Ma Paulo Dybala ha mai fatto gol brutti? (VIDEO)

“Chi non ama il mancino di Dybala ha problemi con i sentimenti”.

Del resto, anche da semplici appassionati, come si potrebbe non essere innamorati di quel mancino dopo che per anni Paulo ci ha incantato tra tiri a giro, punizioni, dribbling e gol decisivi all’ultimissmo secondo?

Oggi la Joya compie 30 anni (sì, siamo vecchi) e vi giuriamo che abbiamo provato in tutti modi a trovare un suo gol brutto, ma proprio non ci siamo riusciti. Cioè, anche quelli semplici o apparentemente normali, li fa sembrare a volte dei gol favolosi. C’è dell’estro, della classe e dell’eleganza in quel mancino che a volte sappiamo esattamente che tiro farà, eppure ci sorprendiamo sempre di più ogni volta.

Qui per voi i video dei suoi gol con Juventus, Palermo e Roma, che riassumono in maniera perfetta quello che abbiamo detto finora: il mancino di Paulo Dybala è un Patrimonio dell’umanità.

Tutte le magie di Dybala con la Juventus


Tutte le magie di Dybala con il Palermo


Tutte le magie di Dybala con la Roma

L’arbitro Taylor viene “retrocesso” in Serie B inglese e assegna un altro rigore dubbio (VIDEO)

Buone notizie per i romanisti, pessime per lui.
Una settimana fa l’arbitro Taylor, quello della finale di Europa League tra Roma e Siviglia, era stato “retrocesso” in Serie B inglese dopo l’assegnazione di un rigore dubbio contro il Wolverhampton, a favore del Newcastle, che aveva fatto polemica per giorni in Inghilterra.

Nell’ultimo weekend, però, sembra essersi ripetuto.
L’attaccante del Preston viene sfiorato dal difensore del Coventry, calcia fuori ma Taylor assegna il rigore.

Ha sbagliato ad assegnarlo? 
Guardate e giudicate voi stessi.


Quando El Tanque Denis derise Rudi Garcia (VIDEO)

Siamo ancora agli albori di quella che sarà l’Atalanta di Gasperini, che siederà sulla panchina degli orobici un anno e mezzo dopo per guidare la Dea verso l’obiettivo Champions League. 

Ma nell’aprile 2015 i bergamaschi non se la passano affatto bene: chiudono la stagione al 17° posto ed ogni punto sul loro percorso fu prezioso per evitare la retrocessione. 

All’Olimpico sfidarono la Roma e sul risultato di 1-1 ogni secondo pesava un macigno.

E quindi El Tanque Denis, l’allora attaccante dell’Atalanta, dopo il gol del pareggio decide di prendersela comoda prima di uscire dal campo, mandando su tutte le furie Rudi Garcia, che allora invece era l’allenatore dei giallorossi. 

Fatto sta che German non la prende bene e decide di rispondergli a tono. 

 

Oggi, tra l’altro, è il suo compleanno e volevamo ricordarlo con la grinta e la tenacia con cui si contraddistingueva in Serie A. Ci manchi Tanque.

A proposito di Atalanta, invece, riuscirà in questa stagione a puntare all’Europa League?

ATALANTA VINCITRICE EUROPA LEAGUE

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La classifica dei tifosi allo stadio in Serie A

Da ormai più di un mese si è conclusa la stagione 2022/23 e la Serie A se n’è andata in vacanza, lasciandoci soli nel calore torrido delle città.

Mentre partono i ritiri, i tifosi rinnovano l’abbonamento e non vedono l’ora di riempire gli stadi nel campionato che verrà. 

Una delle poche gioie che ci è rimasta di questo calcio, infatti, è seguire la propria squadra sugli spalti, sia quando si vince che quando si perde.

E quindi ci siamo chiesti: quali sono le squadre con più tifosi all’interno del proprio impianto nei match casalinghi? Abbiamo scovato la classifica su Transfermarkt e oggi ve la mostriamo.

