Scritto da: Cesare Milanti
A Bari, quando la eccentricità doveva ancora emergere del tutto, si è iniziata a notare la stoffa del campione, il talento nascosto che, prima o poi, sarebbe esploso. E poi Roma, Real Madrid e Sampdoria, senza nulla togliere alle ultime parentesi milanese ed all’avventura a Parma: una carriera variopinta, quella di Antonio Cassano, tra classe e sregolatezza. Ora che ha appeso gli scarpini al chiodo, però, ha nota la prime delle caratteristiche di cui sopra in due delle stelle nascenti più brillanti del panorama calcistico mondiale. Andiamoli a scoprire.
Dai Millonarios ai… Millonarios
La carta d’identità del primo recita “Cartagena de Indias, 25 maggio 1998”, ma può già vantare un’esperienza fuori dal comune. Il colombiano Jorge Carrascal potrebbe aggiungere un’ulteriore tappa al precoce viaggio nel mondo calcistico: diverse italiane hanno puntato la lente d’ingrandimento sul numero 8 del River Plate, che non possa arrivare in Serie A? Prima di rispondere a questo quesito, tocca fare un passo indietro al 2014.
Fin da piccolo si dimostra capace di saper affrontare l’ignoto, decidendo di accettare la proposta dei Millonarios di Bogotà, che lo fanno crescere calcisticamente a più di 1000 km di distanza da casa. Non solo, perché nel 2014 riesce a debuttare nella massima serie colombiana, a soli 16 anni; gioca bene, sia in trequarti che in mezzo al campo. Il destro, d’altronde, è il medesimo. Attira l’attenzioni di diversi club in Sudamerica, ma alla fine opta per l’Europa: il Siviglia lo strappa alla Colombia, affidandolo alla propria società satellite di Segunda División, il Siviglia Atlético.
In Spagna, però, gioca solo una partita; altro giro, altro regalo: Jorge vola in Ucraina, dove i biancoverdi del Karpaty decidono di puntare su di lui. Una gravissima lacerazione al menisco destro non lo ferma dallo sbocciare nella massima competizione ucraina, dove segna le sue prime sei reti da professionista. E poi, gli altri Millonarios: il River chiama e Carrascal risponde.
“Quello che può diventare il prossimo fenomeno del calcio è Jorge Carrascal del River Plate, un mostro”. Cassano lo promuove, Gallardo lo esalta come mezzala dietro alle punte nel suo atipico 3-3-2-2; Juve e Fiorentina (con l’Ajax, all’estero) hanno messo gli occhi su di lui: sarà FantaJorge?
Nel segno di Pavel o di Patrik?
Se il primo è un girovago classe ’98, il secondo non ha mai oltrepassato il confine dal 25 luglio 2002, quando è venuto alla luce ad Ivančice, in Repubblica Ceca. O meglio, se l’ha fatto, ha sempre vestito lo stesso colore: il granata dello Sparta Praga, nel quale ha debuttato a 16 anni, 3 mesi e 16 giorni, divenendo il più giovane esordiente di sempre nella storia del club ceco. Ma la sua carriera seguirà le orme di Nedved o Schick, gioia e dolore del passato e del presente calcistico del Paese? La risposta sta nel mezzo, tra talento e caratteristiche tecnico-fisiche.
Se la stoffa sembra quella del campione ex Lazio e Juventus, il ruolo è molto simile a quello ricoperto da Schick nelle parentesi italiane e tedesche (con il Lipsia). Adam Hlozek, infatti, benché nasca come ala destra, può giocare anche come prima punta, visti i suoi 186 cm d’altezza; inoltre, nonostante debba ancora spegnere le 18 candeline, vanta già uno status chiave negli equilibri della compagine allenata da Vaclav Kotal: per lui, una titolarità quasi assoluta.
In 49 partite con la prima squadra, Hlozek si è fatto notare con 9 reti (di cui una nei preliminari di Europa League) ed 11 assist.
“Dopo Carrascal, quello che mi ha impressionato di più è Adam Hlozek. Come esterno offensivo in un 4-3-3 sarebbe perfetto: ha corsa, è forte sia tecnicamente che di testa, sa fare gol e assist. Un talento impressionante”.
Cassano ha detto la sua: chi gli farà attraversare per la prima volta il confine con un’altra maglia?
"20 anni, tanta barba ed un'attrazione fatale per il pallone che rotola sull'erba".
"20 anni, tanta barba ed un'attrazione fatale per il pallone che rotola sull'erba".