Scritto da: Cesare Milanti
Se provaste a dare un’occhiata nelle camerette della maggior parte dei bambini spagnoli, probabilmente riuscireste a scovare una camiseta blanca: il Real Madrid, volente o nolente, è il sogno da coronare sul manto erboso del Santiago Bernabeu. Una volta che lo si raggiunge, però, non è per nulla scontato che lo riesca a mantenere: il progressivo scivolamento nel dimenticatoio, infatti, è tutt’altro che improbabile. Non ci credete? Provate a chiedere a Jesé Rodriguez.
Gavetta
Eppure tutto era iniziato come nel più rasserenante dei sogni, nella maniera che si era immaginato nella sua cameretta di Las Palmas, nell’isola di Gran Canaria: l’obiettivo era la Penisola, anche se essere totalmente circondato dal mare non gli trasmetteva infelici sensazioni. Nel 2007, però, i pensieri per casa sua terminano istantaneamente: una telefonata lo spinge a prendere il primo volo disponibile per la capitale. Inizia l’avventura nella compagine reale per eccellenza.
Gli dei del calcio, come da pronostico, non risultano banali nella sua prima apparizione con la maglia delle Merengues, seppur in Segunda División B, la terza serie professionistica spagnola: il Real Madrid Castilla affronta l’Universidad Las Palmas, uno dei club della sua isola; entra sul 4-0, aggiornando il tabellino nonostante meno di venti minuti d’impiego: il ragazzo si farà. Lo comprende particolarmente bene José Alberto Toril Rodríguez, che guida la compagine satellite del Real nella seconda stagione di Jesé: gli dà fiducia e lui ripaga con prestazioni fuori dall’ordinario. Al termine dell’anno sono 10 reti in 39 presenze, con annesso passaggio in Segunda División per la sua squadra; l’altra promozione, quella in prima squadra, può attendere.
L’attesa, però, risulta più breve e fugace del solito; la sua prima stagione nella serie cadetta spagnola diventa una vetrina in cui prendere posto con i migliori talenti del pianeta: a 19 anni, per lui sono 22 marcature in 38 presenze. Il problema? Non gioca prima punta, con il suo habitat naturale ubicato sulla fascia sinistra. Segna comunque, tanto che la voce giunge, ovviamente, ai piani alti: fatelo salire, se lo merita.
Francia, dal Paradiso all’Inferno
La sua avventura nell’Olimpo del pianeta Blancos è un andirivieni tra le gioie e i dolori: segna la sua prima rete in un Clasico, ma la partita viene vinta dai blaugrana; vince la sua prima Champions League, ma non può partecipare alla gara mozzafiato contro l’Atlético: vede il pareggio di Sergio Ramos dalla tribuna, costretto a fermarsi per la rottura del legamento crociato del ginocchio destro. Ne vincerà un’altra, ma anche in quel caso non sarà parte del match: il secondo derby continentale vede le Merengues vittoriose, ma senza l’apporto di Jesé.
L’estate 2016 sembra essere determinante per dare una svolta alla sua carriera. Certo, il Real Madrid non si discute, ma gioca con il gontagocce; il PSG si presenta con 25 milioni di euro sul piatto, che Florentino Perez accetta di buon grado. All’orizzonte c’è l’alba di una rinascita al Parco dei Principi? Beh, non proprio.
Parigi si trasforma in una sala d’attesa di un aeroporto: iniziano una serie di prestiti concepiti senza uno scopo preciso, con Jesé che non riesce ad imporsi come un’alternativa di lusso all’attacco monstre dei parigini. Sei mesi dopo il suo approdo in Francia viene ceduto temporaneamente al Las Palmas, da dove tutto era iniziato prima dell’avvento del terzo millennio; l’anno successivo è il turno dello Stoke City, in Premier League, dove colleziona un gol ed un litigio con Charlie Adam. Jesé è in balia di un vagabondaggio senza meta.
Incertezza
Le ultime due stagioni, però, non hanno risolto la situazione: l’ex Real Madrid latita tra l’ombra della Tour Eiffel ed i prestiti in giro per l’Europa. Le ultime due avventure hanno avuto un sapore di nostalgia: due ritorni biancoverdi nella Penisola iberica, prima al Betis Siviglia e successivamente allo Sporting Lisbona. Il bottino, comunque, rimane misero: 3 reti in 35 presenze, nonostante la vittoria del campionato di Ligue 1. Sì, perché prima di approdare in Portogallo, è riuscito ad ottenere una presenza con la maglia del PSG, seppur per un solo minuto di gioco.
Una magra consolazione, però, è riuscito ad ottenerla; nel dicembre 2018, infatti, ha speso circa 5mila euro nel televoto dell’edizione spagnola del Grande Fratello Vip. Lo scopo? Eliminare dalla trasmissione la sua ex fidanzata, la modella Aurah Ruiz.
Jesé Rodriguez: un talento da rimpiangere, fin troppo.
"20 anni, tanta barba ed un'attrazione fatale per il pallone che rotola sull'erba".
"20 anni, tanta barba ed un'attrazione fatale per il pallone che rotola sull'erba".