Vi aspettavate che la Roma, pur avendo chiaramente una capienza più grande allo stadio, potesse stare davanti in classifica al Napoli Campione d’Italia? 

10 minuti per capire quanto fosse forte Antonio Cassano (VIDEO)

In molti lo hanno conosciuto per via delle sue dichiarazioni fuori dagli schemi alla BoboTV, in pochi lo hanno davvero visto giocare nel suo periodo migliore.

Ci rivolgiamo chiaramente alle nuove generazioni e non ai nostri bro ormai trentenni, che di Cassano ricordano bene, oltre che le giocate, anche le peggiori sceneggiate in campo verso gli arbitri.

Quindi oggi, nel giorno del suo 41esimo compleanno, vi proponiamo (o propiniamo, dipende dai punti di vista) il classico video riassuntivo su Youtube che racchiude i migliori momenti della sua carriera, dai primi passi nel mondo dei grandi con la maglia del Bari agli ultimi passi di danza al Parma.

La triste fine di Javier Pastore

Come state oggi? Giornata tranquilla o da cappio al collo? 

Nel dubbio ci piacerebbe avvicinarvi alla seconda ipotesi, raccontandovi la triste e tremebonda fine di uno dei calciatori che per forza di cose deve aver segnato la vostra adolescenza disegnando traiettorie magiche con un destro che di umano aveva ben poco.

Stiamo parlando di Javier Pastore, che oggi compie 34 anni e di fatto è ancora in attività, indossando la maglia del Qatar SC, ma che ha compiuto una serie di buchi nell’acqua talmente clamorosi da farci dubitare delle meraviglie che gli abbiamo visto fare con la maglia del Palermo.

Ma andiamo con ordine.

Dopo aver incantato il Barbera per due stagioni, portando anche i rosanero ad una storica qualificazione all’Europa League, si è spalancato per lui il mondo dei petrodollari. Il primo PSG degli sceicchi lo scelse infatti per farlo diventare il nuovo volto del club.

Le seguenti sette stagioni vissute all’ombra della Torre Eiffel certificarono una supremazia tecnica senza paragoni, pur facendo risaltare alle cronache parigine anche una certa pigrizia o indolenza, tanto che il bottino di gol e assist nelle ultime annate fu parecchio disastroso.

Serviva un cambio di marcia: una piazza calda e di prospettiva che potesse rimettere il Flaco in carreggiata, un club storico, ma con necessità di rilanciarsi, una tifoseria appassionata capace di donare amore ai propri calciatori.

Insomma: Roma.

Il classico club calcistico che si nutre di appuntamenti falliti e psicodrammi.

E infatti, Pastore, floppa.

Ma con uno di quei fallimenti che fanno rumore, arrivato dopo un paio di ottime prestazioni iniziali che avevano convinto i tifosi giallorossi di avere per le mani un grande numero 10, il legittimo erede di Fran…ok no, questo non lo scriviamo dai.

Comunque: 3 anni nella capitale, 37 presenze, 4 reti. Disastro totale.

E fra finti infortuni, prestazioni scandalose in competizioni europee ancora più scandalose e milioni di stipendio guadagnati senza fare nulla, si conclude la ormai leggendaria avventura di Pastore a Roma.

A dargli un’ultima chance nel calcio che conta è l’Elche, ne La Liga spagnola: anche qui l’inizio non è dei peggiori: quantomeno c’è la volontà di riprovarci, ma i risultati attesi non arrivano.

A pensarci bene è proprio come se il talento del Flaco sia stato rubato o si sia perso per strada: due stagioni 16 presenze e 0 gol, cacciato fuori rosa dall’allenatore; un altro disastro in piena regola.

Il momento di accettare i dollaroni del Medio Oriente è finalmente arrivato (e forse giunto anche al termine visto che il 30 giugno scadranno i suoi 6 mesi di contratto). Il nostro, di dimenticarci di tutto ciò che ci aveva fatto vedere con la maglia del Palermo no, e temiamo veramente che non arriverà mai.

