappiamo quanto possa essere indisponente la dea bendata in certi casi e quella volta la suddetta si era accanita contro il Mago, mossa, forse, dall’invidia per alcune mirabolanti invenzioni in campo del giocatore. Negli anni successivi Luis Alberto ne paga le conseguenze: 12 sole presenze tra i Reds che gli valgono i successivi “declassamenti” in prestito al Malaga, prima, ed al Deportivo de La Coruña, dopo. Proprio con le “acciughe” spagnole del Malaga Luis Alberto rivive, tuttavia, il sogno rincorso durante i primi anni in Catalogna.
Nel giorno dell’esordio contro l’Athletic Bilbao, in un agosto torrido del 2014, le acciughe non riescono proprio a sfangarla contro i baschi: il match era bloccato sullo 0-0, le squadre sembravano studiarsi appieno, nessun giocatore rischiava la giocata e sembrava già scritto il tabellino finale. Ma ecco che al 35° minuto del primo tempo l’arbitro concede un rigore a biancocelesti: dal dischetto si presenta un mago emozionato a dir poco, con davanti a sé le sliding doors della propria carriera. Cilindro alla mano, prende la rincorsa, tira, sbaglia clamorosamente ma sulla ribattuta sfonda la rete rigettando tutti gli imprevisti occorsi negli scorsi anni e decide la partita: il centrocampista spagnolo finalmente si era scrollato di dosso tutte le pressioni del caso, voglioso di dimostrare davvero di che pasta fosse fatto.
Il prestito successivo al Deportivo rappresenta solo una formalità per lo spagnolo, prima della vera e propria strada da percorrere: quella laziale. L’ennesimo capolavoro di Igli Tare: acquisto dal modico prezzo di 4 milioni di euro dal Liverpool, oggi ne vale 50 (dati Transfermark.de). Dal 2016, infatti, Luis Alberto rappresenta più di un problema in mediana per ogni avversario incontrato.
Oggi il Mago spegne 28 candeline, noi gli vogliamo augurare buon compleanno rimembrandogli di quel momento accaduto 6 anni fa: buon campionato Luis, sappiamo già quante soddisfazioni darai ai tuoi fantallenatori, al contrario delle sottolineature in rosso dei veri allenatori.
Nato a Lucera (FG), il calcio è da sempre stato parte integrante della mia vita. Cerco di sopravvivere in quel di Siena, tra Robur e Palio. E cos.
Nato a Lucera (FG), il calcio è da sempre stato parte integrante della mia vita. Cerco di sopravvivere in quel di Siena, tra Robur e Palio. E cos.