Scritto da: Calciatori Brutti
72 ore. Tanto ci è voluto prima che il superprocuratore Mino Raiola parlasse davanti a microfoni e telecamere della situazione del suo assistito Gianluigi Donnarumma. Il portiere del Milan, che ha rifiutato il rinnovo con il club rossonero, al momento è in Polonia a giocare l’Europeo under 21 con la Nazionale Italiana, ma dalle immagini e dalle contestazioni appare davvero poco sereno.
Per evitare che attorno al portiere si creasse un’auraa di malumori, l’agente ha deciso di dire la sua, spiattellando (e mai termine fu più azzeccato) alla stampa tutti i retroscena sull’accaduto.
Noi, per evitare di ripetere all’infinito le parole di Raiola, abbiamo deciso di sintetizzare il contenuto del suo intervento in 5 semplici punti, per fare in modo che tutti abbiano ben chiara la situazione.
#1 RICORDATI DA DOVE VIENI
Da figlio di ristoratori ed ex cameriere e pizzaiolo, Raiola, nonostante le commissioni milionarie incassate dalle cessioni dei suoi assistiti, ha mantenuto una certa umiltà. Lo ha dimostrato tenendo la conferenza stampa direttamente dal suo ufficio, dal luogo che più di qualunque altro conserva i segreti più scomodi dei trasferimenti più importanti della storia recente del calcio, dal luogo dove tutto è iniziato: la cucina. Sì, avete capito bene. Mino Raiola ha tenuto l’incontro con i giornalisti nella cucina della sua casa di Montecarlo. Fortunatamente però nessuno snack sul tavolo (almeno a telecamere accese). Solo tanta acqua, che quantomeno ha permesso ai presenti di mandare giù con facilità qualche boccone amaro.
#2 COLTIVA LE AMICIZIE
Mino Raiola agli occhi di tutti appare come il ragazzino che a scuola veniva preso per il culo e che nella vita si è preso una gran bella rivincita. Un atteggiamento forte e determinato che lo fa tanto apprezzare dai suoi assistiti quanto odiare dai dirigenti. Lo sa benissimo Massimiliano Mirabelli, direttore sportivo del Milan, che nella conferenza stampa di ieri è stato il bersaglio numero uno dell’agente. Il fatto che tra i due ci sia poco feeling ormai è cosa nota, quindi possiamo dire addio a un epilogo felice della questione. Mino, però, con i rapporti umani fatica molto. Per questo, oltre a suggellare le antipatie per Mirabelli, ha pensato di rovinare anche il buon rapporto con Marco Fassone, che si è sentito tirare in mezzo alla discussione con tanto di menzione a “favori passati” fatti proprio da Raiola all'ex dirigente nerazzurro. Tutto il mondo del calcio ora aspetta di sapere a cosa si riferisse il procuratore. Intanto, però, dobbiamo dirlo: Mino, se fai così rischi di restare solo! Coltivale le amicizie!
#3 I SOLDI NON SONO TUTTO
“I soldi non sono mai stati un problema”. “Non mi piace parlare di soldi”. Quello fatto da Mino Raiola sembra un monologo sull’umiltà. Il caso Donnarumma non è dunque una questione economica. Bene, allora cos’è? Perché il Paperone dei procuratori, colui che ha incassato 49 milioni dal trasferimento di Pogba dalla Juventus al Manchester United, ha sempre fatto del denaro il suo leitmotiv. Questa volta però sembra diverso. Si parla di rispetto, minacce, mobbing. Ci viene quindi da pensare che il buon Mino, che due anni di giurisprudenza li ha comunque fatti (male) in Olanda, abbia ripreso in mano un vecchio manuale e abbia trovato il modo di rigirare la frittata.
#4 NON ESISTONO DATE DI SCADENZA
Ovviamente non parliamo di quella presente sui barattoli di yogurt, sia chiaro. Parliamo invece di quella autenticata sul contratto di Donnarumma: 30 giugno 2018. Se le cose per allora non dovessero cambiare, Gigio sarà libero di accasarsi dove meglio crede e il Milan potrà ufficializzare la perdita predetta da Fassone di circa 100 milioni di euro. Raiola però durante la conferenza dice una cosa importante: “Non c’è scritto da nessuna parte che un portiere in scadenza non possa giocare”. In effetti, tornando al paragone con lo yogurt, è proprio come se, sapendo che un barattolo scade il giorno x, lo lasciassimo in frigo senza mangiarlo fino a quel momento. Come dargli torto. O torta.
#5 NIENTE È IRRECUPERABILE
Alla domanda “è irreversibile questa situazione?” Raiola risponde: “di irreversibile c’è solo la morte”, dando a tutti un'autentica perla di anatomia, ma soprattutto facendosi passare come la vittima della situazione. Bene così, Mino. La drammaticità nei discorsi fa da sempre guadagnare consensi. Intanto però tra le linee il procuratore di Nocera fa sapere che per trovare una nuova sistemazione al giocatore lascerà passare un po’ di tempo (giusto il tempo della fine dell’Europeo o che il Milan apra di nuovo il portafogli?) e che, nel caso, alla Juventus Donnarumma ci andrà solo da svincolato. Intanto però il rapporto con la dirigenza rossonera sembra compromesso definitivamente. Un ipotetico rinnovo permetterebbe solo al Milan di monetizzare maggiormente dalla cessione del giocatore, ma non risanerebbe sicuramente il legame con la società e tantomeno quello con i tifosi. Insomma, di irreversibile ci sarà pure soltanto la morte, ma se il Milan decidesse di trattenere Donnarumma fino alla fine della prossima stagione senza farlo giocare, il 2018 sarebbe sicuramente l’anno del funerale calcistico del giocatore.