E’ ancora disponibile quel cappio lì? Sì, sì, ci dia pure quello con la fune più resistente.

 

Gli 11 giocatori che hanno vinto Champions e Mondiale nella stessa stagione

La finale di Champions League incombe. Fra chi si è già tatuato il triplete sul polpaccio (sponda Ciy) e chi non dorme da quattro settimane per la tensione (sponda Inter); l’appuntamento è ormai imminente.

Julian Alvarez e Lautaro Martinez, che potrebbero decidere la finalissima con un gol, sono a caccia di un riconoscimento che pochissimi calciatori nella storia sono riusciti ad ottenere: quello di vincere nello stesso anno Mondiale e Champions League.

Accanto a Leo Messi che solleva la Coppa, infatti, c’erano anche loro due: il Toro e l’Arana. Ma chi prima di loro aveva raggiunto un traguardo così prestigioso?

1. Sepp Maier (portiere): nonostante non fosse biondo, trasudava “tedeschitudine” da tutti i pori: campione del Mondo con la Germania e d’Europa con il Bayern Monaco nel 1974

2. Paul Breitner: (difensore): nato come centrocampista, ha seguito per numerosi anni le grida del portiere sopracitato spostandosi poi sulla linea di difesa. Ha accompagnato Maier nel grande doppio trionfo del 1974.

3. Hans-Georg Schwarzenbeck (difensore): vorremmo dire che i tedeschi e in generale il binomio Bayern Moncaco – Germania del ‘74 hanno finito di occupare questa classifica, ma purtroppo staremmo dicendo solo una vile bugia. Eccone un altro, sempre sulla linea di difesa.

4. Franz Beckenbauer (difensore): questo almeno è una leggenda veramente inscalfibile. Da segnalare fra l’altro che i Mondiali vinti da questo difensore sono stati addirittura due, (1974 e 1990).

5. Uli Hoeness (attaccante): dai, ci siamo quasi, la generazione d’oro tedesca è quasi terminata, tenete duro. Questo almeno era uno che la buttava dentro e che non spaccava menischi a colazione, pranzo e cena.

6. Gerd Muller (attaccante): Der Bomber è da sempre ritenuto uno degli attaccanti più forti della storia del calcio. 730 gol in 788. Un Haaland dell’anteguerra, insomma.

7. Jupp Kapellmann (centrocampista): Alè, ci siamo, ce l’abbiamo fatta. Questo è l’ultimo del magico binomio Germania + Bayern Monaco del ‘74. Onesti? Non lo conoscevamo; ma scarso non lo era di sicuro.

8. Christian Karembeu (centrocampista): un incredibile passaggio alla Sampdoria è stato sicuramente formativo per farlo arrivare carico come una mina al 1998, anno in cui sollevò la Champions League con il Real Madrid e la Coppa del Mondo con la Francia.

9. Roberto Carlos (difensore): giocatore simbolo del Real Madrid e del Brasile dei fenomeni, per lui l’anno d’oro è stato il 2002: prestazioni indimenticabili, giocate sontuose e galoppate leggendarie. Di calciatori così, non ne nascono proprio più.

10. Sami Khedira (centrocampista): ritorna la vecchia scuola tedesca, ma questo quantomeno è uno di quei mastini di centrocampo che si ricordano bene. Ha vinto tanto anche con la Juve, ma sicuramente il suo anno fu il 2014: vittoria con la Germania e con il Real Madrid.

11. Raphael Varane (difensore): l’ultimo giocatore a raggiungere questo doppio grande traguardo è Raphael Varane, che nel 2018 ha sollevato la Champions da protagonista con i Blancos e il Mondiale con la Francia.

La nuova vita di Lulic

Tantissimi giocatori hanno indossato e onorato la storica maglia della Lazio, scrivendo pagine indelebili del gioco del calcio con lo stemma dell’aquila sul petto. Pochi, però, possono dire di aver raggiunto il livello di venerazione di cui gode Senad Lulic. Il suo gol decisivo nella finale di Coppa Italia del 2013 contro la Roma lo ha posizionato per sempre a livello “divinità” per tutti i tifosi della Lazio.

E quando al termine della stagione 2020/21, con 371 presenze all’attivo in maglia biancoceleste ha deciso di salutare la Capitale, era chiaro a tutti che sarebbe stato impossibile ricreare con un altro club ciò che era avvenuto con quello di Lotito. Dopo un anno di inattività, il centrocampista bosniaco ha quindi annunciato il suo ritiro ufficiale.

E ora?

Come tanti ex calciatori, Lulic ha intrapreso la strada che lo porterà verosimilmente a diventare un allenatore: al contrario di tanti, però, rimane con i piedi per terra, dedicando tanto tempo alla propria famiglia e lavorando con grande tranquillità sul fronte “futuro”. Chi lo ispira? A suo dire, tutti i migliori mister avuti negli anni di militanza nella Lazio: da Inzaghi a Reja, passando per Pioli e Petkovic.

Tornando invece al futuro più…prossimo, pare ormai certa la sua presenza in tribuna per la prossima gara di campionato, che vedrà la Lazio (già aritmeticamente qualificata alla Champions League) vedersela con la Cremonese (già aritmeticamente retrocessa).

Il motivo?

Proprio in quella giornata sarà celebrato il decennale del gol in finale di Coppa Italia che ha contribuito a renderlo un’icona biancoceleste.

Tutto rose e fiori fra Lulic e Lotito, quindi?

Non proprio: infatti il bosniaco qualche mese fa, nel corso di un’intervista, si è mostrato risentito per il trattamento ricevuto dalla società nel momento del suo addio: il calciatore infatti, aveva stretto i denti a quasi 36 anni per una stagione intera, giocando con infiltrazioni alla caviglia a causa di un’infezione avvenuta per colpa di un’infezione batterica.

Il mancato rinnovo di contratto, comunicato da Tare in maniera asettica e impersonale, fu definito dalla stampa parte del progetto di “svecchiamento” della rosa.

Verissimo, per carità, anche se poi pochi mesi dopo il sostituto acquistato fu Pedro, di un paio di anni più anziano di Lulic.

Insomma: con la Lazio e il suo presidente non si può mai stare tranquilli. Ma siamo sicuri che sabato, in occasione della partita, entrambi riusciranno a sotterrare l’ascia di guerra, memori di quello storico pomeriggio che rimarrà per sempre impresso nella mente di tutti i tifosi laziali.

Finale Coppa Italia 2013: il giorno più brutto della vita di PSY

Il 26 maggio 2013 ha cambiato la storia del derby di Roma. Lulic ha regalato alla Lazio una storica vittoria nell’unico derby della Capitale con in palio (almeno fino ad oggi) un trofeo. Quel giorno però non verrà dimenticato neanche da PSY, ballerino e rapper sudcoreano. Ve lo ricordate, sì?  È il protagonista della canzone Gangnam Style, quella che nel 2012 ha conquistato tutte le classifiche mondiali. E pensare che quel 26 maggio, l’ospite d’onore all’Olimpico era proprio lui. Si trovò però al posto sbagliato al momento sbagliato. Lo dimostrarono le bordate di fischi che collezionò da entrambe le tifoserie, insolitamente unite contro il povero PSY, professionale nonostante tutto. In fondo c’entrava poco con il contesto, come ammise lui stesso alla vigilia della partita.

Azzardò anche un “grazie” alla fine. Fu la sua performance più difficile, pochi dubbi. Lui dopo la prese bene (eufemismo). Cancellò infatti il tour italiano, il giorno successivo non si presentò negli studi di Radio Deejay per presentare l’evento. Più avanti ammetterà di aver compreso la reazione dei tifosi di Roma e Lazio, che «volevano vedere solo la partita in quanto una finale, non un artista coreano che apparentemente non aveva niente a che fare con l’evento».

Ma a proposito di finali di Coppa Italia: come finirà Fiorentina-Inter questa sera? Noi ci siamo fatti questa idea qui!

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